Omicidio ex vigilessa: prima udienza del processo, imputati reo confessi

Corte d’Assise Brescia. A giudizio le due figlie della vittima e il fidanzato della maggiore, originario di Roncola.

Decine di telecamere in aula e gli imputati a testa bassa che chiedono di non essere ripresi. Così davanti alla Corte d’Assise di Brescia presieduta da Roberto Spanò si è aperto nella mattinata di giovedì 27 ottobre il processo a carico delle sorelle Paola e Silvia Zani e Mirto Milani, fidanzato della maggiore e originario della Roncola. I tre sono accusati dell’omicidio di Laura Ziliani, madre delle due imputate, e dell’occultamento del cadavere della donna, ex vigilessa di Temù, nel Bresciano, uccisa nella notte tra il 7 e l’8 maggio 2021. La donna è stata prima stordita con benzodiazepine e poi strangolata.

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I tre imputati hanno confessato dopo la chiusura delle indagini. La difesa ha chiesto una perizia psichiatrica all’esito del dibattimento. I tre imputati sono presenti in aula, mentre i sette testimoni citati a processo dalla pm Caty Bressanelli hanno deposto davanti alla Corte d’Assise di Brescia nel corso della mattinata. In aula anche la madre e i fratelli di Laura Ziliani. La prossima udienza è aggiornata al 24 novembre.

Nella testimonianza, Riccardo Lorenzi, 50 anni, compagno della Ziliani, ha ricordato un precedente nel 2021, quando l’ex vigilessa gli aveva raccontato di aver dormito per quasi due giorni consecutivi dopo una gita in Presena. Questo fatto è stato ricondotto nelle ricostruzioni a un primo tentativo di omicidio.

Al banco dei testimoni è stata chiamata la mamma di Laura Ziliani. «La mattina dell’8 maggio alle 10.45 è suonato il mio telefono - ha raccontato la signora -: era mia nipote Silvia. Mi ha detto: “Forse tu sai dove è la mamma, non si trova più”. Nei giorni dopo quando ho visto le mie nipoti a Temù piangevano. Mi davano però l’impressione di essere poco preoccupate. Nelle settimane dopo sono stata ricoverata: stavo male, non riuscivo a uscire dal letto».

La terza figlia di Laura Ziliani, Lucia Zani, non è stata invece sentita in aula. Con il consenso delle parti è stato acquisito il verbale dell’interrogatorio reso al pubblico ministero.

Tra i testimoni anche Claudio Marchioni, di Temù, che dalle finestre di casa sua, con il binocolo, riconobbe Silvia Zani e il fidanzato, che si aggiravano nei pressi del bosco dove fu poi ritrovata la scarpa dell’ex vigilessa.

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