Cronaca
Venerdì 20 Dicembre 2024
Quella notte la folla invocava il perdono. Così nacque il «Giubileo» del Trecento
IL GIUBILEO. Il racconto, in breve, della storia del Giubileo, quando naque, quanti furono e ce ne fu uno anche senza Papa.
C’era una gran folla a San Pietro quella notte del 24 dicembre dell’anno 1299. La basilica non era quella attuale e la Chiesa stava attraversando tempi turbolenti. Regnava Bonifacio VIII, teocrazia pontificia, potere temporale e fede cristiana, la Curia che assomigliava ad una Corte. Celestino V aveva abdicato pochi anni prima. Eletto dopo un lungo periodo di sede vacante aveva colto la stanchezza del popolo di fronte alle lotte di potere e l’aspirazione al perdono. Tra i primi atti del suo pontificato c’è la «Perdonanza», cioè un’indulgenza da lucrare a Collemaggio, basilica de L’Aquila nella quale era stato consacrato. Celestino stava portando la Chiesa fuori dalla palude dei conflitti interni, ma tutto finì in pochi anni con il «gran rifiuto» e il ripristino, anzi l’elaborazione perfetta, della dottrina della teocrazia medioevale.
Il Giubileo nasce dal basso
Ma l’idea della necessità di un perdono collettivo in vista di una rinascita spirituale contro il decadimento continuava a persistere tra il popolo. Quella notte la folla invocava perdono davanti ad una reliquia nuova, la cosiddetta Veronica, cioè la «vera icona», un pezzo di stoffa che si credeva usato da Gesù nel Getsemani, quando sudò sangue, e dove era rimasto impresso il suo volto. La folla invocava il perdono e Bonifacio VIII rimase impressionato dal fremito spirituale di quel movimento popolare e decise di convocare il Collegio dei Cardinali per decidere se accogliere quella richiesta di «perdonanza» straordinaria. Il primo Giubileo nasce per «acclamazione». Bonifacio VIII promulga la Bolla il 22 febbraio, festa della Cattedra di San Pietro, istituendo il Giubileo dell’«anno centesimo».
La storia lunga e complessa dei Giubilei comincia da una sollecitazione dal basso e non sarà affatto una storia lineare, ma subirà le intemperie politiche ed ecclesiastiche di questi 725 anni. I Giubilei passano da uno ogni 100 anni a 50 anni, poi a 25 con un veloce passaggio nei 33, gli anni di Cristo, fino a che non si pensa perfino di sopprimerlo dopo il Vaticano II, considerato evento di una Chiesa barocca e trionfante, e fino alla novità di Wojtyla con i Giubilei straordinari e tematici, una storia avvincente insomma della volontà della Chiesa di rinnovarsi e stare al passo con i tempi. La conferma arriva subito 40 anni dopo il primo Giubileo, tempeste ecclesiastiche spalmate sulla Chiesa, il Papa ad Avignone, di nuovo malessere religioso e politico, Roma il centro della cristianità praticamente in rovina spirituale, politica ed economica. Così 29 nobili romani nel 1343 chiedono udienza al Palazzo dei Papi a Clemente VI per concedere un nuovo Giubileo nel 1350, secondo l’usanza ebraica del Levitico, che indica giubilare l’anno successivo al 49. Tra i nobili c’è anche Petrarca, il quale nota che 100 anni sono troppi per una vita. Clemente VI è d’accordo e scrive la Bolla, che rimane segreta fino al 1349.
Nel 1350 il Giubileo senza Papa
Ma quel Giubileo fu complicato anche a causa del più forte terremoto nella storia di Roma, che colpì la città tre mesi prima. E fu anche l’unico Giubileo senza Papa. Gli anni successivi sono altrettanto drammatici per la Chiesa con lo Scisma d’occidente, lo scontro tra Papi e anti-Papi, l’Europa cristiana lacerata. Bisogna aspettare fino al 1450 per ritrovare un Giubileo «normale» con la porta santa, chiamata porta d’oro, che si apre per la prima volta a san Pietro. Il prossimo sarà 25 anni dopo con Paolo II che decreta in tal senso. La motivazione? Tutta sociale: troppo breve la vita tra pestilenze e guerre per aspettare 50 anni per l’indulgenza. Quello del 1475 è il primo Giubileo con la stampa della Bolla (Gutenberg aveva inventato i caratteri mobili), il libretto per i pellegrini e il manuale per la confessione. Pochi anni e di nuovo altre turbolenze. Martin Lutero mette nel mirino le indulgenze e in Curia a Roma sono molti i cardinali che consigliano prudenza evitando un Giubileo nel 1525 per non sfidare il monaco tedesco. Ma Clemente VII non ci sta e una settimana prima dell’avvio pubblica la Bolla d’indizione. La polemica monta e i luterani distinguono tra il Giubileo gratuito di Cristo e quello lucroso del Papa di Roma.
