Bergamo senza confini / Hinterland
Domenica 28 Giugno 2020
«Qui Malta, la nostra
scuola con il coivd»
La lettera di due sorelline, Benedetta e Sonia Alfano, di 10 e 8 anni vivono nell’isola con mamma, papà e il fratellino Lorenzo. La vita a Naxxar con il Covid. Da Ponteranica a Naxxar per vivere col padre che si era trasferito per lavoro. È la storia di Benedetta e Sofia, rispettivamente di 10 e 8 anni, che nel 2018, con la madre Paola e il loro piccolo fratellino Lorenzo di 4 anni (all’epoca solo di 2), hanno deciso di raggiungere il padre che dal 2016 vive e lavora a Malta per un’azienda chimica multinazionale. «I primi due anni – racconta Antonio Alfano, il padre – ho vissuto come un pendolare, solo che la tratta interessata era Malta-Bergamo.
Poi, nel 2018, io e mia moglie abbiamo deciso di ricongiungerci e nel contempo utilizzare la mia esperienza di lavoro per dare ai nostri figli l’opportunità di vivere e studiare in ambito internazionale. Così Paola ha preso un periodo sabbatico di due anni e mi ha raggiunto con tutta la “truppa”».
Le due figlie maggiori della coppia, una volta a Naxxar, si sono quindi iscritte a una delle scuole internazionali del Paese. «Viviamo a Malta da due anni – racconta Benedetta – e frequentiamo la Chiswick House School. Abbiamo delle brave maestre i cui nomi sono Ms. Michelle, Ms. Josette, Ms. Thea e Ms. Ilaria. La nostra scuola è grandissima e abbiamo un giardino bellissimo che la fa sembrare un mondo nuovo. Prima del coronavirus era nostro padre che ci accompagnava a scuola proseguendo poi per andare al lavoro. Al termine ci veniva a prendere la mamma con nostro fratello Lorenzo, dopodiché andavamo a giocare al parco con i nostri amici. Al rientro a casa era quindi il momento per svolgere i compiti».
Una nuova scuola, con alcune differenze rispetto a quella che le due bambine frequentavano in Italia e alla quale si sono dovute adattare. «Le differenze che abbiamo notato sono varie – spiega Sofia –: qui non esiste la mensa, infatti nostra mamma ogni giorno ci deve preparare il pranzo che consumiamo durante il break; in classe andiamo con la divisa e la mattina prima dell’inizio delle lezioni facciamo l’assembly in cui ci sono le comunicazioni della giornata e cantiamo l’inno della scuola; infine, altra particolarità, ogni anno cambiamo sia le maestre che i compagni». «All’inizio non è stato facile per loro – commenta la mamma –, soprattutto per via della lingua inglese. Fino a Natale del primo anno siamo stati chiamati più di una volta dal corpo docente per far fronte alle oggettive difficoltà di due bambine buttate quasi al buio in una realtà fino ad allora sconosciuta. Non ci siamo però arresi, confortati anche da un’accorta Head (“la Preside”) che dall’alto della sua esperienza ha ben inquadrato Benedetta e Sofia, imputando l’ostacolo principale all’acerba pratica della lingua, e che ci ha giustamente chiesto di dar corso al tempo. E, infatti, a partire dall’alba del nuovo anno, devo dire che è stata una strada in discesa. L’inglese è diventato così un compagno di viaggio per allargare la cerchia delle amicizie e intensificare i rapporti più stretti».
Un’esperienza che, però, per forza di cose, ha dovuto fare i conti con l’emergenza Covid-19 degli ultimi mesi. «Ora, con il coronavirus – continua Benedetta –, le lezioni si svolgono solamente on-line: la mattina ci svegliamo alle 8,20 e siamo pronte per le 8,50. Le lezioni sono di solito scienze, matematica, inglese, lingue straniere, Physical Exercise, Drama Music, meditazione, informatica, Class Time, Focus Group e alcune sessioni in cui ci confrontiamo con i compagni». «I nostri momenti preferiti rimangono però quando potevamo andare a scuola con le nostre insegnanti – spiega Sofia – e incontrare i nostri amici. Durante le lezioni avevamo l’occasione di apprendere bene l’inglese perché lo ascoltavamo direttamente dalle insegnanti con cui c’era un confronto diretto».
A Malta, Benedetta e Sofia hanno trovato ad accoglierle un nuovo modo di imparare, ma anche tanti nuovi amici, provenienti da tutto il mondo. «Ci piace sempre stringere nuove conoscenze e avere nuovi amici – racconta ancora Benedetta –, i quali vengono da tutte le parti del mondo: Gabriella dal Sud Africa, Zara dalla Germania, Vanessa dalla Russia, Oliver e Madlen dalla Svizzera, Isabel e Francesco dall’Italia, Lea dall’Inghilterra e Maia da Malta. Prima del lockdown da coronavirus andavamo di frequente al mare a fare passeggiate o a pescare e a noi spesso si univano Leonardo, Aleandro, Daniel e Greta». Le due sorelle sono felici, quindi, dell’esperienza che stanno vivendo. Anche se la mancanza dell’Italia, di Bergamo e di casa spesso si fa sentire.
«Malta è molto bella – continua Sofia –. Le nostre spiagge preferite sono Mellieha, Mistra Bay e Tuffieha. Qui stiamo esplorando una vita diversa in cui ogni giorno impariamo cose interessanti, ma spesso pensiamo a casa dove ci aspettano i nostri nonni Piera e Roberto e i nostri zii Marco, Stefania, Paolo, Massimo e Monica. Fortunatamente possiamo sentirli con le videochiamate per sentirci più vicini». Una lontananza fisica che, però, presto verrà colmata. Le due bambine con la madre e il fratellino tra pochi mesi rientreranno in Italia. «A fine giugno – spiega Benedetta – ci saranno gli esami finali e forse faremo una festa per la conclusione dell’anno. Potremo così incontrare per l’ultima volta i nostri compagni di scuola a cui dare l’addio definitivo, in quanto quello che va a concludersi sarà il nostro ultimo anno a Malta».
«Il prossimo anno – conclude Sofia –, infatti, rientreremo in Italia, a Ponteranica, e riprenderemo a frequentare la nostra carissima “Rodari” che abbiamo lasciato due anni fa. Sarà emozionante incontrare nuovamente i compagni di allora. E, come per Malta, sarà una storia nuova tutta da scrivere». Chi non farà rientro in Italia, invece, è papà Antonio, che continuerà a vivere e lavorare a Malta e ricomincerà a essere un pendolare tra Naxxar e Bergamo. «I due anni sabbatici di mia moglie sono terminati – spiega l’uomo – e deve rientrare al lavoro. Quindi, lei con i miei figli torneranno a casa nostra nella Bergamasca. Io, però, lavoro ancora per la stessa azienda chimica che mi ha portato qui ormai 4 anni fa e, di conseguenza, continuerò a vivere a Malta, o meglio a essere un pendolare tra Malta e Bergamo».
Essere più vicini ai bergamaschi che vivono all’estero e raccogliere le loro esperienze in giro per il mondo: è per questo che è nato il progetto «Bergamo senza confini» promosso da «L’Eco di Bergamo» in collaborazione con la Fondazione della comunità bergamasca onlus. Per chi lo desidera è possibile ricevere gratuitamente per un anno l’edizione digitale del giornale e raccontare la propria storia. Per aderire scrivete a: [email protected].
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