Mattarella e le proteste
I pregiudizi sull’Italia

Il presidente Mattarella in visita ufficiale in Austria è stato accolto sotto la casa natale di Mozart a Salisburgo al grido di «Carola libertà». Quattro gatti ovvero venti manifestanti, come rilevato da una turista spagnola, hanno scelto il bersaglio sbagliato. Sergio Mattarella gode in patria di un rispetto incontrastato al quale anche Salvini non riesce ad opporsi. Le proteste all’estero evidenziano ancor più lo iato tra l’idea che l’Italia ha di se stessa e il pregiudizio che la accoglie in terra straniera. Verrebbe da dire ai fan di Carola, tutti di lingua tedesca, con quale coscienza possono ergersi a giudici quando nel loro Paese solo un anno fa si mandavano poliziotti e soldati ai confini italiani con la minaccia di chiudere il Brennero per timore degli immigrati. Allora l’accusa agli italiani era di accogliere tutti. È bastata un’elezione per passare all’accusa opposta, quella di essere razzisti. Si ricava l’impressione che comunque si faccia l’Italia è sempre dalla parte sbagliata.

I gendarmi francesi all’inizio della presidenza Macron si comportano a Bardonecchia come se fossero a casa loro, imputando all’Italia la mancanza di controllo dei suoi confini. Poi si scopre che di notte portano a Clavière, territorio italiano, gli immigrati indesiderati. Ed è lo stesso presidente d’Oltralpe che rinfaccia poi ai governanti italiani di fare i francesi, cioè di chiudere i confini. Come dire se lo fa la Francia è suo diritto, se lo fa l’Italia no.

In questa Europa carolingia Roma, una volta decaduto nel tempo il potere dei pontefici, è diventata periferia. Ed è così che l’Italia si percepisce vassalla. Non si spiegherebbe il successo di Salvini, al quale il narcisismo della capitana di Sea Watch ha dato un ulteriore contributo, se il Paese non si sentisse sotto scacco. Paolo Savona nella sua recente relazione di investitura come presidente della Consob ha reso chiaro che la gravità del debito va misurata con la percezione politica che si ha del Paese. Alla Borsa di Francoforte gli analisti dicono a chiare lettere che l’Italia ha parametri economici assimilabili se non migliori dei suoi concorrenti/partner. Ha un avanzo della bilancia commerciale, imprese che esportano con successo, ha un risparmio privato superiore a quello tedesco, ha capitali depositati su conti correnti quattro volte il debito. Assistiamo ad un’Europa salottiera che si diletta nella tutela dei diritti umani salvo poi lasciare il carico dell’accoglienza al Paese ospitante. Se una Carola qualsiasi avesse disatteso gli ordini di un governo austriaco, tedesco, francese, ne avesse violato le acque territoriali e investito un mezzo della Finanza con rischi per l’incolumità dell’equipaggio saremmo qui a dire che gli Stati in questione sono antidemocratici e razzisti?

Ecco una riflessione che potrebbe fare anche il presidente della Repubblica tedesca Frank Walter Steinmeier. I tedeschi alla chetichella rispediscono in Italia immigrati con approdo italiano. Vale il trattato di Dublino quindi la legge. Ma se lo Stato italiano chiede di non violare la sua sovranità territoriale allora al posto del diritto deve subentrare la pietà umana. La quale è sacrosanta sul piano morale ma deve valere per tutti. Altrimenti si trasforma l’Italia in un gigantesco centro di accoglienza con i Paesi politicamente corretti a dire al mondo che loro, sì, sono veramente emancipati, non come quelli dello stivale con migliaia di chilometri di coste ed una migrazione che ha le dimensioni di quella biblica. Se poi non gliela fanno e a volte eccedono la colpa è solo loro, sono italiani.

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