Volto d’inclusione per Woolrich: «Vivo a Marsiglia, Bergamo è casa»

LA STORIA. Amira Rachdi, dopo il diploma in Belle arti alla Carrara ora è esperta di branding e design visivo in Francia. Figlia di immigrati, ha realizzato progetti d’integrazione.

«Avevo l’impressione di aver fatto tutto ciò che potevo a Bergamo, sia a livello professionale sia personale. Sono sempre stata curiosa e attratta dalle novità, quindi trasferirmi mi sembrava il modo giusto per crescere e mettermi alla prova». Inizia così, a raccontarsi, Amira Rachdi, 29enne albinese, che da maggio 2022 si è trasferita in Francia. In Provenza, nella città di Marsiglia, ha trovato il suo spazio ideale. Figlia di genitori marocchini giunti in Italia nel 1988, è una libera professionista nel settore del graphic design.

Le mostre in Gamec e Carrara

«Fin da piccola – prosegue – ho sempre avuto un forte interesse per l’arte e la comunicazione visiva. Alle superiori ho deciso di studiare grafica pubblicitaria presso l’istituto «Caniana» di Longuelo, poi mi sono iscritta all’Accademia di Belle Arti G. Carrara di Bergamo, che mi ha dato la possibilità di unire l’apprendimento tecnico all’espressione artistica. Ho partecipato a esposizioni alla Gamec e in Accademia, dove ho potuto esprimere attraverso l’arte le mie due culture, italiana e marocchina, che si fondono in un unico quadro. Durante il Covid è nato il collettivo «Thegoodneighborhoodcollective»: insieme a un gruppo di artisti e amici, abbiamo voluto dare voce soprattutto, in ambito artistico, alle prime generazioni italiane, ovvero noi figli di immigrati presenti sul territorio italiano».

Amira volto per Woolrich

«Abbiamo avuto grandi soddisfazioni: intervistato tanti artisti, lavoratori di ogni tipo, studiosi presenti nel nostro paese, e questo ci ha dato visibilità e ci ha permesso di fare collaborazioni con marchi noti come Woolrich e NSS Magazine, dove ho raccontato la mia esperienza di crescita in Italia. Abbiamo anche collaborato con altri brand come Puma, Converse etc. Contemporaneamente lavoravo come graphic designer per una startup di editoria digitale a Bergamo, collaborando su progetti creativi e costruendo il mio portfolio. Ho collaborato con marchi noti e cercato sempre di sviluppare nuove competenze per crescere professionalmente».

Marsiglia, bellezza nascosta

Poi la decisione di partire e andare Oltralpe. «Sono stata spesso in Francia in vacanza, e quando visitai Marsiglia per la prima volta, ricordo di aver pensato che non fosse una città che colpisce a primo impatto, ma una con una bellezza nascosta. Mi sembrava un nuovo stimolo da scoprire, con una multiculturalità che mi ha sempre attratta e una scena artistica e creativa in continua evoluzione. Ci sono stati vari fattori che mi hanno potata a prendere questa scelta con leggerezza. Ho una sorella minore che nel gennaio 2022 si era trasferita proprio a Marsiglia, per fare la «ragazza alla pari». Poi, a maggio dello stesso anno, ho trovato lavoro come graphic motion designer a Aix-en-Provence, a pochi chilometri di distanza.

Quando annunciai ai miei genitori di partire ho scoperto che mio padre, prima di arrivare a Bergamo, aveva vissuto proprio ad Aix-en-Provence». «Ora, dopo aver lavorato per un’azienda francese nel settore del turismo, ho deciso di mettermi in proprio e ho avuto la possibilità di collaborare con marchi e aziende della zona, oltre che con alcuni clienti italiani su progetti di branding, design visivo e consulenza generale per aiutarli a crescere e farsi conoscere. Sono partita con poche aspettative, cercando di vivere un’avventura, e forse è stata proprio questa la chiave. Mi aspettavo di trovare un ambiente stimolante e aperto alla diversità, e Marsiglia ha superato le mie aspettative: oltre a nuove opportunità lavorative, ho partecipato a progetti internazionali che in Italia avrei avuto difficoltà a trovare, o che forse sarebbero arrivati solo dopo anni di lavoro».

«Un progetto tutto mio»

«Ora mi sento pronta per avviare un mio progetto, grazie alla formazione personale che ho avuto in questi anni, cosa che forse non avrei fatto restando a casa. Dico sempre che Marsiglia è una città affascinante, a volte difficile da comprendere, ma incredibilmente autentica. Ha un’energia unica, con molto da fare per giovani e famiglie. Anche la posizione sul mare e la storia ricca di influenze mediterranee creano un bellissimo intreccio di culture. Da appassionata di calcio, ho trovato una grande somiglianza tra l’Atalanta e l’Olympique de Marseille: qui la gente vive il calcio come una religione. Ho assistito a partite dove erano presenti famiglie, bambini, adulti e giovani, uniti in un’atmosfera splendida, simile a quella che si vive a Bergamo. Amo inoltre la multiculturalità e l’atmosfera vivace di questa città. Qui le culture si intrecciano, e puoi trovare qualsiasi cucina. Anche a livello culturale, tra musei, gallerie e atelier c’è sempre qualcosa da fare. Sei in città, ma circondato da mare e natura, dalle Calanques alla Provenza con i suoi villaggi e tramonti spettacolari. Vengo da Albino, la città dei Moroni, e qui sono nella terra di Cézanne. È facile capire perché gli artisti venivano qui per ispirarsi grazie ai colori del luogo».

La terra di Cézanne

Un posto che è diventato una seconda casa. «Vivo giorno per giorno – confessa la 29enne –, e sono partita senza fare piani. Però il legame con la città si è rafforzato nel tempo, e ho avuto la fortuna di conoscere persone splendide, che sono diventate la mia seconda famiglia, e di avere mia sorella vicina. Oggi considero Marsiglia una seconda casa. Tornare in Italia? Una domanda che mi viene posta spesso, e al quale non so dare una risposta definitiva. Al momento, non penso di tornare. L’Italia e il Marocco sono i miei paesi d’origine e li porto sempre nel cuore, ma sento che la Francia mi abbia dato tanto e che Marsiglia abbia ancora molto da farmi scoprire, imparare ed apprezzare.

Ho lasciato il Nord Italia per il Sud della Francia, e ci sono differenze culturali marcate, dal modo di relazionarsi al cibo e alle abitudini quotidiane. Marsiglia è una città un po’ più “ruvida” ed è la seconda più grande del paese, quindi con abitudini diverse. Si vive molto il quartiere e vengono organizzate tante attività: è una città, ma con un cuore aperto e inclusivo. Anche il clima è molto diverso rispetto a Bergamo: sono ancora circondata da montagne, ma anche dal Mediterraneo e dal sole, che rende le giornate più belle e positive. Ovviamente sento un po’ la nostalgia di casa. Mi mancano la famiglia, gli amici e, naturalmente, il cibo. Mia mamma mi spedisce pacchi di prodotti italiani o bergamaschi, come taleggio e bresaola, difficili da trovare fuori dall’Italia. Ricordo con piacere anche le tradizioni di casa: come le passeggiate in Città Alta, che ti fanno apprezzare la bellezza di Bergamo, o lo sport. Sono infatti cresciuta guardando il calcio con mio padre e i miei amici, e spesso mi manca guardare il campionato di Serie A».

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