Piano pandemico, imputazione coatta per Ranieri Guerra e tre ex dirigenti del Ministero della Salute

L’INDAGINE. È quanto ha disposto il gip di Roma per rifiuto d’atti d’ufficio.

Il gip di Roma ha disposto l’imputazione coatta per Ranieri Guerra, ex numero due dell’Oms (Organizzazione mondiale della sanità), per Giuseppe Ruocco, ex direttore generale della prevenzione del Ministero della Salute, e per altri due dirigenti del ministero. Una decisione nell’ambito dell’indagine stralcio relativa al piano pandemico e alla gestione dell’emergenza Covid.

La procura aveva sollecitato l’archiviazione, ma il giudice ha disposto che i pm formulino, entro dieci giorni, l’imputazione per rifiuto d’atti d’ufficio in quanto i quattro erano «indicati come responsabili del mancato aggiornamento del piano pandemico nazionale del 2006 e dell’omessa definizione dei piani di dettaglio».

Le motivazioni del gip

Nell’ordinanza di oltre sessanta pagine, il giudice afferma che è necessario «l’accertamento, possibile in fase di merito, della consapevolezza degli indagati di agire in violazione dei doveri imposti rappresentando, dunque, la realizzazione di un evento ’contra ius’, senza che il diniego di adempimento trovi alcuna plausibile giustificazione alla stregua delle norme che disciplinano il dovere di azione». Il gip ritiene che gli elementi acquisiti «debbano essere opportunamente vagliati nella sede preposta che consentirà di valutare effettivamente se quanto rappresentato dal pm in sede di richiesta, in relazione ai singoli indagati, sia condotta sufficiente ad escludere la responsabilità penale, laddove il rapporto di causalità della condotta necessitata è di tipo cogente (l’atto doveva essere compiuto ed è stato, invece, omesso), proprio perché esso non stabilisce obblighi ma consente l’adozione di misure anticipatorie o detto altrimenti in prevenzione rispetto a rischi che si vogliono evitare e/o a eventi dannosi che s’intendono scongiurare».

Archiviata, invece, la posizione di Silvio Brusaferro, ex presidente dell’Iss (Istituto superiore di sanità) sia per l’ipotesi di truffa in riferimento a erogazioni pubbliche sia per il rifiuto di atti d’ufficio. Archiviata, per quest’ultima ipotesi, anche la posizione dell’ex capo della protezione civile Angelo Borrelli.

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