Da Nembro all’Australia nella Top 100 dei bartender

LA STORIA. «O ti formi, o ti fermi» il suo motto. Davide Mologni è un barman d’eccellenza dopo gli studi in Scienze umane: «Premiato con un cocktail che si chiama /par-là/».

Una miscela tra sete di conoscenza, passione, voglia di scoprire nuovi orizzonti, gusti e sapori ha costituito la ricetta perfetta per spingere Davide Mologni, classe 1997 di Gavarno, a spiccare il volo per l’Australia dove si è qualificato tra i Top 100 bartender della nazione. Dopo il diploma di maturità in Scienze umane all’Isis Oscar Romero di Albino, Davide inizia gli studi in Sociologia all’Università Milano Bicocca, ma si rende ben presto conto che non è la sua strada.

«O ti formi, o ti fermi»

«Lavorare al bar è spesso considerata un’occupazione per chi non desidera impegnarsi, voglio cambiare questa percezione»

Nel 2017 la svolta arriva con un corso in edizione unica organizzato dalla Fondazione «Et Labora» intitolato «Barman: l’arte del buon bere». «Da quel momento tutto è iniziato, ho capito che questo era il lavoro che avrei voluto fare. Inizio quindi come bartender in un boutique hotel in Città alta e, con i primi risparmi, frequento un corso alla Quality Academy a Bergamo, per poi spostarmi nella Flair Academy di Milano. Dal 2017 la mia formazione non si è mai fermata: ho frequentato la W.S.E.T (Wine Spirit Education Trust) di Londra e la storica Drink Factory di Bologna». Come ha scritto nel suo curriculum Davide crede fermamente che non ci possa essere innovazione senza conoscenza e, per questo motivo, una frase che fa da mantra nella sua vita è «O ti formi, o ti fermi». «Lavorare al bar è spesso considerata un’occupazione per chi non desidera impegnarsi, voglio cambiare questa percezione: il lavoro di barman, infatti, richiede studio, dedizione e impegno, e merita di essere riconosciuto come una professione seria e rispettabile».

L’esperienza con «Fabric»

Davide non ha mai tralasciato il retaggio dei suoi studi liceali, affiancando la sua formazione professionale a quella personale: «Il mio lavoro si basa sul rapporto umano con clienti e colleghi, mi piace studiare le dinamiche che si possono creare e formarmi per poterle affrontare al meglio, coltivando l’intelligenza emotiva». Nel 2019 Davide inizia a lavorare con Fabric nella seconda edizione in Ex-Reggiani. Questa opportunità si rivela per lui una svolta lavorativa: «Ho sviluppato e consolidato le mie competenze: sono partito come Bartender in Ex- Reggiani, passando ad Head Bartender in Fabric Into the Woods nel 2022, per poi diventare Bar Supervisor nel 2023 in Fabric Cascina Carlinga». A settembre 2022, inoltre, Davide diventa Bar Manager della discoteca Zero Club in centro Bergamo. «Mi ritengo una persona estremamente fortunata, perché la mia passione più grande è il mio lavoro – commenta Davide –: in Italia però, purtroppo, non sempre si rende giustizia al settore del bartending che all’estero è, invece, una professione riconosciuta e affermata, con tante possibilità di carriera».

Si vola a Melbourne

«Essendo cresciuto in una piccola frazione, catapultarmi in una metropoli è stato uno shock all’inizio»

Fin dal 2019 progetta dunque di trasferirsi, «ho ben presto capito che Melbourne sarebbe stata la scelta perfetta – rivela –: non mi sono mai piaciute le cose semplici, quindi l’idea di andare dall’altra parte del mondo rientrava nelle mie corde. Così, il 13 settembre 2023 sono partito». Una decisione che ha dato a Davide l’occasione di ricominciare da zero e intraprendere un cammino di crescita a 360°. «Da ottobre 2023 lavoro nel fine dining come bartender presso Lui Bar, in collaborazione con Vue de Monde, stella affermata della ristorazione australiana. È uno dei 3 ristoranti più importanti e all’avanguardia di tutto il Paese premiato con 3 Chef Hat’s da AGFG Australian Good Food Guide – spiega –. La mia venue si trova al 55° piano della Rialto Tower, in centro a Melbourne, e regala un panorama mozzafiato, ogni volta rimango incantato dalla bellezza della vista».

