Bergamo senza confini / Bergamo Città
Domenica 05 Gennaio 2025
Da Ponteranica alla cattedra a Oxford: «Qui si fa ricerca senza pressioni»
LA STORIA. Mauro Pasta, ordinario di Elettrochimica applicata nella prestigiosa università del Regno Unito. Al top nello studio di materiali avanzati per l’energia.
Chimico e ricercatore di fama internazionale, la cui storia unisce passione per la scienza, spirito imprenditoriale e una visione cosmopolita. Mauro Pasta è un bergamasco che oggi vive in Inghilterra, dove lavora come professore ordinario all’Università di Oxford. Nato nel 1983 a Ponteranica, Mauro ha trascorso la sua infanzia tra scuola e casa, assorbendo i valori di una famiglia che gli ha sempre trasmesso il gusto per la conoscenza e la determinazione. «Sin da ragazzo mi affascinavano le scienze», racconta. «È stato naturale scegliere Chimica come percorso di studi al Natta, l’istituto tecnico che frequentavo alle superiori. È una scienza pratica, legata anche al vibrante settore industriale italiano dell’epoca». Crescendo, Mauro ha sviluppato poi un interesse sempre più profondo per il mondo della ricerca, ispirato anche da docenti che lo hanno incoraggiato a perseguire l’eccellenza.
Milano, la California, la Germania
Dopo aver completato il diploma, Mauro si è iscritto alla Statale di Milano per studiare Chimica Industriale, un indirizzo che lo ha introdotto a un universo di ricerca e innovazione. Durante gli anni universitari, ha vissuto a Ubiale Clanezzo, dove si era trasferito con la famiglia, ma la voglia di esplorare il mondo non lo ha mai abbandonato. «Già con la tesi di laurea ho avuto la possibilità di trascorrere tre mesi in Germania, alla Basf. Lì è nata l’idea di lavorare all’estero», spiega. In Germania, Mauro ha avuto modo di collaborare con alcuni dei migliori ricercatori nel settore, un’esperienza che rafforzò la sua convinzione di voler contribuire alla comunità scientifica internazionale. Nel 2007, Mauro si è laureato e, dopo poco, ha iniziato il dottorato alla Statale. Grazie a una scelta strategica, ha potuto svolgere metà del suo dottorato presso l’Università di Stanford, in California, uno dei centri più prestigiosi al mondo. «Mi ero chiesto se valesse la pena fare un dottorato internazionale o rimanere in Italia. Ho scelto di iniziare qui, ma con l’idea di fare esperienza anche fuori». L’esperienza californiana si è rivelata fondamentale, aprendo nuovi orizzonti nel campo dell’elettrochimica delle batterie, che è ancora oggi il suo principale ambito di lavoro. «Stanford mi ha dato la possibilità di lavorare su progetti ambiziosi, che avevano l’obiettivo di risolvere problemi reali legati all’energia e alla sostenibilità». Nel 2010, terminato il dottorato, Mauro ha difeso la tesi ed è tornato brevemente in Europa, lavorando per sei mesi in Germania mentre attendeva il visto per un contratto di ricerca post-doc a Stanford. Tra il 2011 e il 2015 ha poi vissuto e lavorato in California, dedicandosi a progetti di grande impatto, come lo sviluppo di batterie per l’integrazione delle energie rinnovabili con la rete elettrica.
Fondatore di due startup
«Il problema con le energie rinnovabili è la loro intermittenza: non sempre c’è vento o sole. Abbiamo lavorato su soluzioni che consentissero di bilanciare la rete, riducendo i costi e aumentando l’efficienza». Durante questo periodo, Mauro ha pubblicato numerosi articoli scientifici su riviste prestigiose, consolidando la sua reputazione come uno dei massimi esperti nel campo. La permanenza negli Stati Uniti è stata anche un trampolino di lancio per la sua carriera imprenditoriale. Nel 2012, Mauro infatti ha co-fondato la sua prima startup, Natron Energy, specializzata in batterie per datacenter. «È stata un’esperienza straordinaria, ma mi sono reso conto che preferivo continuare a fare ricerca piuttosto che dedicarmi esclusivamente al business». La startup è cresciuta rapidamente, attirando investimenti significativi e ricevendo riconoscimenti per l’innovazione.
Il trasferimento ad Oxford
Nel 2015, ha avviato una seconda startup, Cuberg, focalizzata su batterie per l’aviazione elettrica. Questa società è stata acquisita nel 2021 da Northvolt, confermando il valore delle sue intuizioni e il suo contributo alla transizione verso un futuro più sostenibile. Sempre nel 2015, Mauro ha deciso di trasferirsi a Oxford, dove ha ottenuto una posizione come professore associato nel Dipartimento di Materiali. «Oxford è il posto ideale per chi vuole fare carriera accademica. L’ambiente è stimolante e permette di fare scienza come si deve, senza la pressione del business». A Oxford, Mauro ha avviato un laboratorio dedicato allo studio di materiali avanzati per l’energia, collaborando con istituzioni di tutto il mondo. Nel 2022, è diventato professore ordinario di Elettrochimica Applicata, consolidando ulteriormente il suo ruolo di leader nel settore. «Qui ho trovato un equilibrio perfetto tra ricerca, insegnamento e la possibilità di formare giovani talenti».
La famiglia internazionale
Nonostante il successo internazionale, Mauro non ha mai dimenticato le sue origini. Vive a Oxford con la moglie Erin, californiana, e i loro due figli, Gemma e Giulio, nati rispettivamente nel 2020 e nel 2022. «La mia famiglia è ormai cittadina del mondo: siamo italiani, americani e inglesi. Questo mix ci arricchisce, ma cerco sempre di mantenere un legame con l’Italia». Tornano in patria circa una volta l’anno, spesso per far conoscere ai bambini le tradizioni italiane e trascorrere del tempo con i nonni. Mauro è particolarmente affezionato alle montagne della Val Brembana, dove ama fare escursioni con la famiglia durante le vacanze estive. Mauro riflette anche sui pro e contro dei diversi luoghi in cui ha vissuto. «La California era tutto quello che l’Italia non era: dinamica, piena di opportunità e con una mentalità aperta al rischio. Ma Oxford ha un fascino unico, è un luogo di stabilità e di eccellenza accademica. Ogni posto ha le sue sfumature, il mondo non è mai bianco o nero». Questo approccio equilibrato gli ha permesso di adattarsi a contesti culturali e professionali diversi, portando sempre con sé un pezzo della sua identità italiana.
Talento e creatività italiani
Il futuro di Mauro rimane aperto a nuove opportunità. «Non sono mai stato dieci anni nello stesso posto, quindi guardo sempre avanti. Per ora mi trovo bene a Oxford, ma vedremo cosa riserverà il futuro, anche considerando le esigenze della famiglia». Mauro continua anche a esplorare l’idea di divulgare sempre di più le informazioni sulla chimica delle batterie, con l’obiettivo di rendere questa disciplina accessibile a un pubblico più ampio. «Credo sia importante condividere le conoscenze scientifiche con il mondo, soprattutto su temi cruciali come l’energia e la sostenibilità». Qualunque sia la prossima tappa, una cosa è certa: Mauro continuerà a portare con sé la passione per la scienza e la curiosità che lo hanno sempre guidato, rappresentando un esempio di come il talento italiano possa brillare nel mondo. «L’Italia ha un patrimonio straordinario di creatività e competenze. Anche se oggi vivo all’estero, sento di portare con me un pezzo del nostro Paese in tutto quello che faccio».
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