Bergamo senza confini / Bergamo Città
Domenica 07 Agosto 2022
«Qui Illinois, dove ai giovani si dà sempre un’opportunità»
Jacopo Nicoli A 34 anni segue il settore commerciale per una multinazionale giapponese di macchine utensili. Da Bergamo negli Usa con la moglie e la piccola Valentina.
Una posizione lavorativa aperta negli Stati Uniti e la voglia di mettersi in gioco altrove. Jacopo Nicoli, 34enne di Bergamo, si è così trasferito, insieme alla moglie Federica, a Chicago nel febbraio 2020. Proprio lì, nella metropoli dell’Illinois, hanno costruito la loro famiglia con l’arrivo della piccola Valentina (nata però in Italia).
«Mi sono laureato presso l’Università degli studi di Bergamo, laurea breve in Giurisprudenza – racconta il 34enne – e ho iniziato a lavorare per una multinazionale giapponese produttrice di macchine utensili, in particolare torni a controllo numerico (Cnc). Proprio l’azienda mi ha proposto di fare questo “salto”: si era infatti liberata una posizione come responsabile commerciale del mercato statunitense e così ho deciso, grazie anche all’appoggio di mia moglie, di accettare questa sfida e partire con destinazione oltreoceano».
Un ufficio multietnico
Non proprio un trasferimento «lampo»: il contratto iniziale prevedeva minimo tre anni, con possibilità di proroga. «Volevo vivere e lavorare in un ambiente multiculturale – prosegue –: nel mio ufficio siamo infatti in quattro e tutti provenienti da un Paese diverso: Italia, Giappone, India e Germania. Nella ditta ci sono più di quaranta diverse nazionalità, dalle Filippine al Messico passando per il Pakistan. Ovviamente ci sono anche molti americani. Penso sia davvero interessante avere la possibilità, tutti i giorni, di confrontarsi su tematiche lavorative con persone di culture e mondi diversi rispetto a quello da cui si proviene. Senza dubbio è molto istruttivo. Da considerare anche qualche piccolo aspetto negativo: ogni tanto, può risultare un po’ frustrante, perché oltre alle problematiche del lavoro quotidiano, bisogna anche considerare le differenze culturali e quindi i diversi modi di approcciarsi con le persone. Il mio ruolo è quello di coordinare e assistere i vari sales manager sparsi sul vasto territorio americano».
Jacopo Nicoli è partito per gli Stati Uniti proprio poco prima della pandemia in Bergamasca. «Per quanto riguarda la pandemia – ricorda – l’approccio è stato molto diverso da stato a stato qui negli Usa. In Ilinois, all’inizio hanno chiuso tutte le attività non essenziali per circa due mesi. Poi hanno riaperto con obbligo di mascherina e capienza limitata. Ovviamente hanno cancellato anche tutti gli eventi in programma. Dal 2021, e con i vaccini, hanno allentato molto le misure lasciando comunque l’obbligo della mascherina. È stato utilizzato anche una sorta di green pass, il quale però è rimasto in vigore circa due mesi. Dallo scorso febbraio è stato rimosso l’obbligo delle mascherine in qualunque occasione o luogo, e si è ritornati a una situazione “normale”».
Opportunità per i giovani
Il futuro? Tutto dipenderà dalle future possibilità lavorative. «Non so se tornerò in Italia – confessa –: lì stavo bene, ma come mi trovo bene pure qui. Tutto dipenderà anche dalle opportunità lavorative che potrebbero nascere in futuro. Dell’”impostazione americana” apprezzo molto la multietnicità, come già sottolineavo rispetto all’ambito lavorativo. Sempre sotto l’aspetto professionale è impressionante la velocità con la quale si possa fare carriera, nonostante la giovane età: qui l’anzianità, ma più in generale l’età, non conta. Se una persona molto giovane ottiene ottimi risultati, fa carriera velocemente. Ci sono molti dirigenti giovani infatti. Sicuramente questo metodo ha delle pecche, ma è senza dubbio più stimolante. In generale credo sia molto meglio rispetto a certe situazioni lavorative europee, in cui malgrado tutto l’impegno e i risultati, per certe posizioni sei semplicemente troppo giovane».
Salute e scuole, meglio in Italia
«In generale, le differenze con l’Europa, e in particolare l’Italia, sono parecchie – ricorda –. La prima è senza dubbio la diversità da cui è composta la società americana: ci sono caucasici, afroamericani, latini (sia dal centro che dal sud America), indiani, asiatici e persone proveniente dall’Est Europa. I cibi sono molto variegati in quanto tutte le culture hanno i loro. I supermercati sono divisi in zone dove si può trovare di tutto. A Chicago fare la spesa costa molto di più rispetto a quello a cui ero abituato a Bergamo; e malgrado il prezzo la qualità è decisamente inferiore. Si riesce a trovare qualche cibo italiano “autentico”, e poi ci sono prodotti “italiani” ma fatti in America, i quali ovviamente costano meno ma non sono paragonabili a quelli nostrani. Si lavora di più, in termini non tanto di ore ma di giorni. Tipicamente infatti le ferie pagate sono di 10/15 giorni all’anno. Una volta che si crea una famiglia si tende a passare molto tempo in casa (Chicago è anche una città particolarmente fredda per diversi mesi all’anno, quindi credo sia anche per quello). La maggior parte delle case ha una taverna, adibita generalmente a sala giochi per tutta la famiglia, e un giardino esterno in cui si fanno barbecue. Il sistema scolastico è strutturato in maniera diversa, e in generale è molto caro: i prezzi delle università sono risaputi, ma in generale tutto il percorso scolastico partendo dalla scuola materna è davvero oneroso. Uguale per il sistema sanitario, con le assicurazioni molto care ma assolutamente necessarie. La qualità, in ogni caso, non è sempre garantita, dipende molto dalla struttura e dalla zona. Ne ho avuto bisogno, per un taglio che ha richiesto dei punti di sutura: i tempi di attesa in Pronto soccorso sono stati inferiori rispetto a quelli classici italiani, ma la qualità del servizio è sembrata la stessa e a un costo altissimo, malgrado abbia l’assicurazione sanitaria. Sono molte altre le differenze, non credo basterebbe una settimana per elencarle (ride, ndr)».
Chicago è tanto bella quanto fredda, anche se d’estate ci sono 30/35 gradi. Durante l’inverno invece, per pochi giorni, si possono sfiorare anche i -35 gradi. In generale la stagione invernale è molto lunga, va da metà ottobre a metà maggio. Malgrado le temperature rigide, la città offre un buon numero di attrattive: musei, teatri e mostre temporanee. Durante l’estate è molto viva con concerti, spettacoli all’aperto ed essendoci il lago, si può andare in spiaggia. Sfortunatamente la città conta parecchi crimini spesso violenti, generalmente però sono circoscritti in certe zone della città».
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