«Ecco come è nata RevolvSpace, start-up spaziale fra Olanda e Italia»

LA STORIA. Filippo Oggionni, ingegnere di 27 anni di Bergamo, fonda con tre amici un’azienda internazionale. Maxi finanziamento per sviluppare energia per satelliti.

È partito dalla Bergamasca per arrivare fin nello spazio. È questo il percorso intrapreso da Filippo Oggionni, classe 1997, cresciuto a Redona, un percorso che lo ha portato lontano dalla sua città natale per esplorare nuove frontiere nel campo dell’ingegneria aerospaziale. Dopo aver completato gli studi al Liceo scientifico Lussana e la laurea triennale in Ingegneria aerospaziale al Politecnico di Milano nel 2019, Filippo infatti ha deciso di cercare nuove opportunità all’estero. «Volevo fare esperienza fuori dall’Italia – racconta Filippo –, visto che già durante il liceo avevo trascorso un anno di scambio in Mississippi e quell’esperienza mi ha fatto desiderare di vivere e studiare all’estero».

L’inizio della sua avventura lo ha portato a Delft, nei Paesi Bassi. Nel 2019 Filippo ha mandato la sua candidatura all’Università di Delft, un rinomato politecnico olandese situato tra l’Aia e Rotterdam, noto per la sua eccellenza nell’ingegneria aerospaziale. «La mia candidatura è andata a buon fine, e ad agosto del 2019 mi sono trasferito a Delft per iniziare la magistrale in ingegneria spaziale, con un focus sull’esplorazione spaziale – spiega Filippo –. Durante i due anni di studi a Delft ho completato due tirocini: uno presso il Centro di ricerca spaziale olandese Sron e uno all’Osservatorio di Parigi. Il primo tirocinio era più curricolare, mentre il secondo l’ho scelto io per fare un’altra esperienza significativa».

Gli studi a Delft in Olanda

Delft si è rivelata una piccola bolla internazionale con una vivace vita universitaria Ho vissuto la vita universitaria sia come studente internazionale che come olandese

«È stato un corso di studi molto applicato – continua Filippo riflettendo sulla sua esperienza accademica a Delft –, basato su dati reali e missioni vere. L’ambiente era super internazionale e i professori ti trattavano da pari, cosa che mi ha molto motivato e che è diversa da quanto avevo vissuto al Politecnico di Milano, dove l’istruzione e i corsi però sono davvero di alto livello e mi hanno preparato al meglio per il mio futuro. Fuori dagli studi, inoltre, Delft si è rivelata una piccola bolla internazionale con una vivace vita universitaria. Ho giocato a pallavolo e beach volley nei club dell’università, vivendo la vita universitaria sia come studente internazionale che come olandese. E devo dire che è stato molto bello e stimolante».

Nel 2021, poi, durante l’ultimo anno di studi, Filippo e alcuni compagni di università hanno iniziato a lavorare su una nuova tecnologia. «Eravamo un gruppo molto internazionale e l’università offriva voucher di innovazione per finanziare piccoli progetti – ricorda –. Abbiamo partecipato a un concorso interno all’università dedicato alla creazione di start-up, vincendo un piccolo premio che ci ha motivato a prototipare la nostra idea».

La start-up RevolvSpace

I fondi ci permetteranno di espandere il team, sviluppare nuovi prodotti aprendo nuove linee di business e realizzare la nostra prima missione in orbita

Un’idea che sarebbe poi divenuta realtà. Nel 2022, così, Filippo si è laureato e, contemporaneamente, ha lanciato la sua start-up, Revolv Space, insieme ai suoi soci Marco (italiano), Aleksander e Michal (entrambi polacchi). «Abbiamo anche seguito corsi per scoprire i lati economici e commerciali dell’essere imprenditori, in modo da poter fondare la nostra azienda e di poterla far crescere. Nei mesi successivi l’apertura di Revolv Space (fondata in Olanda) abbiamo poi ottenuto finanziamenti consistenti, circa mezzo milione di euro, che ci hanno permesso di assumere le prime persone e fare investimenti in hardware e anche i primi test. Nel frattempo siamo stati anche selezionati per due programmi importanti: uno di incubazione per start-up dell’Agenzia spaziale europea a Noordwijk, nei Paesi Bassi, percorso in dirittura d’arrivo, e uno a Torino, chiamato Takeoff Accelerator, che ci ha spinto ad aprire una sede in Italia».

