«Io giramondo tra Sharm,
Spagna e Brasile»

È sempre stato così, fin da bambino: la voglia di girare il mondo, di creare relazioni, trovare contatti. Dalla Spagna all’Egitto, fino al Brasile. Efrem Locatelli, 44 anni, originario di Mozzo, una residenza fissa non ce l’ha. Da quando a 19 anni ha deciso di andare all’estero per frequentare l’Isef, ad Alicante: «Volevo iniziare a uscire dall’Italia, amavo fare sport: la Spagna era la meta più facile e accessibile» spiega. E proprio in Spagna ha iniziato a creare quella rete di contatti che gli ha permesso di avviare da diversi anni delle attività di consulenza nel settore del turismo: «Lavoro con delle società avviate a Formentera, Sharm El Sheik e Fortaleza: ci occupiamo di affittare case, auto, quad nel deserto, moto e bici – spiega –. Io sono il tramite per la clientela internazionale e anche italiana, e quindi vivo tra i tre Stati, affinchè ogni servizio sia funzionale».

Un lavoro di «consulenza turistica», per riassumere in semplicità il mestiere, un’attività che Efrem ama moltissimo e che fa parte proprio del suo Dna: «Non potrei fare altro, amo stare con la gente, creare relazioni e mettere in contatto le persone. Ad Alicante ho iniziato subito con l’attività commerciale: ho aperto un bar a Benidorm, in Costa Blanca: si chiamava “Rock targato Italia” – racconta –. Dopo qualche anno, con un amico di Brescia, Giordano Bassi, sono andato in vacanza a Sharm El Sheik: entrambi avevamo la passione per le moto e nel 1996 ecco che ci provo: siamo stati i primi italiani ad aprire in quel Paese un business con i beduini. Insieme a loro abbiamo creato un servizio per affittare quad nel deserto, creando escursioni e serate tematiche».

Otto anni di attività tra motorate, tè nel deserto, gite in quad: «Qui l’attività si è ampliata e ha portato ora alla gestione di appartamenti e ville per i turisti che cercano casa e vogliono organizzarsi le vacanze in una villa a Sharm».

Proprio lo stesso servizio che il bergamasco ha iniziato a proporre a Formentera, con un isolano che con lui si occupa dell’attività: «Qui ho iniziato lavorando qualche mese per il tour operator della Going, poi ho conosciuto Javier Mayans e con lui abbiamo iniziato a noleggiare prima bici, moto e auto e successivamente abbiamo esteso il servizio con le case vacanze: ormai sono 20 anni che collaboro a Formentera, la considero la mia seconda casa».

Anche perchè problemi di lingua Efrem non ne ha: parla arabo, inglese, spagnolo e portoghese. «La comunicazione è il mio biglietto da visita. Le relazioni sono il mio ossigeno». Tanto che proprio le relazioni lo portano nel 2000 in Brasile: «Anche qui il modulo è sempre lo stesso: appartamenti e auto da affittare per il turismo, puntando a Fortaleza, e a Jericoacoara e Praia de Pipa».

Sorride Efrem, perchè il suo lavoro lo porta «in luoghi meravigliosi. Gli amici dicono che vivo in vacanza, anche se alla fine non è proprio così tra continui appuntamenti, il frenetico impegno di far quadrare date e richieste – continua –.Vero è che passo dieci mesi all’anno al caldo e in luoghi meravigliosi, ma la meraviglia è anche tornare a Bergamo».

Agosto e poi a seconda degli appuntamenti: «È il tempo che vivo a Bergamo. Ho una casa in Città Alta e poi sto quasi sempre da mia madre. Anzi, vado in vacanza con la mamma – sorride –. Con un paradosso: non sono mai riuscito a metterla su un aereo». Ci è andato vicino: «Nel 2005, la volevo portare a Sharm ma sono iniziati gli attentati e quindi mamma Maria ogni anno mi ricorda quella vicenda e sceglie mete italiane».

L’ultima la capitale, Roma, dove mamma e figlio sono stati ricevuti anche da Papa Francesco, il giorno del 76esimo compleanno di Maria, «un regalo bellissimo, un’emozione incredibile». Perchè Efrem, pur essendo sempre in viaggio, è legatissimo alla sua famiglia: «Cerco di passare più tempo possibile con i miei fratelli e con mia mamma. Quando sono a Bergamo, cerco di vivere la loro quotidianità: vado a fare la spesa, piccoli lavori di manutenzione casalinga, incontro gli amici di sempre». E racconta dei viaggi, dei nuovi progetti, delle persone incontrate, tappa dopo tappa: «La cosa più bella del mio lavoro è la possibilità di essere il padrone del mio tempo, di non avere “padroni” e soprattutto di poter girare il mondo, continuando a conoscere persone nuove, tra cui protagonisti del mondo dello sport e dello spettacolo. E poi quello che mi piace di più è fare rete, incrociare relazioni, mettere conoscenze a servizio degli altri». Lo dice con fiducia: «Sono sempre stato una persona positiva, come mio padre – racconta –. Ho sempre pensato che davanti ai muri bisogna sapere rimboccarsi le maniche e provare a scavalcarli. Credo che la vita sia meravigliosa e valga la pena viverla sempre, in tutta la sua bellezza. Ringrazio la mia famiglia per questo insegnamento: la mia lungimiranza arriva dai miei genitori, che mi hanno aiutato a capire che bisogna sempre vedere oltre la linea di confine».

Racconta tutto ciò mentre si gode il panorama dalle Mura: «Quando sono a Bergamo passo minuti a contemplare la bellezza della mia città». Poi c’è un giro in bici, un altro in moto: «La passione per l’Enduro ce l’ho da quando ero un ragazzino. Il mio tempo a casa lo divido tra la moto e la famiglia e qualche cena con gli amici». E da amici: «Da Samuel e Stefano della Trattoria Sant’Ambroeus a mangiare polenta e cacciagione e da Simona alla Vineria Cozzi, per i suoi piatti sempre speciali, il vino e il luogo magico». A spasso con l’inseparabile jack russell Prince: «Sta sempre con me, anche nei miei viaggi all’estero: si è abituato fin da subito». Ma chi Efrem vorrebbe portare in giro per il mondo è solo lei: «Prima o poi realizzerò il mio sogno: portare mamma Maria a scoprire i Paesi che ho scoperto io». E allora sì che di aerei ne prenderà tanti.

Essere più vicini ai bergamaschi che vivono all’estero e raccogliere le loro esperienze in giro per il mondo: è per questo che è nato il progetto «Bergamo senza confini» promosso da «L’Eco di Bergamo» in collaborazione con la Fondazione della comunità bergamasca onlus. Per chi lo desidera è possibile ricevere gratuitamente per un anno l’edizione digitale del giornale e raccontare la propria storia. Per aderire scrivete a: [email protected].

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