Cronaca
Giovedì 16 Dicembre 2021
Contagi, nuovo picco in Lombardia: la Regione aumenta il numero dei posti letto ordinari. E la zona gialla si allontana
Mai così tanti casi dalla scorsa primavera. La saturazione dei posti letto ordinari si attesta ora al 14% contro una soglia del 15%. Resta confermata quella in terapia intensiva: siamo al 9,48%; l’allerta scatta al 10%.
Ancora di più. A crescere non sono solo i contagi, che mercoledì 15 dicembre hanno toccato il picco di questa nuova ondata in Lombardia: 4.765 in ventiquattr’ore, mai così tanti dalla scorsa primavera (erano stati 4.884 il 27 marzo). La corsa – organizzativa e non epidemiologica – è anche quella per ampliare il numero di posti letto dedicati ai pazienti Covid. Perché se i ricoveri vedono «un aumento graduale e non esponenziale», dunque più lento, come confermato dalla nota che la Direzione generale Welfare ha inviato agli ospedali lombardi l’altro ieri, la Lombardia cerca di anticipare il virus anche da questa prospettiva . In concreto lo fa aumentando le postazioni in area medica, cioè quelle dedicate ai pazienti «ordinari»: oltre alla nota diramata alle strutture lombarde, la Regione ha infatti comunicato al ministero della Salute di aver incrementato il numero di posti letto ordinari disponibili.
Lo si evince dal monitoraggio giornaliero dell’Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, secondo cui da ieri la Lombardia è salita a 8.485 posti letto disponibili in area medica, 540 in più rispetto ai 7.945 che risultavano sino a martedì. È peraltro il secondo ampliamento a stretto giro: già il 6 dicembre si era passati da una dotazione di 6.668 posti letto ad appunto 7.945. Come aveva specificato in quell’occasione la Regione, la riorganizzazione ospedaliera è «modulata su diversi livelli di allerta che ridisegna il numero dei posti letto che effettivamente al momento si potrebbero mettere a disposizione, considerando il personale necessario alla cura dei pazienti ricoverati». La Lombardia, in sostanza, si è dotata di un modello organizzativo che può portare via via sino all’attivazione in area medica di 8.485 posti letto, a seconda dell’andamento dei ricoveri.
Una conseguenza matematica delle nuove disposizioni è che si abbassa la saturazione nei reparti ordinari. Ieri in Lombardia si contavano 1.189 pazienti ordinari, solo 4 in più di martedì: alla luce del nuovo numero di posti letto disponibili la saturazione si attesta ora al 14%, contro una soglia d’allerta fissata al 15%; con la precedente disponibilità, il tasso di occupazione sarebbe invece salito al 14,97%. Resta, invece, confermata la dotazione di 1.530 posti letto di terapia intensiva: i lombardi in rianimazione sono 145 (1 in meno), la saturazione è del 9,48% contro una soglia d’allerta del 10%. Si passa in zona gialla se si sforano entrambi i parametri: la nuova rimodulazione dei reparti ordinari disegna un margine sufficiente per conservare la zona bianca anche la prossima settimana, quella che porta al Natale . In Bergamasca la situazione conserva un andamento lineare e i pazienti sono 72 (1 in più): 45 al «Papa Giovanni» (di cui 11 in terapia intensiva, uno in più), 10 all’ospedale di Alzano afferente all’Asst Bergamo Est (2 in meno), mentre all’Asst Bergamo Ovest – che non ha comunicato il dato – l’ultimo aggiornamento indicava 17 persone in cura.
Il fronte dei contagi
Mentre si monitora attentamente l’impatto della variante Omicron, dopo i primi quattro casi emersi tra Milano, Lodi e Magenta a inizio settimana, la curva dei contagi continua a guardare verso l’alto. Sempre però con una differente velocità tra il trend regionale e quello orobico. Ieri il bilancio complessivo della Lombardia è stato il più pesante da inizio ondata, con 4.765 casi; a livello territoriale spiccano i 1.687 casi del Milanese (703 in città), i 542 della provincia di Monza e Brianza e i 535 del Bresciano. Sono stati 134.761 i tamponi analizzati, il tasso di positività s’attesta al 3,54%. L’incidenza sale a 223 casi settimanali ogni 100mila abitanti, non distante dal valore di 250 che un tempo – ora non più – sanciva il passaggio in zona rossa. La circolazione virale in Bergamasca certo cresce, ma con un’ampiezza più tenue rispetto alle aree limitrofe: ieri comunque le nuove infezioni sono state 250, il secondo balzo giornaliero più elevato di quest’ondata (il picco restano i 263 contagi comunicati domenica); l’incidenza bergamasca resta stabile a 109 nuovi casi settimanali ogni 100mila abitanti. I decessi causati dal Covid sono stati 29 ieri in Lombardia, non erano così tanti dal 27 maggio (41 in più); la Bergamasca non ha però registrato vittime.
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