Caro carburanti: obbligo di esporre il costo medio, tetto ai prezzi sulle autostrade

Le regole. Il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto-legge che introduce disposizioni urgenti in materia di trasparenza dei prezzi. Un’altra norma fisserà un tetto agli aumenti del costo sulle autostrade. I benzinai: «Non siamo noi a speculare, non abbiamo alcun potere nel fissare il prezzo del carburante». Leggi di più su L’Eco di Bergamo del 12 gennaio.

Il Consiglio dei ministri, su proposta del presidente Giorgia Meloni, del ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti e del ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, ha approvato un decreto-legge che introduce disposizioni urgenti in materia di trasparenza dei prezzi dei carburanti e di rafforzamento dei poteri di controllo e sanzionatori del Garante prezzi. In particolare - si legge nella nota di Palazzo Chigi - nel periodo gennaio-marzo 2023, il valore dei buoni benzina ceduti dai datori di lavoro privati ai lavoratori dipendenti, nel limite di 200 euro per lavoratore, non concorre alla formazione del reddito da lavoro dipendente.

Prezzo medio da esporre

Si rende giornaliero l’obbligo per gli esercenti l’attività di vendita al pubblico di carburante per autotrazione per uso civile di comunicare il prezzo di vendita praticato. Il Ministero delle imprese calcola e pubblica il prezzo medio giornaliero nazionale. Tale prezzo deve essere esposto, con specifica evidenza, da parte degli esercenti insieme al prezzo da essi praticato. I consumatori potranno così fare il confronto.

Sanzioni e controlli

Il Cdm ha deciso di rafforzare le sanzioni amministrative in caso di violazione, da parte degli esercenti, degli obblighi di comunicazione e pubblicità dei prezzi. In caso di recidiva, la sanzione può giungere alla sospensione dell’attività per un periodo da sette a novanta giorni. Si rafforzano i collegamenti tra il Garante prezzi e l’Antitrust, per sorvegliare e reprimere sul nascere condotte speculative. Allo stesso fine, si irrobustisce la collaborazione tra Garante e Guardia di Finanza. Viene, inoltre, istituita una Commissione di allerta rapida per la sorveglianza dei prezzi finalizzata ad analizzare - nel confronto con le parti - le ragioni dei turbamenti e definire le iniziative di intervento urgenti. Nelle nuove misure è previsto che con un’altra norma venga fissato un tetto agli aumenti del costo dei carburanti sulle autostrade.

I benzinai: «Non possiamo fare nulla per contenere i prezzi»

Forte è la preoccupazione dei benzinai per l’entrata in vigore del decreto che riverserebbe sui gestori di pompe di benzina una nuova incombenza: pubblicare e aggiornare costantemente il prezzo medio rilevato a livello nazionale di ogni singola tipologia di carburante, inviata giornalmente dallo stesso Ministero. «Un’informazione che non porta alcun vantaggio al consumatore e che di certo non va a risolvere il grave problema dei rincari con cui si scontrano ogni giorno gli automobilisti italiani - commenta Renato Mora, presidente provinciale del Gruppo Gestori distributori carburante Ascom Confcommercio Bergamo -. Innanzitutto le attuali polemiche attorno al caro carburanti sono dovute alla decisione del governo di togliere la riduzione delle accise decisa a marzo 2022, per un totale di 30,5 centesimi al litro e che gli utenti si sono ritrovati dal primo gennaio. Il prezzo medio dei carburanti è passato da circa 1.60 euro al litro a circa 1,85 euro al litro». La categoria risponde inoltre con fermezza alle ingiuste accuse di speculazione.

«La categoria ha operato, opera e opererà sempre con trasparenza e nel rispetto delle regole. Se in questo momento ci sono delle spinte speculative certamente non vengono dalla nostra categoria, che non ha alcun potere nel fissare il prezzo del carburante»

«La caccia agli speculatori sta mettendo la nostra categoria sul banco degli imputati - continua Mora -. I gestori degli impianti di distribuzione carburanti sono obbligati per contratto ad applicare i prezzi indicati dalle compagnie petrolifere e il margine medio per il gestore è di circa 3,5 centesimi al litro qualsiasi sia il prezzo del carburante. Oltretutto abbiamo l’obbligo di comunicare al ministero dello sviluppo economico, tramite il portale “osservatorio prezzi carburanti” ogni variazione dei prezzi praticati. E questo portale è l’unica fonte ufficiale alla quale l’utente può fare riferimento. La categoria ha operato, opera e opererà sempre con trasparenza e nel rispetto delle regole. Se in questo momento ci sono delle spinte speculative certamente non vengono dalla nostra categoria, che non ha alcun potere nel fissare il prezzo del carburante».

I prezzi praticati dai gestori crescono infatti in misura minore rispetto alle imposte: «Il Governo contraddice se stesso ritenendosi, da un lato, preoccupato per gli aumenti del carburante mentre, dall’altro, tramite il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, rileva che nella prima settimana dell’anno il prezzo al self-service è cresciuto in misura minore rispetto alle accise - commenta Oscar Fusini, direttore Ascom Confcommercio Bergamo - Ci auguriamo che si renda giustizia ad una categoria ingiustamente additata quale responsabile di inesistenti speculazioni, come mostrano i dati. È assurdo dare ai gestori nuove incombenze. Aggiungere il prezzo medio praticato a livello nazionale non fa che creare confusione nei consumatori. Si tratta inoltre di un adempimento gravoso per i gestori, chiamati ad aggiornare anche sabato e domenica, un prezzo che viene fornito dal Ministero per essere poi pubblicato di nuovo sul sito ministeriale. I display luminosi non sono nemmeno predisposti per questa nuova voce e c’è molta apprensione di fronte all’eventualità di nuovi investimenti per il loro adeguamento».

Fiab: «Ci aspettavamo altro»

«Rispetteremo, ovviamente, quanto verrà deciso dal governo. Ma certo non era questo il tipo di provvedimento che ci aspettavamo». Così Giuseppe Sperduto, Presidente di Faib Confesercenti. «L’esecutivo smentisce se stesso: i dati ufficiali del Ministero dell’Ambiente certificano che l’aumento dei prezzi alla pompa è stato in linea con il rialzo dovuto al ripristino delle accise, ma il Cdm sceglie di ignorarli e di considerare comunque i gestori come pericolosi speculatori. E per questo vara un provvedimento che scarica su di essi - che non stabiliscono i prezzi e sono evidentemente l’anello più debole della filiera dei carburanti - l’ennesimo assurdo adempimento». «Senza contare che c’e il rischio concreto che il prezzo possa essere influenzato in larga parte dal fenomeno - già noto agli organi di controllo e sotto gli occhi di tutti - dell’illegalità fiscale e contrattuale, che secondo le nostre stime conta per il 30% dell’erogato totale della rete. Inoltre, si esasperano ulteriormente i gestori, che già oggi espongono una decina di cartelli prezzi sulle aree di servizio. Si crea una vera e propria babele cartellonistica, utile solo ad esporre i gestori ad ulteriori sanzioni creando confusione nei consumatori. Si apre poi un vulnus nella regolamentazione europea in materia di concorrenza: siamo curiosi di sapere cosa ne pensa l’antitrust» conclude.

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