Bergamo senza confini / Bergamo Città
Domenica 20 Dicembre 2020
In Australia
Luisa è il «dottore»
degli alberi
Sente il profumo dell’oceano vicino a casa e quando lavora e vede l’imponenza dei suoi alberi, che ogni giorno censisce e controlla, torna con la mente agli anni a Bergamo quando il sogno era solo quello di vivere in mezzo alla natura, lontano dal cemento e dall’asfalto. Luisa Galata ha 28 anni e di trasferirsi dall’altra parte del mondo, sette anni fa, neanche le veniva in mente. Cresciuta a Bergamo, nel quartiere di Monterosso, il caso ha voluto che un amico del corso para-universitario che aveva appena terminato le ha proposto un viaggio
«Ho frequentato Agraria, in provincia di Como, e Manuel mi ha invitato ad andare a Melburne dove aveva dei parenti, per un’esperienza all’estero - racconta -. Ho pensato che era il momento giusto per un’avventura e l’idea era quella di stare sei mesi, massimo un anno: ormai sono sette anni che vivo qui».
Il tutto senza programmare, senza pianificare: «Ho sempre amato la natura, il vivere all’aria aperta, ma non era certo nei miei piani di vita una cosa del genere. Ho seguito l’istinto e le occasioni che mi si sono presentate»». Nel dicembre 2013 Luisa parte e a Melburne, nel giro di una settimana, trova lavoro: «Per un’azienda che faceva manutenzione di giardini - racconta ancora -. Mi sono fatta le ossa, ho imparato meglio l’inglese e le prove fisiche che dovevo sostenere mi hanno messo a dura prova, all’aperto a 40 gradi e anche 10 ore di fila sotto la pioggia. A fine giornata ero stravolta, ma felice: c’era l’entusiasmo dell’inizio, la voglia di andare avanti e di scoprire un mondo così diverso dal mio».
Nel rispetto delle leggi australiane che non permettono di lavorare per lo stesso datore più di sei mesi, Luisa e Manuel comprano una macchina e attraversano l’Australia on the road: «Il mese più bello della mia vita, ho visto dei luoghi incredibili - continua -. Arrivati al nord, ci siamo fermati nei pressi di Darwin, in una farm di zucchine e peperoncini e abbiamo lavorato gli 88 giorni che la legge prevede per la raccolta nei campi. Questi sono stati i mesi più duri di tutta la mia esperienza in Australia: ero abituata alla fatica fisica, ma lavorare dall’alba al tramonto, 12 ore ininterrottamente è stato estenuante, anche mentalmente». Ma non ha mollato: «Era un sfida, anche con me stessa. Eravamo tutti giovani, da tutto il mondo e io volevo continuare ad andare avanti, vedere cosa mi avrebbe riservato il futuro».
La vita nella farm era molto semplice: «Avevo vitto e alloggio gratuito, nessuna retribuzione e tanta stanchezza. Non si usciva dalla fattoria, eravamo a 60 km da Darwin, decisamente in mezzo al nulla: solo campi e a 10 km c’era una drogheria con pane, latte e poche cose di necessità». Luisa continua: «Sicuramente l’essere di Bergamo mi ha aiutato: la tenacia e la determinazione sono la chiave per riuscire a stabilirsi in Australia, un paese che ti dà tanto, ma che chiede anche tanto, soprattutto all’inizio» spiega Luisa che non dimentica la fatica: «Sono esperienze che ti fanno domandare se veramente ce la puoi fare e ce la vuoi fare».
Passato un anno, Luisa deve tornare a casa e nelle ultime sei settimane prima della scadenza del visto, Luisa si trasferisce a Darwin per lavorare come ragazza alla pari per una famiglia inglese di origine greca: «Mi occupavo di due ragazzi di 9 e 12 anni: mi sono sentita a casa e il mio inglese si è perfezionato ancora di più». Il rientro a casa è stato solo una tappa: «Da dicembre fino a febbraio a Bergamo e poi da febbraio a marzo con i miei genitori e mia sorella siamo ripartiti: da Melburne abbiamo viaggiato lungo la costa insieme».
