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Domenica 12 Gennaio 2025
«Londra, Parigi, il mondo: la forza resta nelle radici bergamasche»
LA STORIA. La crisi del tessile e la chiusura dell’azienda di famiglia: la svolta in un annuncio su L’Eco. Oggi Roberta Marino si occupa di transazioni immobiliari «off-market».
Roberta Marino è una donna che incarna perfettamente l’essenza bergamasca: determinazione, resilienza e la capacità di reinventarsi senza mai dimenticare le proprie radici. Nata il 16 marzo 1975 nel quartiere cittadino di Boccaleone, Roberta ha respirato fin da bambina i valori che hanno plasmato il suo percorso di vita e carriera che l’ha condotta oggi a Parigi, dove lavora nelle transazioni immobiliari off-market. «Mio padre era un piccolo imprenditore artigiano, un esempio di umiltà e pragmatismo. Da lui ho imparato a rimboccarmi le maniche, mentre mia madre rappresentava il sostegno silenzioso ma imprescindibile della nostra famiglia, è sempre stata il braccio destro del papà», racconta. Crescere in una comunità dove il lavoro era il cardine della vita le ha trasmesso una profonda etica e il celebre spirito bergamasco riassunto nel motto «Mola mia!».
Fin da ragazza, Roberta sognava di esplorare il mondo. Dopo aver frequentato il liceo linguistico Giovanni Falcone, dove ha imparato inglese, francese e tedesco, si è iscritta a Giurisprudenza a Milano. Contemporaneamente ha lavorato nell’azienda artigiana di famiglia, unendo studio e lavoro in un equilibrio che richiedeva impegno e sacrificio. «Era un periodo intenso, ma mi ha insegnato la determinazione e l’importanza di costruire le cose passo dopo passo». La crisi tessile dei primi anni Duemila ha portato alla chiusura dell’azienda di famiglia, un evento che ha rappresentato una svolta nella sua vita.
La crisi del tessile
«Iniziai a lavorare come responsabile di zona per In Job a Brescia, dove ebbi il primo contatto con il mondo industriale, dinamico e stimolante» ricorda ripercorrendo la sua grande capacità di reinventarsi. Il destino di Roberta prese una piega decisiva durante una visita a un’azienda tessile. Lì scoprì il ruolo di Responsabile Export, una posizione che combinava la sua passione per i viaggi e la curiosità verso altre culture. Nel 2003, con il supporto della famiglia, decise di trasferirsi a Londra per inseguire quel sogno. «All’inizio vivevo in una piccola stanza a South Kensington, quasi come in un racconto di Lovely Sara. Londra era una città cosmopolita e affascinante, un luogo dove potevo incontrare amici da tutto il mondo e scoprire la campagna inglese, che adoro tuttora».
La sua prima esperienza lavorativa fu da Harrods, simbolo del lusso e della precisione. Da Londra, rispose a un annuncio su «L’Eco di Bergamo» per un ruolo di Area Manager UK presso un’azienda bergamasca specializzata in accessori per l’abbigliamento. «Tornare a lavorare con un’azienda della mia terra mi ha dato l’opportunità di unire Bergamo e il mondo in un modo nuovo e stimolante». Durante i suoi viaggi per fiere e saloni internazionali, Roberta ha incontrato quello che sarebbe diventato suo marito, un parigino doc, e si è trasferita nella capitale francese. Qui ha lavorato per alcune delle più prestigiose maison del lusso, dove ha affinato ulteriormente le sue competenze. «Nel lusso, ogni dettaglio conta. Ho imparato i codici dell’eccellenza: qualità assoluta, precisione tecnica e attenzione ai clienti più esigenti».