Un lavoro e una nazione che hanno da subito conquistato Davide, nonostante le difficoltà iniziali: «Essendo cresciuto in una piccola frazione, catapultarmi in una metropoli è stato uno shock all’inizio e, sicuramente, uno dei punti di forza è stato proprio quello di mettermi alla prova con me stesso – commenta –. Ho imparato a cavarmela da solo, trovare una soluzione ai problemi della quotidianità e in due settimane ho dovuto gettare le basi per vivere. Qui sono stato subito catturato dall’estrema gentilezza delle persone, dalla puntualità dei mezzi, dalla pulizia e dalla sicurezza nelle strade, oltre che da tutte le opportunità che questa città offre».

Il talento premiato

«Un’emozione indescrivibile, un misto di adrenalina e felicità, anche un po’ di incredulità a essere sincero»

A febbraio sono iniziate le prove per la Diageo World Class 2024, una competizione a livello mondiale in cui ogni bartender viene messo alla prova per conoscenza, tecnica, innovazione e talento. «Mi sono sempre piaciute le sfide, non ho esitato un momento nel decidere di partecipare. Sono state tre settimane di studio, sperimentazione e ricerca. Volevo parlare della mia terra, dei luoghi che ho frequentato, dei maestri che mi hanno ispirato, così è nato /par·là/: ho scelto questo nome, rigorosamente in italiano, per raccontare la forza della parola e del racconto, di come l’atto di parlare sia in grado di trasportare anche dall’altra parte del mondo, senza muoversi fisicamente. La parola sta all’anima come la medicina sta al corpo, come teorizzava il filosofo Gorgia. Dopo questo mese di studio e ricerca, ho mandato il tutto alla giuria, aspettando il responso finale. Ricorderò quel giorno per sempre, era un martedì mattina quando ho ricevuto la chiamata dove mi annunciavano la vittoria, diventando uno dei 100 migliori bartender d’Australia. Un’emozione indescrivibile, un misto di adrenalina e felicità, anche un po’ di incredulità a essere sincero». Davide è stato contattato dall’hotel di extra lusso Marina Bay Sands di Singapore, premiato da Forbes come uno dei migliori hotel, per entrare a far parte del team di Cé La Vi come bartender nel prestigioso Sky Bar & Club Lounge.

«Bergamo è un tatuaggio senza inchiostro. Porto la mia città sempre con me e, quando mi chiedono da dove vengo, sono orgoglioso di dire Bergamo»

Insegnante di bartending

Oltre a questo, l’European Bartender School (E.B.S.) gli ha offerto di diventare uno degli insegnanti di bartending all’interno delle loro scuole situate in tutto il mondo, «per questo mi trasferirò a Palma di Mallorca a febbraio – spiega –. Il mio percorso prevede ancora tante tappe, ma l’Italia rimarrà sempre casa». Il sogno, al termine dei viaggi, è rientrare nella sua città, «Bergamo è un tatuaggio senza inchiostro. Porto la mia città sempre con me e, quando mi chiedono da dove vengo, sono orgoglioso di dire Bergamo. Di aspetti che mi mancano ce ne sono tantissimi: gli affetti, le passeggiate sulle Mura, le estati in Fabric, le montagne, i nostri laghi… mi manca tutto di Bergamo – commenta –: non è una nostalgia negativa, anzi, mi dà la carica per andare avanti e mettermi in gioco, perché, agli occhi di una persona che non conosce Bergamo, io la sto rappresentando, dimostrando di cosa siamo capaci, le nostre attitudini: la forza instancabile, la dedizione, l’impegno che mettiamo, l’orgoglio che abbiamo. Ho sempre pensato a Bergamo come una città completa, e venire qui ha consolidato e rafforzato le mie convinzioni. Per quanto a volte pensiamo l’opposto, abbiamo tutto e, in questo tutto, la bellezza della nostra città è una parte importante. Si comprende il valore delle cose solo quando le si lascia, non potrebbe essere più vero».

Bergamo senza Confini

Essere più vicini ai bergamaschi che vivono all’estero: è il progetto Bergamo senza confini promosso da «L’Eco di Bergamo». Per chi lo desidera è possibile ricevere gratuitamente per un anno l’edizione digitale del giornale e raccontare la propria storia. Info a [email protected].

© RIPRODUZIONE RISERVATA