«Graphic designer alle Maldive: vivo a piedi nudi e senza stress, ma sembra di stare in un Grande Fratello»

LA STORIA. «Qui vivo a piedi nudi, ed è sempre estate». Non male la nuova vita di Alessio Barbarino, quarantenne bergamasco cresciuto tra Arcene, Cologno al Serio e Zanica, che è passato dalla nebbia della Bassa al mare azzurrissimo delle Maldive, dove da gennaio 2023 vive e lavora come Manager Graphic designer.

«Sono sempre stato appassionato di grafica, fotografia, musica e viaggi. Il mondo dell’arte in generale ha sempre fatto parte della mia vita. Dopo il diploma avevo due strade da intraprendere, quella come grafico (più veloce e sicura) e quella da musicista (più instabile e con attese molto lunghe). Ecco quindi che ho intrapreso la carriera come grafico pubblicitario mantenendo anche in contemporanea la passione per la musica, suonando in band musicali, orchestre e con cantanti famosi come Michael Bublè e John Legend».

Prima di trasferirsi alle Maldive, però, Alessio ha lavorato diversi anni in Italia. «Ho fatto moltissimi lavori prima del mio attuale. Subito dopo il diploma ho lavorato come magazziniere, poi barista e imbianchino, per poi iniziare in una agenzia di pubblicità la carriera da Creativo e Grafico. Poi ho sempre lavorato come dipendente in studi grafici e agenzie di comunicazione. Successivamente a gennaio 2012 ho intrapreso l’attività da libero professionista e in contemporanea ho anche lavorato per una grande azienda del settore tecnologico, che ha una mela come logo. Sono quindi stato dipendente e lavoratore autonomo, quindi conosco bene entrambi i settori, con pregi e difetti».

Poi, a inizio 2023, la partenza per Atollo di Baa, dove vive in un resort vicino alla riserva naturale di Hanifaru Bay. «Era fine novembre e stavo cercando qualche nuova opportunità fuori dall’Italia per vedere come funzionava il business all’estero. Cercando tra i vari siti ho trovato un’offerta su un sito di lavoro maldiviano. La selezione era per un posto da Manager Graphic designer, in loco. Mi sono candidato e il 13 dicembre ho fatto l’intervista (colloquio) ed è andata bene, buona la prima. Così sono partito solo, con i miei due computer Apple, uno fisso e uno portatile, il 22 gennaio dall’aeroporto di Malpensa, con un volo di sola andata. Sì, al momento senza ritorno. Non ho idea però per quanto tempo starò qui, tutto dipende da come vanno le cose, da quanto lavoro c’è da fare e da come mi sento io, perché sebbene gli anni di esperienza lavorativa e il CV svolgano un ruolo fondamentale nella selezione, ho capito che la vera sfida per lavorare alle Maldive è riuscire a stare in queste isole sperdute per tanto tempo, senza perdere la testa».

Le condizioni dei lavoratori

Alessio infatti alle Maldive ha trovato un Paese e una realtà completamente nuova da quella che era abituato a vivere in Italia. «Qui è come essere in un Grande Fratello, rinchiusi ma all’aperto. Al mio arrivo non ho trovato nessuno di mia conoscenza se non nuovi colleghi e nuovi ospiti del resort. Sono l’unico italiano sull’isola, tranne qualche ospite con cui ormai svolgo abitualmente anche pubbliche relazioni, italiane. Mi sono trovato subito di fronte a una realtà completamente nuova, a partire dalla lingua, dal cibo e dal clima. La prima sera è stata tosta, volevo scappare e tornare a casa, pensavo di aver ricevuto una punizione. Mi avevano cacciato in una stanza all’interno del villaggio dove soggiorna lo staff, per lo più proveniente da SriLanka, Pakistan e India. Era come essere in una stanza di prigionia, camere vecchie, muffa, sporcizia. Per fortuna però il giorno dopo i manager si sono attivati subito per darmi un’altra sistemazione, in una camera grande nella zona ospiti, con bagno e doccia all’aperto».

I suoni della natura

Ora però Alessio si è ambientato. «Poi la mia vita à cambiata molto e ora ogni mattina mi sveglio grazie ai suoni della natura e alla luce del sole, ho molti nuovi amici che ormai sono come la mia famiglia. Inizialmente mi guardavano un po’ strano: essendo italiano, carnagione chiara (rispetto a loro) non mi davano molta confidenza. Essendo manager mi davano del lei, sempre Mr. Alessio, Alissio, Alesso, insomma il nome storpiato, ma sempre preceduto da “signore”, anche e soprattutto i ragazzi giovani. Poi io mi sono fatto avanti per spezzare questa linea di diffidenza e in un attimo siamo diventati tutti come fratelli. Sto facendo imparare loro qualche parola di italiano e loro la loro lingua a me. Troviamo sempre anche il tempo per ridere e scherzare, per quello non servono lingue, serve solo il buon umore».

Il ritmo lento

Buon umore che non può di certo mancare vivendo sempre «a piedi nudi». «La vita qui scorre a un ritmo molto lento, le giornate sono lunghe, le cose che noi in Italia svolgiamo di solito in un giorno qui vengono svolte in una settimana. È difficile adattarsi a questo nuovo stile di vita ma, senza stress, si vive decisamente meglio. Le differenze sono tante con l’Italia. Il clima, soprattutto in questa stagione dove il clima secco consente meravigliose giornate luminose e posso vedere il cielo azzurro e respirare l’aria pulita che arriva dall’oceano. Poi c’è il modo di vivere senza stress, senza fretta inutile. Non ci sono le auto, i clacson, non ci sono centri commerciali e bar. Dell’Italia mi manca sicuramente il cibo. La cucina mediterranea, il pane, la pizza, la pasta, il buon vino e tutte le cose che noi siamo abituati ad avere ogni giorno ma che qui è quasi impossibile avere, oppure, se ci sono, sono comunque fatte in modo diverso. La cucina locale è molto speziata e il nostro palato, e lo stomaco, si devono abituare. Fortunatamente però a me è concesso mangiare al ristorante degli ospiti quindi di solito c’è molta più varietà, anche di cibi semplici come insalate, riso e pesce alla griglia».

«Le Maldive sono uniche, sono piccoli funghi che escono dall’Oceano Indiano, lembi di terra circondate da reef pieni di pesci colorati, spiagge bianche e tante palme». E il futuro? «Non sono uno che ama fare troppi progetti per il futuro, preferisco vivere la giornata. Se dovessi però pensarci sicuramente vorrei continuare a fare esperienze all’estero, ritengo siano molto formative e importanti, sia per la lingua, che per la conoscenza di altre realtà che per il bagaglio di esperienze che ti possono regalare. Non mi piace mettere le radici in un solo posto, adoro sperimentare e muovermi. Mi piacerebbe un futuro negli Stati Uniti, a Miami, città in cui vado spesso sia per amicizie che per lavoro. Però anche questa ipotesi al momento è in stand-by. Adesso so solo che sono sperduto in mezzo all’oceano Indiano, nel nulla, quindi penso a stare qui, nel momento presente».

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