Bergamo senza confini / Bergamo Città
Domenica 07 Luglio 2019
Da Vall’Alta
ora sforno pizze
a Bondi Beach
Lasciare tutto per inseguire un sogno: fare il giro di tutta l’Australia. Da diverso tempo Stephen Imberti, 27enne di Vall’Alta di Albino, coltivava questo sogno nel cassetto, che è diventato realtà il primo febbraio di quest’anno. «Dopo aver ottenuto un’aspettativa di sei mesi dal lavoro in un’azienda tessile della valle – racconta Stephen – sono partito alla volta dell’Australia. Da tempo ci pensavo, era il mio sogno, e anche se non tutte le persone a me care erano favorevoli alla cosa, ho deciso di partire. Qui svolgo la professione di pizzaiolo in un locale a pochi minuti da Bondi Beach, una delle spiagge più belle e famose di Sydney».
«Il mio obiettivo è quello di girare tutta la East Coast, da Sydney a Cairns, andare a Melbourne e vedere le bellissime spiagge del Western Australia – racconta –. Ad agosto dovrei tornare in Italia per mantenere il posto fisso che ho lasciato prima di partire, ma ho deciso di fermarmi fino alla fine del Working Holiday Visa, che ho ottenuto per venire qui, che scadrà a febbraio 2020. Sto infatti lavorando qui a Sydney per risparmiare soldi da impiegare durante il viaggio che affronterò attraverso l’Australia. Al termine tornerò a casa sicuramente per trascorrere del tempo con la mia famiglia, poi vedrò. Stavo pensando alla Florida, ma è tutto un punto di domanda. Non ho programmi certi per il futuro».
Stephen non è nuovo a questo tipo di esperienze, nel suo curriculum vanta già infatti un’esperienza all’estero. «Era il gennaio del 2013 – prosegue il 27enne –, e decisi di andare a Londra, perché scoraggiato dalla vana ricerca di un posto di lavoro in Valle Seriana. Da solo, senza parlare una parola di inglese, fu un grande choc all’inizio, e anche l’impatto con una metropoli come Londra, essendo abituato a Vall’Alta, fu forte».
«All’inizio lavorai in un ristorante pugliese gratuitamente per imparare l’inglese e avere un posto dove dormire e dopo qualche settimana trovai lavoro in un altro ristorante italiano come lavapiatti. E fu proprio lì che, dopo un po’ di tempo, iniziai a fare il pizzaiolo. Dopo dieci mesi però decisi di tornare a casa e trovare lavoro qui: non mi piaceva lo stile di vita della città, troppo frenetica – lo è anche Sydney un po’ –, molto cupa, grigia e per me, che sono un’amante della bella stagione, là praticamente non esisteva l’estate. Così ho fatto la valigia e sono ritornato a Vall’Alta di Albino a casa con i miei cari».
«Sydney è una tra le città più sicure al mondo – commenta Stephen –: non ho mai visto degrado ed è tenuta molto bene. Anche la sera la si gira tranquillamente, a differenza di Londra ad esempio, dove la sera era più pericoloso girare in città. A parte qualche squalo o serpente, per il resto poi è davvero un posto sicuro. Adesso qui è inverno, ma le temperature sono comunque abbastanza miti. Fa freddino ma si sta bene: di giorno ci sono dai 16 ai 17 gradi. Nelle regioni più a Nord dello stato si registrano anche temperature intorno ai 25 gradi, nonostante siamo nel pieno della stagione invernale».
«Malinconia di casa? Mi mancano la famiglia e le amicizie vere, ma per il resto sto bene qui – dice Stephen –. Ho creato diversi rapporti di amicizia anche qui: è una città cosmopolita, composta per la maggior parte da migranti. Proprio per questo è una città che non ha una vera e propria cultura che la caratterizza, come può essere da noi in Italia. Ho stretto rapporti di amicizia con nepalesi, giapponesi, cinesi, australiani e ovviamente gli italiani non mancano mai. Qualche abitudine di casa l’ho mantenuta, come uscire la sera a bere una birra, ma per il resto qui lo stile di vita è molto diverso, ed è legato ovviamente alla conformazione della città. A Bergamo non andavo in spiaggia prima di andare al lavoro. Lo stile di vita non è molto più caro dell’Italia, leggermente secondo il mio punto di vista, ma gli stipendi qui sono davvero molto più alti dei nostri. Credo sia uno dei Paesi dove si stia meglio dal punto di vista dello stile di vita e del benessere economico».
«Ottenere la cittadinanza australiana è pressoché impossibile – spiega Stephen –: avrei la possibilità di ottenere altri visti, ma tornerò a casa quando scadrà questo. Il cibo italiano non mi manca perché spesso cucino io, nella casa dove vivo con altre persone, a pochi minuti dall’Opera House, oppure vado in ristoranti italiani. Per quanto riguarda la lingua invece me la cavo con l’inglese, mentre l’inglese australiano che parlano qui è davvero difficile da comprendere, faccio fatica».
«Una cosa che ho imparato nella vita – conclude il giovane – è che nessuno, nemmeno noi stessi, possiamo sapere se la scelte che facciamo siano giuste o sbagliate. Ma nella vita bisogna rischiare e tentare, altrimenti si vive con il perenne rimorso di non aver fatto qualcosa. Il mio obiettivo era quello di visitare gran parte della nazione, e questo mi porterà a perdere il posto fisso in Italia, ma è il mio obiettivo e lo voglio portare a termine».
Essere più vicini ai bergamaschi che vivono all’estero e raccogliere le loro esperienze in giro per il mondo: è per questo che è nato il progetto «Bergamo senza confini» promosso da «L’Eco di Bergamo» in collaborazione con la Fondazione della comunità bergamasca onlus. Per chi lo desidera è possibile ricevere gratuitamente per un anno l’edizione digitale del giornale e raccontare la propria storia. Per aderire scrivete a: [email protected].
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