Nel 1550 il Giubileo «sociale»
Nel 1550 si inaugura il primo «Giubileo sociale». Paolo III ordina il blocco «dei fitti”» per evitare speculazioni ma muore prima del Giubileo. Il suo successore Giulio III appena eletto emana la Bolla, ma è il 24 febbraio 1550 e così il Giubileo si apre in ritardo. Negli anni successivi con la Controriforma il tempo si fa più tranquillo. Il Giubileo è l’anno del trionfo barocco della Chiesa, oro e sfarzo. Ma non si dimenticano poveri. Nel corso del Giubileo del 1600 il Papa Clemente VII ogni giorno invita a pranzo 12 poveri e li serve personalmente. Cento anni dopo la Porta Santa si apre con un Papa e si chiude con il suo successore, da Innocenzo XII a Clemente XI. Nel 1725 il Giubileo è occasione del trasloco del Papa Benedetto XIII dal Quirinale al Vaticano per essere più vicino ai pellegrini, ma accade anche un fatto straordinario.
Sotto la Porta santa passarono in processione 370 schiavi riscattati dai Padre Mercedari, segnale importante della Chiesa per dire da che parte stare. Fu quello un Giubileo senza sfarzo messaggio preciso del Pontefice al secolo dei lumi. Nel 1775 si apre ancora in ritardo per la morte e l’elezione del Papa, Pio VI, che non farà in tempo ad indire il successivo, prigioniero di Napoleone. Morirà in esilio nel 1799 e il suo successore Pio VII non proclamerà alcun Giubileo. Nei cento anni successivi se ne svolge uno solo nel 1875, ma senza apertura della Porta santa a San Pietro. Prima la restaurazione del Congresso di Vienna, poi la breccia di Porta Pia, poi il Papa «prigioniero in Vaticano» travolgono le celebrazioni del Giubileo e impediscono i pellegrinaggi. Così Pio IX per via delle «luttuose circostanze dei tempi» permette ai fedeli di aver l’indulgenza nelle proprie cattedrali diocesane.
Nel nuovo secolo, si cambia
Nel 1900 cambia tutto. C’è un Comitato internazionale per l’organizzazione, presieduto dal conte Giovanni Acquaderni, uno dei fondatori dell’Azione cattolica, i pellegrini arrivano per la prima volta in treno, ma la burrascosa situazione politica italiana con l’assassinio il 29 luglio di Umberto I a Monza limita i pellegrinaggi. Venticinque anni dopo il mondo è totalmente cambiato. Pio XI ben conosce il tormento dei popoli dopo la Prima Guerra mondiale e nella bolla di indizione del Giubileo del 1925 chiede di pregare «per la pace non tanto scritta nei Trattati, quanto viva negli animi». E quell’anno arrivarono a Roma i primi pellegrini in aereo dall’Argentina. Pio XI è anche il primo Papa ad indire un Giubileo tematico nel 1933, Anno santo a 1900 anni dalla morte di Cristo, durante il quale canonizzò Giovanni Bosco e Bernadette Soubirous, la veggente di Lourdes. Il Giubileo del 1950 è quello del dogma dell’assunzione di Maria, proclamato il 1°novembre.
Il primo Giubileo trasmesso in Tv
Poi tutto potrebbe fermarsi. È Paolo VI a rivelarlo. Spiega il 9 maggio 1973 di essersi interrogato se la tradizione «meriti di essere mantenuta nel tempo nostro» condizionato dallo «stile del Concilio», ma conferma subito che la tradizione dell’Anno santo può innestarsi nella «coerente linea del Concilio». È un altro tassello dell’interpretazione del Concilio, che evita la rottura con il passato. Il Giubileo del 1975 sarà anche il primo trasmesso in televisione e la chiusura della Porta santa verrà seguita in tivù da oltre 300 milioni di telespettatori. Il Giubileo successivo sarebbe stato quello del Terzo Millennio. Ma Giovanni Paolo II volle prima l’Anno santo della Redenzione nel 1983, aperto il 25 marzo festa dell’Annunciazione e chiuso l’anno dopo a Pasqua. L’ultimo grande Giubileo, prima di quello tematico dedicato da Papa Francesco alla Misericordia con apertura della prima Porta santa nella cattedrale di Bangui nella Repubblica Centrafricana, segna il passaggio del Millennio. Sarà un evento memorabile, due milioni di giovani a Tor Vergata, il «mea culpa» in San Pietro per le colpe della Chiesa, la commemorazione dei testimoni della fede, i «nuovi martiri» e il viaggio di Giovanni Paolo II in Israele, Palestina, Giordania e al Monte Sinai.
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