Sul camion-casa da 7 anni, in viaggio dal Messico al mare Artico

LA STORIA. Igor Moleri, nato a Seriate, pilota di aerei, ha 51 anni. Con la compagna Monica hanno attrezzato un Tir esplorando Canada, Nord America ed Europa.

Dalla cabina di pilotaggio alle strade del mondo a tempo pieno da ormai 7 anni. Nato a Seriate nel 1973, Igor Moleri ha sempre sentito il richiamo dell’ignoto. La sua vita, iniziata tra le aule del liceo scientifico a Bergamo e proseguita alla facoltà di Giurisprudenza a Milano, ha preso una svolta inaspettata quando ha deciso di inseguire il suo sogno di volare. «Il cielo mi affascinava e ben presto ho capito che era quello il mio destino: il volo. Diventare pilota non era solo una questione di abilità tecnica, ma di libertà, di possibilità di scoprire e di confrontarmi con nuove culture e visioni del mondo. Vedevo il volo come un’opportunità di crescita, di connessione con mentalità diverse e questo mi emozionava profondamente».

Il brevetto da pilota a Forlì

Dopo aver ottenuto il brevetto di pilota di linea a Forlì, il cielo diventa la sua casa ma presto capisce che la libertà che cerca non è soltanto quella tra le nuvole. «Era la realizzazione di un sogno che mi aveva accompagnato per buona parte della mia vita. Il volo non era solo una professione, era la mia libertà, la mia occasione per esplorare non solo il mondo, ma anche me stesso. Ogni volo è diventato una nuova scoperta, un nuovo modo di vivere la vita, in continua evoluzione. Ho volato sopra l’Italia, sopra buon parte dell’Europa e del Nord Africa. A quel punto, ero pronto a realizzare il mio grande sogno successivo: sposare Monica, una triestina che conoscevo dai tempi del liceo. Da sempre condividevamo una passione profonda per il viaggio, per l’avventura, per lo sport e per tutto ciò che ci portava oltre confine».

L’amore per Monica

Dopo aver vissuto in Svizzera per quindici anni, i due decidono di cambiare radicalmente la loro esistenza, ispirati dall’incontro con alcuni «overlanders», viaggiatori a tempo pieno che esplorano il mondo su veicoli attrezzati. «Vedere con i nostri occhi che un’esistenza così era possibile ci ha stregati. Al nostro ritorno in Europa, ci siamo ritrovati a farci mille domande sul vero significato della vita. Senza figli, ci siamo chiesti: che senso ha continuare a lottare in una società sempre più frenetica, che scivola sulla superficie delle cose, consumando il nostro tempo in cambio di beni effimeri e non di emozioni autentiche?».

Il camion-casa Kami

Così nel 2017 Igor e Monica vendono tutto e affidano il loro futuro a Kami, un camion-casa progettato su misura. Il viaggio inizia con un test di cinque mesi in Marocco fino al confine con la Mauritania, una prova che li mette di fronte alle sfide di questa nuova vita: «Quell’esperienza ci ha messo alla prova su tanti fronti: non solo dal punto di vista tecnico (imparare a far fronte ai problemi meccanici - idraulici ed elettrici - a guidare tra le dune, le rocce e i torrenti) ma anche, e soprattutto, sul piano personale e di coppia. Monica e io ci conosciamo da oltre 35 anni ed entrambi abbiamo caratteri forti e indipendenti. Siamo sempre stati abituati a stare insieme nel tempo libero, nei fine settimana o in vacanza, ma vivere 24 ore su 24 insieme è tutta un’altra cosa. Richiede un impegno enorme da parte di entrambi, un lavoro costante per diventare un team senza calpestarsi, senza perdere la propria identità».

