Silvia, istruttrice sub alle Isole Vergini: «Amo il mondo sottomarino e insegno l’abilità di esplorarlo»

LA STORIA. A 31 anni Silvia Magoni, di Seriate, è istruttrice di immersioni. Trascorrerà l’estate sulle Isole Vergini Britanniche. Una laurea in Lingue, poi 6 anni fa il volo di sola andata in Australia.

Con la voglia di scoprire il mondo, Silvia Magoni ha lasciato Seriate, sua città natale, per andare in Australia. Dopo sei anni lì, la 31enne si è spostata in Honduras, nella piccola isola di Utila, per diventare istruttrice di immersioni. Con il brevetto in tasca, sta ora viaggiando tra Belize e Messico in un itinerario dedicato alla vita subacquea. Con l’estate ha iniziato il suo primo lavoro da istruttrice di immersioni alle Isole Vergini Britanniche.

L’amore per lo snowboard

«Finito il liceo linguistico “Giovanni Falcone” – racconta la giovane – ho iniziato a lavorare per una compagnia di spedizioni internazionali. Mentre ero impiegata full time ho conseguito la laurea in Lingue e letterature straniere all’Università degli studi di Bergamo, studiato portoghese e russo privatamente, frequentato lezioni di ginnastica acrobatica e soprattutto mi sono dedicata alla mia passione numero uno: lo snowboard. Quando ho messo la tavola ai piedi per la prima volta, è stato amore. Ogni weekend, ponte, vacanza di Natale o Pasqua era trascorsa a Madonna di Campiglio, tra neve, feste e i migliori amici».

L’anno sabbatico in Australia

«Nel 2018, quando avevo 26 anni, molti amici stavano iniziando a comprare casa, convivere, sposarsi – ricorda Silvia Magoni –, alcuni addirittura già parlavano di figli. Sentivo che per me non era ancora arrivato il momento di “sistemarmi”, e così sono partita alla volta dell’Australia». Il progetto di Silvia era quello di godersi un periodo sabbatico. «Ho pensato all’Australia per la quotidianità vicino all’oceano, gli spazi immensi, i paesaggi spettacolari e selvaggi, la fauna unica – spiega la seriatese – e la diffusa passione per gli sport».

Un Paese multiculturale

Una ulteriore attrattiva dell’Australia è la sua multiculturalità – spiega la 31enne –. Qui vivono persone provenienti da qualsiasi parte del mondo, al punto da rendere le classiche barzellette “un italiano, un francese e un tedesco si incontrano al bar...” piuttosto noiose. Durante gli anni in Australia ho avuto la fortuna e l’onore di stringere amicizie con argentini, canadesi, indiani, taiwanesi, kiwis e chi più ne ha più ne metta. Imperdibili le nostre feste, tra bruschette, carne asada, egg rolls, noodles, crepes e mille altre delizie tramandate nelle ricette di nonne di tutto il mondo. Inizialmente pensavo di concedermi un periodo sabbatico di uno o due anni, ma lo stipendio buono, lo stile di vita rilassato e le mille opportunità che questo Paese offre, hanno stravolto i miei piani (caratteristica comune per i molti “vagabondi” come me che ho incontrato)».

Il lavoro come «chief hostess»

«Nei quasi sei anni nella terra dei canguri ho lavorato principalmente come “chief hostess” (responsabile servizio hostess, ndr) per superyachts e crociere, posizione che mi ha permesso di visitare gli angoli più remoti del Paese, dal Kimberly alle Whitsundays. Lo scorso anno, durante la mia permanenza alle isole Fiji per quasi tre mesi, ho scoperto una nuova passione: le immersioni subacquee. Da poco ho ottenuto il brevetto da istruttrice. Questa qualifica mi offrirà l’occasione non solo di praticare un’attività che adoro, ma anche di lavorare in località incredibili in ogni angolo del mondo: già non vedo l’ora. A volte mi sento un po’ ingorda nella mia irrefrenabile voglia di fare cose nuove, visitare paesi sconosciuti e conoscere tante persone diverse. Chissà se arriverà mai il momento di fermarsi».

Istruttrice di immersioni

Per il momento infatti la 31enne non sembra essere intenzionata a rientrare in patria, e si gode il mare dei Caraibi. «Non credo riuscirei mai a tornare in Italia per stabilirmi lì definitivamente – sottolinea –, ma prometto di rientrare presto per visitare gli amici di una vita e concedermi qualche serata di divertimento con la mia migliore amica Gilda, infastidire mio fratello Alessandro con mille frecciatine e riabbracciare il mio papà Franco e la mia mamma Maria. E se lo dico qui, è una promessa seria (ride, ndr)».

«Arte e storia nel nostro Dna»

«Dell’Italia mi mancano la cultura e la storia. In un paese giovane come l’Australia, tutto questo è inesistente ed è difficile comunicare anni e anni di tradizione e arte radicati nella nostra pelle, a persone che non hanno mai avuto esperienze simili nella propria terra. Di Bergamo mi mancano i miei migliori amici, la mia famiglia, i miei gatti e i casoncelli».

Le lezioni in mare aperto

«La vita qui è scandita dalle immersioni: le giornate nel campo delle immersioni iniziano presto, si deve preparare la barca caricando bombole e attrezzatura, si imbarcano i sommozzatori e si esce per due immersioni in mare aperto e si rientra al molo a orario pranzo per poi ripetere il tutto nel pomeriggio. Nel caso dei corsi per principianti si praticano anche sessioni in acque poco profonde, a partire dalla spiaggia più vicina» spiega a proposito del proprio lavoro.

Lo «snorkel test»

«Amo condividere la mia passione per il mondo sottomarino e insegnare ad altri l’abilità di esplorarlo. Vedere i propri studenti crescere dai primi respiri sott’acqua agli esercizi più complessi è una soddisfazione enorme e spero di poter accompagnare sempre più persone nel percorso di “diving”, dai brevetti basici a quelli più avanzati. Una delle tradizioni più simpatiche lungo la carriera delle immersioni è lo “snorkel test”. Quando qualcuno consegue il titolo di “divemaster”, qualifica che precede quella da Istruttore, deve bere una birra attraverso il boccaglio. In alcuni casi il “rito di iniziazione” prevede altre prove, come montare l’attrezzatura sulla bombola bendato o rimuovere l’attrezzatura danzando».

«I festeggiamenti per il conseguimento del brevetto da istruttore sull’isola di Utila prevedono un grandissimo party, a cui partecipa tutta l’isola – ricorda Silvia Magoni –. Diversi dj suonano tutta la notte in un locale a cielo aperto, la cui architettura ricorda quella del Parc Guell a Barcellona, i nuovi istruttori si presentano al bar, ricevono una corona con il proprio nome, e tutti si congratulano con loro per il traguardo raggiunto».

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