Cronaca
Venerdì 22 Settembre 2023
È morto Giorgio Napolitano, aveva 98 anni
ITALIA. Il presidente emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano, si è spento alle 19,45 di venerdì 22 settembre.
Il presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano è morto alla clinica Salvator Mundi al Gianicolo, a Roma, alle 19,45 di venerdì 22 settembre. Aveva 98 anni. L’ex Capo di Stato era ricoverato da 4 mesi. Lascia la moglie Clio Bittoni, 89 anni, e i figli Giulio e Giovanni.
Era stato operato all’addome all’ospedale Spallanzani di Roma il 21 maggio 2022 e l’intervento era stato eseguito dall’équipe del professor Giuseppe Maria Ettorre. Questa era la seconda operazione alla quale Napolitano si era sottoposto da quando aveva lasciato il Quirinale, all’inizio del 2015, dopo due anni dall’inizio del secondo mandato (Giorgio Napolitano è stato il primo presidente della Repubblica in carica ad essere rieletto al Quirinale). Il 24 aprile del 2018, nove giorni dopo aver parlato con il presidente delle Repubblica Sergio Mattarella durante le consultazioni avviate dopo le elezioni, era stato ricoverato al San Camillo per un improvviso malore. E qui aveva subito un complicato intervento all’aorta che era stato eseguito dal professor Francesco Musumeci. Venne dimesso il 22 maggio.
Da quel giorno l’ex inquilino del Colle diradò la sua presenza fisica a Palazzo Madama, dove aveva aderito al Gruppo delle Autonomie, pur continuando a seguire con attenzione la vita politica. Nel 2021, ad esempio, non potendo essere presente al dibattito sulla fiducia del nuovo governo per ragioni di salute, diede il suo «convinto appoggio» per la scelta di Mario Draghi a Palazzo Chigi.
Mattarella: «Profondamente addolorato»
«Eletto alle più alte magistrature dello Stato, Presidente della Camera, Senatore a vita, Presidente della Repubblica per due mandati, ha interpretato con fedeltà alla Costituzione e acuta intelligenza il ruolo di garante dei valori della nostra comunità, con sentita attenzione alle istanze di rinnovamento presenti nella società. Votato alla causa dei lavoratori, inesauribile fu la sua azione per combattere la spirale delle morti sul lavoro. La sua morte mi addolora profondamente» e «rivolgo ai familiari il cordoglio dell’intera nazione». Lo scrive in un messaggio il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. «Nella vita di Giorgio Napolitano - scrive ancora Mattarella - si specchia larga parte della storia della seconda metà del Novecento, con i suoi drammi, la sua complessità, i suoi traguardi, le sue speranze. Dalla frequentazione, negli anni giovanili, dello stimolante ambiente culturale napoletano, all’adesione alla causa antifascista e del movimento comunista, all’impegno per lo sviluppo del Mezzogiorno e delle classi sociali subalterne, sino poi alla convinta opera europeistica e di rafforzamento dei valori delle democrazie, il presidente Napolitano ha interpretato significative battaglie per lo sviluppo sociale, la pace e il progresso dell’Italia e dell’Europa».
Papa Francesco: «Commozione e riconoscenza»
Il Papa ricorda l’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. La sua morte «ha suscitato in me sentimenti di commozione e al tempo stesso di riconoscenza per questo uomo di Stato che, nello svolgimento delle sue alte cariche istituzionali, ha manifestato grandi doti di intelletto e sincera passione per la vita politica italiana, nonchè vivo interesse per le sorti delle nazioni». «Conservo grata memoria degli incontri personali avuti con lui - ricorda il Papa in un telegramma alla moglie Clio Bittoni - durante i quali ne ho apprezzato l’umanità e la lungimiranza nell’assumere con rettitudine scelte importanti, specialmente in momenti delicati per la vita del Paese, con il costante intento di promuovere l’unità e la concordia in spirito di solidarietà, animato dalla ricerca del bene comune». Papa Francesco aveva anche rivolto a Napolitano un pensiero al termine dell’udienza generale, mercoledì.
Cordoglio da Governo, Camera e Senato
Il presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, esprime cordoglio, a nome del Governo italiano, per la scomparsa del Presidente emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano. «Alla famiglia un pensiero e le più sentite condoglianze». «Con la scomparsa del Presidente emerito Giorgio Napolitano l’Italia perde uno straordinario testimone della nostra storia repubblicana – le parole del presidente del Senato Ignazio La Russa –. Per lui politica, cultura e istituzioni erano vita, passione, ma anche razionalità e coerenza. Quando ero ministro della Difesa aveva stabilito con me, da capo supremo delle Forze Armate, un forte rapporto di collaborazione e io mai ho celato le mie simpatie personali nei suoi confronti, nonostante avessimo posizioni politiche ben distanti». «Al Presidente Napolitano - aggiunge - ho sempre riconosciuto la sua puntigliosa attenzione nei confronti delle nostre Forze armate, del loro onore, delle loro qualità, della loro necessità di essere considerate uno dei momenti fondamentali della comunità nazionale. Ricordo, inoltre, che la sua parola fu decisiva affinchè la celebrazione per i centocinquanta anni dell’Unità d’Italia avvenisse con l’importanza che meritava».
