Orio, lunedì 3 maggio arriva un volo dall’India: isolamento in hotel

È l’unico previsto, tutti gli altri cancellati. Ma resta l’incertezza su chi è atterrato nei giorni prima. Due strutture individuate per l’ospitalità.

L’ultimo volo dall’India, fanno sapere da Sacbo, è atterrato domenica scorsa ed era abbastanza pieno. Il prossimo arriverà lunedì alle 19,30, sempre da Amritsar, stato di Punjab, nord del Paese. Un Airbus 330 della compagna HiFly, specializzata in charter, operato per conto di Spice Jet - brand indiano - e alcuni tour operator: in prima battuta il suo arrivo era previsto per la notte tra sabato e domenica (come i voli precedenti dall’India), ma poi è stato spostato a lunedì per raccogliere il maggior numero di passeggeri possibile e rendere sostenibile economicamente il volo. A bordo non dovrebbero comunque esserci più di 150 persone. Tutti gli altri voli da e per il Paese previsti a maggio da Orio sono stati cancellati dopo che l’Italia ha vietato l’ingresso a chi abbia soggiornato negli ultimi 14 giorni in India (e pure in Bangladesh e Sri Lanka) con qualche eccezione: su tutte i cittadini italiani che vogliono rientrare. Chi arriverà lunedì a Orio sul volo dall’India dovrà avere una certificazione di test molecolare o antigenico negativo effettuato nelle 72 ore precedenti, sottoporsi ad analoga procedura all’arrivo in aeroporto e isolarsi in un Covid hotel per 10 giorni anche in caso di esito negativo. Trascorso questo periodo dovrà sottoporsi ad un altro test. Modalità contenute nell’ultima ordinanza del ministro Speranza di mercoledì 28 che supera quelle del 25 e 27 aprile. Tutte accomunate dall’obiettivo di impedire il proliferare dell’ultima variante, quella indiana. La procedura è già scattata a Fiumicino e Malpensa, lunedì tocca a Orio.

Ieri vertice con la Prefettura

«Chi arriverà sarà sottoposto a tampone (in una specifica area dello scalo destinata a tal scopo o appena arrivati negli hotel - ndr) e portato in isolamento per 10 giorni» conferma Massimo Giupponi, direttore generale dell’Ats. Le due strutture individuate dovrebbero essere il Mercure di Bergamo e la Muratella di Cologno al Serio.

Ieri il prefetto Enrico Ricci ha coordinato una riunione operativa in vista dell’arrivo del volo dall’India: «È stato il seguito di quella del giorno precedente tra la Protezione Civile e le Regioni, che hanno un ruolo fondamentale: a loro il compito di individuare dove sistemare durante l’isolamento chi arriva dall’India, se cittadino italiano o rientrante nelle categorie specificamente indicate. Gli altri non possono entrare» spiega.

Prima nessun tracciamento

C’è però chi in Italia ci è arrivato (o tornato) nei giorni precedenti alle ordinanze di Speranza. La prima è datata 25 aprile, proprio il giorno dell’arrivo dell’ultimo volo da Amritsar a Orio, anche se tecnicamente è entrata in vigore martedì 27 per essere poi superata da quelle successive. «Chi è atterrato nei giorni precedenti all’ultima ordinanza lo ha fatto in base alla normativa allora vigente che consentiva di farlo. Non abbiamo avuto alcuna indicazione o richiesta su chi è rientrato in Italia in quelle date» spiega il prefetto.

Situazione confermata da Giupponi: «Non abbiamo avuto alcun tipo di indicazione sulle date precedenti, ma solo a partire dai voli che arrivano in questo fine settimana. Non abbiano notizie su chi è atterrato le scorse settimane e comunque non sono interessati da questi provvedimenti: noi siamo tenuti a tracciare chi atterra in questi giorni e il primo volo dall’India a Orio è lunedì pomeriggio». E sarà probabilmente l’unico per un po’.

Fontana: «Rivediamo procedure»

Chi è atterrato prima dell’ultima ordinanza del ministero doveva sì sottoporsi a test molecolare o antigenico (anche in partenza) ma una volta arrivato a casa propria e non in aeroporto, per poi mettersi in isolamento volontario. In sostanza, in assenza di tracciamento (né pare di richiesta postuma di chicchessia) resta tutto affidato alla buona volontà e al rispetto delle regole di chi ha viaggiato in quei giorni. La scoperta della positività di 2 componenti di una famiglia di 4 persone residente nel Vicentino e atterrata a Orio il 7 aprile proveniente dall’India è avvenuta proprio seguendo le procedure della normativa allora vigente. Ma i rischi non mancano, è di tutta evidenza.

Preoccupano un po’ anche le cosiddette «triangolazioni», ovvero gli ingressi in Italia via scalo in altri Paesi, soprattutto per un aeroporto come Orio dove i low cost rappresentano l’85% dell’offerta e la loro gestione non è integrata con quella delle grandi compagnie nazionali. Vero però che sono molti i Paesi che hanno bloccato l’ingresso dall’India e Paesi limitrofi, e quindi il pericolo potenzialmente scende.

E se dal Lazio il presidente Nicola Zingaretti chiede «di limitare al massimo i flussi dall’India», il collega lombardo Attilio Fontana allarga l’orizzonte: «Bisogna rivedere tutta la questione, anche perché abbiamo già visto nella prima ondata che c’è chi atterra in altri Paesi europei e poi magari entra in Italia via treno o auto. La questione è molto complessa e va assolutamente affrontata: servono indicazioni chiare, cogenti e soprattutto comuni, diversamente rischiamo di inficiare gli effetti della campagna vaccinale. Questa vicenda dei voli dall’India deve diventare un’occasione per rivedere tutte le procedure a livello nazionale».

Perché «le varianti preoccupano: ho avuto contatti con il ministro Speranza e il generale Figliuolo sul tema dei voli che dovevano arrivare dall’India segnalando la grande difficoltà che la Regione Lombardia avrebbe avuto anche a Orio nel disporre la quarantena per centinaia di persone» aggiunge la vicepresidente Letizia Moratti.

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