Lusia non torna a Bergamo però: «Mi ritrasferisco dalla famiglia dove lavoravo a Darwin: 8 mesi in cui nel tempo libero ho ripreso in mano il giardinaggio e ho goduto della bellezza che mi circondava. Ho fatto amicizia, reincontrato italiani che si erano nel frattempo trasferiti anche loro a Darwin. Mi sono divertita tra gite all’aria aperto, pesca, campeggio». Fino a che deve decidere cosa fare del suo futuro: «Ho scelto l’Australia e , su consiglio di molti, ho mandato dei curriculum a Perth dove c’era più offerta lavorativa». Ad ottobre del 2015 Luisa inizia a lavorare nel più grande vivaio d’Australia, il Benara Nurseries: «Ero addetta alla vendita e alla cura e manutenzione del vivaio, nella sua parte dedicata ai privati e qui mi hanno proposto di farmi da sponsor per confermare il mio visto. Ero combattuta, ero stanca e volevo tornare a casa, ma mi sono innamorata di Perth e sono rimasta. Ho lavorato qui per 3 anni e mezzo e nel frattempo ho trovato casa da sola, a gestire i ritmi della mia vita, a trovare un equilibrio tra il tanto lavoro e un po’ di relax».
Tanto che dopo quel periodo Luisa fa una scelta: «Ho cambiato lavoro, volevo crescere professionalmente e ho trovato impiego per una società in cui faccio consulenza sugli alberi presenti sul suolo pubblico, per i Comuni, le scuole, i parchi ma anche le zone residenziali,». Il suo lavoro, in sostanza, è controllare che gli alberi siano in salute, fornendo consigli e interventi di manutenzione e cura, dando anche indicazioni per avviare nuove piantumazioni».
Qui Luisa continua a fare formazione, ha trovato stabilità e grande serenità: «Siamo in 5 in azienda ed è come essere in famiglia. Amo la serietà e la passione che c’è per il rispetto della natura: qui c’è grande amore per gli alberi, grande attenzione. Sono tutti censiti e hanno una sorta di carta d’identità che narra la loro vita».
Anche la vita di Luisa è cambiata: «Mi sono trasferita in un altro quartiere di Perth, a due km dall’oceano, in una villetta con giardino e un piccolo orto dove coltivo verdure di stagione, dai broccoli alla lattuga fino ai pomodori. Sono felice e ora ho una nuova inquilina: una gattina che ho trovato, l’ho chiamata Bella». E la giornata tipo? «Lavoro dalle 4.30-5 del mattino fino alle 15, mi godo la casa e la vita all’aria aperta; studio per un nuovo esame di arboricoltura, nuoto al mare o in piscina». Non mancano le uscite con gli amici, le cene in casa, gli incontri nei pub, i pomeriggi in spiaggia: «Il Covid ha colpito anche l’Australia, in particolare lo scorso marzo, ma ora la situazione pare sotto controllo e non abbiamo più l’obbligo di mascherina. I limiti sono più che altro nei viaggi e quindi ora Bergamo e gli affetti li vedo solo su Skype - spiega Luisa -. a casa sono tornata lo scorso Natale, un anno fa e chi avrebbe mai immaginato questa situazione. La mia famiglia mi manca e mi manca Città Alta con tutta la sua bellezza e la sua storia. L’ho capito quando sono arrivata qui in Australia: la natura è incredibilmente potente, l’arte, gli scorci di storia e di vita della mia Italia sono altrettanto meravigliosi». E poi: «Una buona pizza, il caffè al bancone del bar sono cose che farei appena tornassi a casa, insieme ai miei cari e ai miei vecchi amici» dice anche se è molto determinata sul suo futuro: «Amo Bergamo profondamente,penso a come sarà quando riabbraccerò i miei genitori, mia sorella, mia nonna, gli zii e cugini e tutti gli amici con i quali sono cresciuta, ma ho capito che ora la mia casa è qui, a Perth». C’è una cosa però che le manca: «Dico sempre che Perth è “quasi perfetta” - sorride - e che vivere vicino all’oceano non ha prezzo, ma qui mi mancano le montagne e soprattutto la neve! Però, si sa - e ride -: nella vita non si può avere tutto».
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