«Con Giorgio Napolitano scompare un autentico servitore dello Stato. Già presidente della Camera dei deputati e poi presidente della Repubblica per due mandati, il presidente emerito Napolitano è stato un protagonista della scena politica e istituzionale. A nome mio e della Camera dei deputati, desidero esprimere ai familiari i sentimenti di profondo cordoglio e delle più sentite condoglianze». Lo dichiara il presidente della Camera, Lorenzo Fontana.
Sposato, due figli
Giorgio Napolitano è nato a Napoli il 29 giugno 1925, sposato con Clio Bittoni, ha avuto due figli, Giovanni e Giulio. Si è laureato in giurisprudenza nel dicembre 1947 presso l’Università di Napoli con una tesi in economia politica. Nel 1945-46 è stato attivo nel movimento per i Consigli studenteschi di Facoltà e delegato al primo Congresso nazionale universitario. Fin dal 1942, a Napoli, iscrittosi all’Università, ha fatto parte di un gruppo di giovani antifascisti e ha aderito, nel 1945, al Partito Comunista Italiano, di cui è stato militante e poi dirigente fino alla costituzione del Partito Democratico della Sinistra.
Dall’autunno del 1946 alla primavera del 1948 ha fatto parte della segreteria del Centro Economico Italiano per il Mezzogiorno presieduto dal sen. Paratore. Ha inoltre partecipato attivamente al Movimento per la Rinascita del Mezzogiorno fin dalla sua nascita (dicembre 1947) e per oltre 10 anni. È stato eletto alla Camera dei Deputati per la prima volta nel 1953 e ne ha fatto parte - tranne che nella IV legislatura - fino al 1996, riconfermato sempre nella circoscrizione di Napoli. La sua attività parlamentare si è svolta nella fase iniziale in seno alla commissione Bilancio e Partecipazioni Statali, concentrandosi - anche nei dibattiti in Assemblea - sui problemi dello sviluppo del Mezzogiorno e sui temi della politica economica nazionale. Nella VIII (dal 1981) e nella IX Legislatura (fino al 1986) è stato Presidente del Gruppo dei deputati comunisti.
Negli anni ’80 si è impegnato in particolare sui problemi della politica internazionale ed europea, sia nella Commissione Affari Esteri della Camera dei Deputati, sia come membro (1984-92 e 1994-96) della delegazione italiana all’Assemblea dell’Atlantico del Nord, sia attraverso molteplici iniziative di carattere politico e culturale. Già a partire dagli anni ’70, ha svolto una vasta attività di conferenze e dibattiti all’estero: negli istituti di politica internazionale in Gran Bretagna e in Germania, presso numerose Università degli Stati Uniti (Harvard, Princeton, Yale, Chicago, Berkeley, SAIS e CSIS di Washington).
Dal 1989 al 1992 è stato membro del Parlamento europeo. Nell’XI legislatura, il 3 giugno 1992, è stato eletto presidente della Camera, restando in carica fino alla conclusione della legislatura nell’aprile del 1994. Nella XII legislatura ha fatto nuovamente parte della commissione Esteri ed è stato presidente della commissione speciale per il riordino del settore radiotelevisivo. Non più parlamentare, è stato ministro dell’Interno e per il coordinamento della Protezione civile nel governo Prodi, dal maggio 1996 all’ottobre 1998. Dal 1995 al 2006 è stato presidente del Consiglio italiano del Movimento europeo. Rieletto deputato europeo nel 1999, è stato fino al 2004 presidente della commissione per gli Affari costituzionali del Parlamento di Strasburgo. Nel 2003 è stato nominato presidente della Fondazione della Camera dal presidente della Camera Pier Ferdinando Casini. Il 23 settembre 2005 è stato nominato senatore a vita dal presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.
Il 10 maggio 2006 è stato eletto presidente della Repubblica con 543 voti. Ha prestato giuramento il 15 maggio 2006. Il 20 aprile 2013 è stato rieletto presidente della Repubblica con 738 voti. Ha prestato giuramento il 22 aprile 2013. Ha rassegnato le dimissioni il 14 gennaio 2015. È divenuto senatore di diritto e a vita quale presidente emerito della Repubblica.
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