Svizzera, Messico e America

«Passare dalla sicurezza della Svizzera poi alle strade del Marocco non è stato facile – racconta –. Ma quando i nostri occhi e la nostra mente si sono aperti al nuovo, un senso di leggerezza ha preso il sopravvento e non ci ha più lasciato». Dopo il Marocco, la coppia si imbarca in un’avventura ben più grande: sei anni di esplorazione attraverso il Nord America e l’America Centrale. «Abbiamo vissuto esperienze incredibili, incontrato persone straordinarie e scoperto la bellezza selvaggia del continente americano». Dal Canada agli Stati Uniti, dal Messico al Guatemala, ogni chilometro percorso diventa un’opportunità di crescita. «La natura selvaggia ci ha insegnato a essere più umili, a sentirci parte di qualcosa di più grande». Momenti indimenticabili, come il primo incontro con un orso in Canada o il nuotare tra i giganti squali balena nel Mar di Cortez, si alternano a esperienze umane intense.

Il Covid in British Columbia

«In Colorado, una coppia ci ha ospitato nel loro chalet e l’estate scorsa, sapendo che eravamo in zona, ci ha chiesto di prenderci cura della loro casa per due settimane. La generosità che abbiamo trovato lungo il cammino ci ha toccati nel profondo». Anche la pandemia da Covid-19 non ferma la loro avventura. Bloccati in British Columbia, vivono mesi in simbiosi con la natura: «Pescavamo salmoni, raccoglievamo funghi, osservavamo orche e balene. Era come essere i soli abitanti di un paradiso primordiale».

«La voglia di scoprire non si esaurisce mai.Il viaggio ci ha insegnato a vivere nel presente»

Ma più di tutto, ciò che ha segnato Igor e Monica sono stati gli incontri lungo il percorso. In Key West, una coppia ha dato loro le chiavi dell’auto per permettergli di visitare la città in libertà. A San Jose, vicino a San Francisco, amici di amici li hanno ospitati per oltre una settimana, dando loro consigli preziosi sui luoghi da visitare. «Abbiamo ricevuto gesti di ospitalità che ci hanno commosso, da persone che prima di quel momento erano perfetti sconosciuti. E che ci hanno insegnato ad aprire il cuore verso chiunque ci passi accanto, senza pregiudizi, ma con umiltà, fiducia e gratitudine». Anche il Messico ha lasciato un segno indelebile. Nel Mar di Cortez, le acque cristalline li hanno accolti con un’esplosione di biodiversità mozzafiato. In Guatemala, le tradizioni indigene ancora vive li hanno trasportati in un altro tempo. In El Salvador, hanno ascoltato storie di guerra civile che ancora pesano sulla popolazione, mentre in Honduras e Nicaragua si sono trovati faccia a faccia con la povertà e le difficoltà sociali.

Il racconto sui social

«Viaggiare significa confrontarsi con il bello e con il difficile, con la meraviglia e con la durezza della vita». Dopo oltre 160mila chilometri percorsi e innumerevoli incontri, Igor e Monica a ottobre 2024 hanno riportato Kami in Europa per un check-up tecnico, ma la loro avventura non si ferma qui. Ora lo sguardo è rivolto al Sud America, pronti per un nuovo capitolo del loro viaggio senza confini. «Ho capito che la vera libertà non è nel fuggire da qualcosa, ma nel trovare il coraggio di seguire ciò che sentiamo nel profondo».

Il futuro di Igor e Monica è ancora un’avventura da scrivere e che si potrà seguire sul loro profilo Instagram @kamiontravel. «Non abbiamo una tabella di marcia fissa, né un itinerario rigido da seguire. Vogliamo lasciarci trasportare dagli incontri, dalla bellezza dei luoghi e dall’istinto che ci guida». Il prossimo passo sarà attraversare le Ande, esplorare la Patagonia e immergersi nelle culture sudamericane. «La voglia di scoprire non si esaurisce mai. Il viaggio ci ha insegnato a vivere nel presente, ad adattarci a ogni situazione e a cogliere ogni opportunità».

Bergamo senza confini

Essere più vicini ai bergamaschi che vivono all’estero e raccogliere le loro esperienze in giro per il mondo: è per questo che è nato il progetto «Bergamo senza confini» promosso da «L’Eco di Bergamo» in collaborazione con la Fondazione della comunità bergamasca onlus. Per chi lo desidera è possibile ricevere gratuitamente per un anno l’edizione digitale del giornale e raccontare la propria storia. Per aderire scrivete a: bergamosenzaconfini@ecodibergamo.it.

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