«In Cile trasformo materiali
di scarto in nuova energia»

«Da bambino custodivo un quaderno dove disegnavo le mie invenzioni, oggetti per migliorare il nostro mondo». La curiosità per il mondo ha vinto la timidezza innata e oggi Mattia Carenini, classe 1993, è direttore operativo e socio fondatore di «Matter of Trust Chile», una fondazione che è parte di un progetto globale che sviluppa progetti di riuso di materiale di scarto per donargli nuova vita. Insieme ai suoi compagni d’avventura ha vinto di recente un concorso con Enel Green Power grazie alla proposta di riutilizzare residuo dell’industria farmaceutica per aumentare la produzione d’energia negli impianti solari di Enel nel Nord del Cile.

«Da bambino custodivo un quaderno dove disegnavo le mie invenzioni, oggetti per migliorare il nostro mondo». La curiosità per il mondo ha vinto la timidezza innata e oggi Mattia Carenini, classe 1993, è direttore operativo e socio fondatore di «Matter of Trust Chile», una fondazione che è parte di un progetto globale che sviluppa progetti di riuso di materiale di scarto per donargli nuova vita. Insieme ai suoi compagni d’avventura ha vinto di recente un concorso con Enel Green Power grazie alla proposta di riutilizzare residuo dell’industria farmaceutica per aumentare la produzione d’energia negli impianti solari di Enel nel Nord del Cile.

Originario di Torre de’ Busi, Mattia Carenini, ormai vive lontano da casa fin da giovanissimo. «Sono partito la prima volta quando avevo 20 anni, otto anni fa, per un Erasmus a Oviedo, in Spagna. È stata un’esperienza meravigliosa, i cui ricordi mi accompagnano continuamente. Stavo studiando alla facoltà di Economia y empresa, ed è stato il mio primo viaggio fuori dall’Italia. Ho conosciuto moltissime persone, di nazionalità diverse e diverse culture. Durante questo periodo ho viaggiato tanto in Asturias, conversando con persone con cui ci capivamo a gesti, prima che imparassi lo spagnolo. Ho preso il treno molte volte, con la mia macchina fotografica, scendendo in qualsiasi piccolo paese sulle montagne o sul mare. Sono stati i miei primi progetti fotografici. Un giorno ho preso un aereo per andare a Lanzarote, solo con la mia fotocamera, dormendo in macchina di fronte all’oceano, per conoscermi e raccontarmi. Ed è stato così bello che l’ho ripetuto l’anno dopo a Fuerteventura».

Poi Mattia è tornato per un breve periodo in Italia, prima di ripartire per Barcellona, passando per Belgio, Olanda, Germania e conoscendo l’Europa. «Il primo giorno che sono arrivato a Barcellona ho trovato lavoro in un ostello, dove sono rimasto un anno come manager – ricorda –. L’anno successivo sono stato volontario europeo presso Torre Barrina, il centro di innovazione sociale del municipio di L’Hospitalet»: qui Mattia decide di rimanere un altro anno, a fine esperienza di volontario.

«La fortuna mi ha fatto incontrare persone meravigliose che hanno saputo trasformare un ragazzo alle prime esperienze lavorative in un professionista dell’innovazione. Mi piaceva un sacco quello che facevo: mi occupavo di fotografia, video e corsi e tutto centrato sul cittadino. Quella è stata per me la dimostrazione che la pubblica amministrazione può essere realmente a servizio delle persone e mettere a disposizione tutti i mezzi comunali per trasformare i progetti in realtà. Durante questi anni mi sono avvicinato al mondo delle ong, prima con Djumbai e poi con Cohesionart, lavorando in progetti di coesione sociale in Spagna, attraverso la musica e l’arte, e in Guinea Bissau in un progetto con giovani imprenditrici per aiutarle a sviluppare la loro idea di piccola impresa. Queste esperienze mi hanno segnato profondamente come persona, vedevo e scoprivo che quello che mi piace - l’arte, la cultura e la tecnologia - sono un mezzo per migliorare la vita delle persone e delle comunità. E ho incontrato nel cammino persone meravigliose che stanno dedicando la loro vita a migliorare un poco il mondo e ho deciso che quella sarebbe stata la mia strada».

Mattia poi conosce Carolina, la sua attuale fidanzata, medico nel reparto d’urgenza di Clinica Las Condes a Santiago del Cile «e decido di provarci, prendere un aereo e andare a vivere in Sudamerica». In Cile è stato molto difficile ambientarsi, ma Mattia ha saputo crearsi la propria vita, ricca di progetti. «Il secondo mese ho conosciuto Beto, che è stato un pilastro fondamentale nello sviluppo dei progetti che stiamo portando avanti. Nel frattempo sono iniziate le estallidos social (le manifestazioni per chiedere equità, dignità e giustizia in un Paese con profonde disuguaglianze sociali).

Poco dopo la pandemia, con Mirta, una signora che vive in maniera 100% sostenibile, Beto e altri soci fondiamo “Matter of Trust Chile”, una fondazione che è parte di un progetto globale che pretende di riutilizzare i capelli per trasformarli in tappetini capaci di assorbire il petrolio e l’olio dall’acqua (decontaminando l’ambiente). Un ringraziamento speciale va a Lisa Gautier, la presidentessa di “Matter of Trust Inc.” negli Stati Uniti, che crede in noi. Da lì iniziamo a innovare e creiamo un isolante termico per casa con i capelli. Vinciamo vari premi tra cui Alto Impacto de Colab Uc, Antofa Innova, Corfo Innova Región, premio Henrí Nestlé, incubazione con Santiago Innova, e creiamo una collaborazione con i municipi di Providencia e Vitacura». Oggi Mattia e i suoi soci continuano lavorare con residui che non hanno una seconda vita, trasformandoli, attraverso processi di innovazione, in prodotti che aiutano l’ambiente e le comunità.

«Con le bucce di arance e limoni creiamo uno sgrassatore organico, recuperiamo le batterie di litio della elettromobilitá e le trasformiamo in nuove batterie per usarle in stazioni fotovoltaiche per caricare telefoni, il polistirolo che si usa per il delivery lo stiamo trasformando in un nuovo materiale. E abbiamo appena vinto un concorso con Enel Green Power, con la proposta di riutilizzare residuo dell’industria farmaceutica per aumentare la produzione d’energia negli impianti solari di Enel nel Nord del Paese. Sono davvero felice dei progetti di quest’anno e di quello a cui ci stiamo preparando: trasformare residui industriali in nuovi prodotti circolari».

Mattia porta anche la sua esperienza agli altri e nelle scuole. «L’anno scorso ho avuto la fortuna di lavorare con il Ministerio de las culturas, las artes, el patrimonio creando cinque corsi di innovazione e uso della tecnologia per agenti culturali comunitari e amministratori pubblici. E poi c’è stato un corso di innovazione con i ragazzi del Marco Polo di Colico. È assolutamente importante per me parlare di innovazione nelle scuole».

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