«Covid, restrizioni superate ma serve responsabilità»

L’intervista. Il sottosegretario Costa: «Contagi e ricoveri in calo, sbagliato prefigurare un autunno catastrofico. Vaccinarsi resta comunque importante».

Andrea Costa, sottosegretario di Stato alla Salute rilancia l’appello a vaccinarsi: «Vaccinarsi è ancora importante ed è stato decisivo nella gestione dell’emergenza sanitaria» spiega.

Sottosegretario, sono in arrivo i nuovi vaccini più efficaci contro la variante Omicron?

«Lunedì è arrivato il via libera dell’Aifa, dopo il precedente ok dell’Ema, e proprio mercoledì con il Ministero abbiamo fornito le indicazioni per avviare la campagna vaccinale con i vaccini bivalenti adattati alla variante Omicron. Ancora una volta, la comunità scientifica, a cui siamo profondamente grati, ha messo a disposizione in tempi record uno strumento ulteriore per contrastare la pandemia. Ricordo che i vaccini aggiornati sono raccomandati in via prioritaria a coloro che sono ancora in attesa di ricevere la seconda dose di richiamo, includendo anche operatori sanitari, operatori e ospiti delle strutture residenziali per anziani e donne in gravidanza, e a tutti i soggetti di età uguale o superiore a 12 anni ancora in attesa di ricevere la prima dose di richiamo».

Qualcuno si è convinto che in questo momento di calo dei contagi e ricoveri non sia più necessario vaccinarsi. Lei cosa ne pensa?

«Passare da una fase pandemica a una fase endemica significa passare a una fase di convivenza con il virus e in questo passaggio i vaccini hanno svolto un ruolo fondamentale. Se non fossimo riusciti a coprire oltre il 90% della popolazione con il siero, ora staremmo vivendo una situazione drammatica. È il vaccino che ci sta permettendo di tornare alla normalità. I dati ne dimostrano l’efficacia. Secondo uno studio pubblicato su The Lancet, infatti, i vaccini Covid-19 nel mondo hanno evitato 19,8 milioni di morti da dicembre 2020 a dicembre 2021. Secondo l’Iss, poi, in Italia nello stesso periodo la campagna vaccinale ha permesso di evitare 8 milioni di casi, oltre 500.000 ospedalizzazioni, oltre 55.000 ricoveri in terapia intensiva e circa 150.000 decessi».

La quarta dose per fragili e anziani non ha avuto il successo degli altri richiami.

«Dobbiamo continuare l’opera di sensibilizzazione per far comprendere che il vaccino è uno strumento fondamentale per tutelare e proteggere in particolar modo anziani e fragili dalle conseguenze gravi della malattia».

«Nel processo di ritorno alla normalità manca ancora un passaggio: dopo averla ridotta, ora bisogna eliminare definitivamente la misura dell’isolamento dei positivi asintomatici, permettendo a questi soggetti di uscire e anche recarsi a lavoro con la Ffp2. Solo così potremo parlare realmente di convivenza con il virus e soprattutto evitare il rischio di un lockdown di fatto che getterebbe il Paese, già provato dalla crisi energetica, in un’altra emergenza economica»

Il Green pass resterà un ricordo in ogni caso, oppure sarà sfoderato in un’eventuale nuova emergenza?

«Ogni regola è figlia del tempo in cui viene presa. Oggi parlare di restrizioni è anacronistico e non ci sono gli elementi per prefigurare scenari apocalittici in autunno. Non dobbiamo sacrificare il presente per paura del futuro. Detto questo, abbiamo due anni di esperienza nella gestione dell’emergenza e il Paese è pronto ad affrontare eventuali scenari futuri. Chi oggi, però, profetizza un autunno catastrofico non fa il bene dei cittadini. Dobbiamo proseguire con senso di responsabilità, ma non con paura. E le dirò di più, per avanzare nel processo di ritorno alla normalità manca ancora un passaggio: dopo averla ridotta, ora bisogna eliminare definitivamente la misura dell’isolamento dei positivi asintomatici, permettendo a questi soggetti di uscire e anche recarsi a lavoro con la Ffp2. Solo così potremo parlare realmente di convivenza con il virus e soprattutto evitare il rischio di un lockdown di fatto che getterebbe il Paese, già provato dalla crisi energetica, in un’altra emergenza economica».

Ricomincia la scuola senza restrizioni. Ce la faremo a non fare passi indietro? Registriamo, intanto, un dato: non siamo riusciti a dotare tutte le scuole dei sistemi di areazione che riducono le possibilità di infezioni.

«Sul tema della scuola, il governo Draghi ha sempre fatto passi avanti nelle scelte. Ora possiamo dirlo, siamo riusciti nell’obiettivo: ritorno in classe in presenza e senza mascherine. Una scelta di buon senso per i nostri ragazzi che tanto hanno sofferto in questi due anni. Un segnale importante anche per tutta la comunità, un segno tangibile di ritorno alla normalità. In merito alla ventilazione meccanica il governo ha stanziato risorse importanti. Alcune Regioni hanno già “messo a terra” questi fondi, altre lo devono fare. Ricordiamoci che comunque parliamo di interventi non invasivi che si possono programmare e fare anche ad attività scolastiche iniziate. Confidiamo dunque che entro l’inverno vengano completati gli investimenti. Anche perché i dati ci dicono che questi sistemi abbattono sensibilmente il rischio di contagio».

Lei ha sempre detto che si poteva fare a meno dell’obbligo della mascherina: anche sui mezzi pubblici e anche nel prossimo inverno?

«Siamo di fronte ad un obbligo che durerà fino al 30 settembre e secondo me, ad oggi, non ci sono le condizioni per prorogare la misura. I contagi sono in calo costante, così come l’occupazione dei reparti ordinari e delle terapie intensive. Sostengo piuttosto che sia ragionevole lasciare una raccomandazione, anche perché credo che i cittadini sul tema abbiano maturato una consapevolezza diversa. Del resto è proprio grazie alla fiducia e alla responsabilità degli italiani se siamo riusciti a raggiungere i risultati migliori nella battaglia contro il Covid».

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