Nonostante il contesto internazionale, Roberta ha sempre sentito lo spirito bergamasco come una guida. «Il rigore e la dedizione che mi hanno trasmesso le mie radici sono stati fondamentali per affrontare ogni sfida». La sua carriera l’ha portata a lavorare per una società americana con sede a Detroit, impegnata nello sviluppo di soluzioni software per il mercato del lusso italiano. «Era un periodo in cui viaggiavo continuamente tra Stati Uniti, Francia e Italia. Mi piaceva l’idea di rappresentare un pezzo di Bergamo nel mondo, senza mai sentirmi provinciale». Poi è arrivato il 2020, un anno che ha cambiato tutto. La pandemia ha colpito duramente Bergamo e la vita di Roberta. «Ho perso mio padre, ma grazie all’Associazione Bergamaschi nel Mondo sono riuscita a tornare in Italia e stargli vicino nei suoi ultimi giorni. Quella solidarietà e appartenenza resteranno per sempre nel mio cuore».
Dopo il Covid e la perdita del padre, una nuova sfida
Dopo questa dolorosa perdita, Roberta ha deciso di reinventarsi ancora una volta. È entrata nel settore delle transazioni immobiliari off-market, specializzandosi in valutazioni immobiliari e trasmissione patrimoniale generazionale. Oggi collabora con studi notarili internazionali a Parigi, lavorando soprattutto con italiani residenti in Italia che possiedono beni in Francia. «Questo lavoro mi permette di incontrare persone straordinarie, spesso con storie imprenditoriali che mi ricordano le radici artigiane e imprenditoriali di mio padre». Roberta vive a Parigi con i due figli, Maximilien di 12 anni ed Eugenie di 6, a cui cerca di trasmettere i valori che l’hanno formata. «La cultura del lavoro e del sacrificio, la solidarietà familiare e la gioia di condividere tradizioni e storie sono il patrimonio che voglio lasciare ai miei bambini».
Roberta vive con i figli a Parigi
A Parigi, nonostante la distanza dalla sua terra, Roberta si impegna attivamente per mantenere vive le tradizioni bergamasche. «Sto lavorando a un progetto che mi sta particolarmente a cuore: la creazione di un circolo culturale dove i valori bergamaschi possano essere tramandati e vissuti, anche lontano da casa. Credo sia importante non perdere il legame con le nostre radici». Tra i ricordi più vivi della sua infanzia ci sono le giornate trascorse nell’officina del padre e le chiacchierate serali con i nonni, che raccontavano storie di un tempo passato. «Quelle storie erano un ponte tra generazioni, e io cerco di fare lo stesso con i miei figli. Voglio che capiscano che il passato non è solo un ricordo, ma una fonte di insegnamenti preziosi». Questo forte legame con le sue origini le permette di affrontare con determinazione anche le sfide più complesse. «Ogni volta che mi trovo davanti a un ostacolo, penso a mio padre e a mia madre e alla loro capacità di affrontare tutto con calma e pragmatismo. Questo mi dà la forza per andare avanti».
La forza nelle radici orobiche
La Bergamo che Roberta porta nel cuore non è solo una terra di origini, ma un modello di valori che applica anche nella vita quotidiana. «Penso spesso a come i nostri proverbi, come “Chi fatìga mai stràca”, contengano in poche parole una filosofia di vita. Sono insegnamenti che ho fatto miei e che continuo a trasmettere ovunque io vada». Anche nei momenti di nostalgia, Roberta trova conforto nel mantenere vive le tradizioni culinarie di casa sua. «Preparare la polenta per la mia famiglia qui a Parigi è un modo per sentire Bergamo più vicina. È incredibile come un piatto possa racchiudere emozioni, ricordi e un senso di appartenenza». Oltre al lavoro e alla famiglia, Roberta dedica parte del suo tempo a iniziative di solidarietà. «Collaboro con alcune associazioni che supportano italiani all’estero, offrendo consulenza e assistenza. È un modo per restituire qualcosa a quella comunità che mi ha sempre sostenuta». Attraverso queste attività, continua a rafforzare il legame con la sua terra d’origine, mantenendo viva quella rete di connessioni che rappresenta un punto di forza per molti bergamaschi nel mondo.
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