Nel 2023, poi, Revolv Space ha ottenuto ulteriori finanziamenti pari a 2,6 milioni di euro da due fondi di investimento, Primo Space di Milano e Takeoff Accelerator di Torino. «Questi fondi ci permetteranno di espandere il team, sviluppare nuovi prodotti aprendo nuove linee di business e realizzare la nostra prima missione in orbita – dice Filippo con entusiasmo –. Attualmente, Revolv Space conta 15 persone, di cui 12 in Italia e 3 in Olanda. Abbiamo già assunto 5 persone da inizio anno e ne assumeremo altre 4 entro il 2025 grazie a questi finanziamenti. Infatti stiamo ancora cercando delle persone da aggiungere al team. Siamo una realtà giovane e internazionale, l’età media è 30 anni e abbiamo 10 diverse nazionalità all’interno del nostro team».

Da Torino agli Usa

Ci proponiamo come fornitore di tutti i prodotti necessari a creare energia, dai pannelli alle cerniere per farli aprire e ruotare e tutto il resto

«Con Revolv Space ci occupiamo di sviluppare sistemi di energia per satelliti, principalmente pannelli solari su misura e relativi meccanismi – spiega –. Siamo quindi fornitori per le aziende che sviluppano satelliti per usi commerciali, istituzionali, per missioni di osservazione della terra, ricerca scientifica. Ogni satellite è diverso e serve quindi un progetto diverso: noi ci proponiamo come fornitore di tutti i prodotti necessari a creare energia, dai pannelli alle cerniere per farli aprire e ruotare e tutto il resto. Il nostro prodotto di punta, infatti, Sara, è un sistema innovativo che orienta i pannelli solari verso il sole per massimizzare l’energia generata». Dopo il completamento degli studi, complice l’apertura delle sede torinese di Revolv Space, Filippo ha iniziato a dividere il suo tempo tra l’Olanda e l’Italia.

«Non manco mai di tornare anche a Bergamo quando posso; sono ancora legato alla mia città e fortunatamente in poche ore posso essere a casa»

«Il nostro team è super competente nonostante la giovane età – sottolinea Filippo – e vogliamo continuare a coltivarlo. Il sogno è crescere come organizzazione mantenendo questi nostri tratti netti. Una grossa fetta del nostro mercato è negli Stati Uniti, quindi espanderci lì è una nostra ambizione futura. E anche in quel caso con base a Torino mi sposterei tra Olanda, Italia e Stati Uniti (ma non manco mai di tornare anche a Bergamo quando posso; sono ancora legato alla mia città e fortunatamente in poche ore posso essere a casa)». Guardando al futuro, Filippo è ottimista e ha le idee molto chiare. «Vogliamo affermarci come punto di riferimento nel settore dei sistemi di energia per satelliti, che è di nicchia. È importante far capire ai nostri partner che siamo affidabili. Con Revolv Space miriamo a espanderci ulteriormente e a consolidare la nostra presenza nel mercato internazionale. Ora stiamo lavorando coi primi tre clienti a cui forniamo hardware per le loro missioni e ci piacerebbe continuare su questa strada e fare in modo che Revolv Space cresca costantemente. È importante mostrare da subito e affermare le nostre capacità e la nostra affidabilità. E tenerci pronti a qualsiasi porta si aprirà per noi e per il nostro futuro». Un futuro che per Filippo ha una strada ancora tutta da scrivere.

«Devo e voglio ringraziare la mia famiglia e Bergamo in generale per aver creato le basi per la mia crescita accademica e professionale futura. La mia famiglia mi ha sempre sostenuto, anche quando sono andato via; inoltre, il Liceo Lussana e altri percorsi intrapresi durante il Liceo mi hanno insegnato a pensare e mi hanno dato la struttura per fare queste cose. Senza tutto questo non credo sarei andato via e non credo avrei nemmeno fondato Revolv».

Bergamo senza confini

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