La sua azienda lo invia a Miami: nuovi orizzonti, ma manca la Curva

LA STORIA. Ivan Andreoni a 29 anni apre negli Usa la filiale della «World Gasket Ellegi» di Grumello del Monte. «Occasione unica, soffro a vedere l’Atalanta da solo».

Una nuova avventura professionale. Questo quello che è ha portato Ivan Andreoni dalla Provincia di Bergamo a Miami, alla scoperta di nuovi orizzonti. Partito un anno e mezzo fa, Ivan, 29 anni, originario di Bergamo, chiamato dalla sua azienda, World Gasket Ellegi , una società di Grumello del Monte specializzata nella produzione di guarnizioni per il settore della gomma, per gestire una nuova filiale americana, è volato negli Stati Uniti, dove attualmente vive e lavora come direttore operativo a Miami. «Non ero in cerca di questa opportunità, ma quando mi hanno chiesto di venire qui, ho accettato con entusiasmo», racconta Ivan. «La mia azienda cercava qualcuno che conoscesse bene l’inglese, l’organizzazione aziendale e che fosse giovane e senza troppi vincoli familiari. Così hanno scelto me e io sono stato ben felice di dire di sì e trasferirmi qui».

La laurea in Economia e poi Gasket

La sua formazione in Economia presso l’Università di Bergamo e l’esperienza maturata nell’ufficio acquisti per l’estero dell’azienda, hanno reso Ivan il candidato ideale per il nuovo progetto. «È stato un grande onore e una sfida personale essere scelto per questo ruolo. Sono molto grato al mio capo, Luca Polini, un giovane imprenditore italiano che ha dimostrato di essere non solo un ottimo capo, ma anche una persona molto umana e comprensiva», spiega Ivan, sottolineando l’importanza del supporto ricevuto dal suo datore di lavoro anche in questa sua nuova esperienza Oltreoceano. Arrivare a Miami da solo è stato per Ivan un’esperienza emozionante ma anche impegnativa.

« All’inizio è stato uno shock culturale »

«Anche se sei in Occidente, l’America ha una scala e un modo di vivere molto diverso rispetto all’Europa. Tutto è più grande e le persone sono più fuggevoli. C’è meno umanità nelle relazioni rispetto a quello a cui ero abituato quando vivevo in Italia». Inoltre, l’impatto iniziale con la nuova realtà è stato amplificato dal fatto di trovarsi da solo in una città sconosciuta, lontano da amici e famiglia. «Per i primi mesi è stato davvero difficile. Sentivo molto la mancanza di casa», confessa infatti Ivan. Nonostante le difficoltà iniziali, Ivan però ha saputo ambientarsi e creare una nuova rete di amicizie. E oggi a Miami si è ritagliato il proprio spazio di vita. «Ora mi sono adattato e ho fatto amicizia con alcune persone del posto e altri italiani che ho incontrato giocando a beach volley, tra cui alcuni ragazzi del Veneto con cui mi trovo molto bene», spiega.

Miami e il clima sudamericano

Miami, con il suo clima caldo e il suo spirito festoso, ha aiutato Ivan ad acclimatarsi. «È una città molto giovane, piena di vita e di energia. Ci sono tantissimi eventi, feste e la presenza di una forte comunità sudamericana dà a Miami un’atmosfera unica, come una colonia del Sudamerica con infrastrutture americane», aggiunge. Il ruolo lavorativo in azienda di Ivan a Miami è stato fin dall’inizio sfidante, in particolare perché la filiale era stata avviata in un contesto complicato a causa della pandemia. «Quando sono arrivato la situazione era molto difficile. Dovevo occuparmi di tutto, dalla logistica all’amministrazione, gestendo una squadra di 6-7 persone. Inizialmente c’erano molte difficoltà, ma col tempo siamo riusciti a sistemare le cose e ora stiamo andando molto bene», racconta Ivan.

