Bergamo senza confini / Valle Cavallina
Domenica 02 Gennaio 2022
Negli Emirati Arabi è «ambasciatore» di Green energy con Schwarzenegger
«Sono partito per gli Emirati Arabi nel 2009 per via della crisi finanziaria che aveva toccato l’Europa e gli Usa ma che al tempo stesso permetteva ancora di trovar lavoro a Dubai». Fabrizio Nicoli, 42 anni, originario di Brusaporto, dove ha vissuto fino alla laurea in Ingegneria gestionale conseguita nel 2004 presso l’Università degli studi di Bergamo, si è trasferito prima a Oxford per un anno, poi a Bologna e Milano, e infine a Dubai, dove ormai vive e lavora da 12 anni.
Una strada lunga e non facile, quella percorsa in tutti questi anni da Fabrizio, che però lo ha condotto oggi a essere general manager della filiale del Medio Oriente e Sud est asiatico di una società italiana produttrice di construction chemicals, Fila solutions, e collaborare con la Fondazione no-profit di Arnold Schwarzenegger focalizzata in progetti e impianti di energia rinnovabile in nazioni in via di sviluppo. Una carriera importante la sua che lo ha portato quest’anno anche a essere nominato come unico italiano tra i 14 finalisti ai prestigiosi Construction week Awards 2021 degli Emirati Arabi uniti, nella categoria «Construction executive of the year: The Construction executive of the year award will go to a senior executive who has demonstrated the greatest impact on their construction-related business during the eligibility period», la cui premiazione è avvenuta lo scorso 13 dicembre.
«Per me è un immenso orgoglio e una grande felicità essere stato nominato. Sono l’unico italiano a essere stato nominato e sono di Bergamo, e sono orgoglioso di aver portato l’Italia e Bergamo nel mondo a questo prestigioso traguardo: la nomination tra l’altro è relativa al settore delle costruzioni, che è il secondo settore industriale in termini di generazione del Pil degli Emirati, quarta economia del Medioriente. È davvero una soddisfazione personale importante e un riconoscimento per quanto ho fatto in tutti questi anni».
Un risultato che, come detto, arriva da un percorso partito da lontano, dal liceo scientifico di Trescore Balneario (maturità nel 1998). Poi la laurea in Ingegneria gestionale conseguita presso l’Università degli studi di Bergamo, con tesi di laurea in «Same Lamborghini-tractors», e ancora l’Executive Mba presso Cass-Bayes Business school, City University of London, con tesi di laurea in «Corporate Strategy per R20 Regions, la Fondazione in investimenti in green energy e infrastrutture di energia rinnovabili fondata dal governatore Arnold Schwarzenegger, partner delle Nazioni Unite e della Leonardo Di Caprio Foundation».
«Nella mia esperienza lavorativa professionale ho ricoperto vari ruoli come ingegnere gestionale – project manager – sviluppo business internazionale, presso vari Gruppi quali il Gruppo Hera di Bologna, un gruppo biomedicale di Oxford, e infine a Dubai da 12 anni nel settore construction. Qui, dopo tre anni nel settore alluminio come sales marketing manager presso il gruppo Al Ghurair (Primo Gruppo negli Emirati per Forbes Middle East), da nove anni ho sviluppato il business del gruppo Fila industria chimica (azienda italiana leader nella produzione di construction chemicals, una delle 100 società più sostenibili secondo Forbes Italia) in tutto il Medioriente, Sud est asiatico e Australia, vincendo e partecipando a grandi e importanti progetti, quali il Louvre Museum di Abu Dhabi, l’aeroporto internazionale del Qatar, la Coca Cola Arena di Dubai, il palazzo presidenziale dello sceicco di Abu Dhabi, fino a esser orgogliosamente nominato, come detto, unico italiano, ai prestigiosi Construction week Awards 2021 degli Emirati Arabi, come uno dei 14 più influenti executive manager del settore costruzioni della Regione, e portando la nostra società a essere nominata come una dei migliori 11 sub-contractor del Medio Oriente. Sono inoltre Ambassador per R20 Regions, la fondazione no-for-profit di Schwarzenegger, partner della Ldf Leonardo di Caprio foundation, che si impegnano a sviluppare infrastrutture e progetti a energia rinnovabile in Nazioni in via di sviluppo per limitare l’emissione di CO2, limitare l’inquinamento, dannoso anche per le vite umane, e generare nuovi posti di lavoro. Sicuramente un importante progetto umanitario, ambientale e di corporate social responsability».
Fabrizio oggi può quindi dire di aver raggiunto importanti traguardi, alcuni magari impensabili quando era partito da solo 12 anni fa. «I primi sei mesi di lavoro in Medioriente, nel lontano 2009, erano stati particolarmente sfidanti sia dal punto di vista professionale che di adattamento culturale. Il lavoro avviene in zone industriali e cantieri collocati nel deserto e ci si interfaccia quotidianamente con una ventina di diverse nazionalità, con culture diverse dalla nostra. Poi ci si abitua, ci si adatta, e si cresce professionalmente ogni giorno di più. Il segreto del successo è l’umiltà nelle relazioni con varie nazionalità e soprattutto, e solamente, il duro lavoro. La nazione degli Emirati Arabi Uniti, e non la sola città di Dubai, offre molto lavoro e molte opportunità lavorative e nuovi progetti ogni anno. Non è una situazione statica. È sempre in divenire».
A Dubai Fabrizio ha conosciuto nuovi amici, anche se quando può torna dalla sua famiglia, a Bergamo. «Sì torno ogni volta che posso, un paio di volte l’anno comunque. I primi anni in cui mi sono trasferito qui, non disponevamo di sistemi di video chiamate comodi e veloci come esistono oggi. Oltre agli affetti cari, alla famiglia e agli amici, certamente manca anche l’Italia e Bergamo, che hanno luoghi naturali meravigliosi quali mare, montagne, città storiche, la natura rigogliosa, tutto».
E il futuro? «Il vivere e lavorare in una nazione sempre in divenire come gli Emirati Arabi rende la mente aperta a nuove sfide. Il cuore e le origini sono però in Italia e in Europa, quindi penso che il mio futuro sarà adattato in parti uguali tra l’Italia e l’estero, anche per via del mio lavoro».
Essere più vicini ai bergamaschi che vivono all’estero e raccogliere le loro esperienze in giro per il mondo: è per questo che è nato il progetto «Bergamo senza confini» promosso da «L’Eco di Bergamo» in collaborazione con la Fondazione della Comunità Bergamasca. Per chi lo desidera è possibile ricevere gratuitamente per un anno l’edizione digitale del giornale e raccontare la propria storia. Per aderire scrivete a [email protected] o cliccate sul banner qui a fianco.
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