Parte del successo raggiunto deriva anche dall’impegno di Ivan nel superare le barriere linguistiche: «Ho dovuto imparare lo spagnolo rapidamente perché la maggior parte dei miei colleghi in magazzino parla solo spagnolo. Era quindi necessario e mi ha dato una grande mano nel lavoro poi». Oltre alla gestione operativa della filiale, Ivan ha approfittato, e continua a farlo, della sua posizione negli Stati Uniti per esplorare il paese. «Vivere qui mi ha dato la possibilità di vedere posti iconici degli Stati Uniti, come Washington, New York e il Grand Canyon. Inoltre, mio fratello vive in North Carolina, quindi ho anche un appoggio familiare qui», racconta Ivan, evidenziando come queste esperienze abbiano arricchito la sua avventura americana. Nonostante si sia ambientato bene a Miami, Ivan però rimane profondamente legato all’Italia, in particolare a Bergamo, la sua città natale.

Ivan: «Allo stadio dall’età di 15 anni»

«Mi manca molto la mia famiglia, gli amici e, dopo di loro, anche l’Atalanta. Sono sempre andato allo stadio a vedere le partite, da quando avevo 15 anni. E quindi ero abituato a vederle in compagnia di tanti amici, fra la gente. Ora guardare le partite da solo, spesso in differita visto il fuso orario, è una delle cose che mi pesa di più. Mi manca l’atmosfera del tifo, gli abbracci in curva con gli amici. È una sensazione di malinconia che provo ogni volta che vedo la mia squadra giocare», confida Ivan. Per mantenere i contatti con la famiglia e gli amici, Ivan torna in Italia un paio di volte all’anno, solitamente in estate e a Natale, ma parla con loro spesso, grazie ai mezzi di comunicazione odierni che facilitano lo scambio di messaggi istantanei. «Riesco a stare in contatto con tutti quasi giornalmente, grazie alla tecnologia, ma la mancanza si sente comunque di casa e di tutti quelli che ho “lasciato” in Italia, a Bergamo. Sono già tornato alcune volte per eventi speciali, come le due finali dell’Atalanta che ha disputato nel finale della scorsa stagione, quella di Roma sono andato a vederla allo stadio mentre l’altra l’ho vista in centro a Bergamo sul maxischermo con amici e con conseguente festa annessa. E cerco di tornare quando posso», dice Ivan.

Come vede Ivan il suo futuro

E il futuro? Guardando al futuro, Ivan mantiene un atteggiamento molto aperto. «In tutta onestà, spero di poter tornare in Italia un giorno, perché i valori e il contesto di Bergamo per me sono unici. Farei fatica a dire di voler restare qui per sempre, anche se non avrei problemi a restare ancora qualche anno (inizialmente la prospettiva dettami dall’azienda era di 3-5 anni). Le opportunità qui sono grandi, è una città divertente e stimolante, e finché sono giovane va bene così», spiega Ivan. Tuttavia, non esclude la possibilità di un cambiamento, anche inaspettato. «Non si sa mai cosa riserva il futuro. Potrei incontrare qualcuno, formare una famiglia qui e decidere di rimanere. Le porte sono aperte a qualsiasi opzione: potrei tornare domani o tra vent’anni. L’importante è che, qualsiasi sarà, sia una scelta che mi rende felice», aggiunge.

«La mia esperienza – specifica – è un esempio di come le opportunità possano portare a grandi cambiamenti nella vita». Dall’università a Bergamo, al lavoro in World Gasket Ellegi, fino alla gestione di una filiale a Miami, Ivan infatti ha saputo cogliere le sfide e adattarsi, pur mantenendo un forte legame con le sue radici italiane e bergamasche. La sua esperienza dimostra che, nonostante le difficoltà e le differenze culturali, è possibile trovare un equilibrio tra le opportunità professionali all’estero e l’affetto per la propria terra. Ivan non ha dubbi: «sono contento della scelta fatta e la rifarei, con tutte le difficoltà annesse. È un sacrificio, ma è anche un’opportunità che vale la pena cogliere».

Bergamo senza confini

Essere più vicini ai bergamaschi che vivono all’estero: è il progetto Bergamo senza confini promosso da «L’Eco di Bergamo». Per chi lo desidera è possibile ricevere gratuitamente per un anno l’edizione digitale del giornale e raccontare la propria storia. Info a [email protected].

© RIPRODUZIONE RISERVATA