Da 8 anni a Londra: «Figlio di migranti ora dirigo i bar degli hotel Zetter»

LA STORIA. Il 34enne Anas El Bahhaj: «Bergamo resta la mia casa». I genitori sono emigrati dal Marocco negli anni Ottanta. «A 16 anni ho perso il papà. Subito al lavoro in fabbrica».

Quando è partito per la prima volta per esplorare il mondo ormai 15 anni fa, Anas El Bahhaj credeva sarebbe stata un’avventura di qualche mese. Invece da allora, salvo una breve parentesi, nella Bergamasca non è più tornato, almeno stabilmente e da ormai otto anni vive e lavora a Londra, dove dopo la gavetta e una crescita costante è oggi direttore dei bar di tutta la compagnia degli hotel Zetter.

«La mia è una storia particolare – racconta Anas –. Sono nato il 25 novembre 1990 a Bergamo da genitori marocchini residenti a Grassobbio fin dagli anni ’80. Forse da lì viene la mia voglia di esplorare sempre alla ricerca di un’opportunità migliore. La scuola non è mai stato il mio forte così quando è venuto a mancare mio padre a quasi 16 anni ho deciso di abbandonarla e cercarmi un lavoro. Ho trovato subito occupazione in una fabbrica, lavanderia industriale, che mi ha permesso di mettere via abbastanza soldi per il mio viaggio e nel frattempo aiutare economicamente la mia famiglia. Ma in quel periodo tutto mi stava stretto. Credo che i due anni di fabbrica abbiano reso tutto molto più intenso. Mi sono reso conto che la vita non poteva essere “tutta lì”. Ci ero entrato a 17 anni e non era mia intenzione uscirci alla pensione».

Fare qualcosa di bello della vita

Così Anas è partito per Londra, con l’obiettivo di vedere il mondo e provare qualcosa di diverso. Non avrebbe mai immaginato che da quel primo viaggio la sua vita, anche lavorativa, sarebbe cambiata. «Ho deciso di prendere in mano la mia vita e farne qualcosa di bello, qualcosa che mi avrebbe cambiato e aperto la mentalità, qualcosa che un giorno mi avrebbe fatto sorridere e commuovere al solo ricordo. Così nel 2009 è iniziato il mio primo viaggio all’estero, a Londra. Doveva essere solamente un’esperienza di qualche mese, e invece eccomi qui, ancora in giro per il mondo dopo aver vissuto in Sardegna, Australia, Ibiza e Miami. Queste esperienze mi hanno arricchito personalmente e professionalmente, e mi hanno permesso di sviluppare una comprensione più profonda delle esigenze dei clienti internazionali. Ora mi trovo stabilmente a Londra da ormai 8 anni, con una parentesi di quasi un anno a Grassobbio nel 2017, prima di ritornare qui appunto».

La scuola di mixologists

Tornato a Londra nel 2014, dopo varie esperienze in altri paesi, Anas ha deciso di frequentare una scuola per mixologists, prima di iniziare la propria carriera in alcuni dei migliori bar della Gran Bretagna. «Il mio primo lavoro poi è stato quello di fare parte del team che ha aperto lo Sky garden nel grattacielo chiamato “Walkie talkie”. La seconda esperienza invece l’ho fatta nello speakeasy bar segreto cinese chiamato Opium. Sono rimasto lì fino al 2018, quando sono approdato alle Zetter Townhouse hotel dove ho affinato il mio bagaglio tecnico ed elevato la mia esperienza scalando di posizione in posizione nelle gerarchie negli anni fino a diventare ora direttore dei bar di tutta la compagnia degli hotel». Al lavoro quindi Anas riesce a fare quel che gli piace: far emozionare le persone attraverso il gusto.

Nuovi sapori al bar

«A Zetter ho l’opportunità di superare i confini tramite i sapori che manipoliamo nel nostro laboratorio e creare esperienze indimenticabili per i nostri clienti. Inoltre ho l’opportunità di girare l’Europa e di ospitare alcuni dei migliori barman nei nostri hotel tramite eventi chiamati “bar take overs”. Se mi guardo alle spalle non posso che essere soddisfatto e felice della mia evoluzione. La mia passione per il mondo dell’ospitalità è nata durante i miei viaggi in giro per il mondo. Ho sempre amato esplorare nuove culture e assaporare le diverse cucine, e ho capito che volevo farne parte attivamente. È sempre stato così, fin da bambino: la voglia di girare il mondo, di creare relazioni, trovare contatti».

Mettersi alla prova

Proprio come hanno fatto prima di lui i suoi genitori. «La vita all’estero è stata ed è ancora oggi un’avventura emozionante. Sono partito da solo, ma ho trovato una rete di sostegno tra colleghi e amici nel orso degli anni. L’ambientarsi è stato un processo graduale, ma mi ha insegnato molto sulla resilienza e sull’apertura mentale. La mia conoscenza dell’inglese per esempio era pessima, ora invece mi posso vantare di parlare 4 lingue alla perfezione: come la vita cambia in pochi anni».

A Londra quindi Anas ha trovato una propria dimensione, ma casa e l’Italia mancano sempre. «Le differenze tra la vita all’estero e a Bergamo sono significative. Apprezzo la diversità culturale e le opportunità di carriera che Londra offre, ma a volte mi manca la calma e il calore della gente italiana, le calde serate estive con gli amici e soprattutto l’ampia scelta di cibo italiano al supermercato. Bergamo e l’Italia sono sempre nel mio cuore. Mantengo i contatti con la mia famiglia e i miei amici in Italia attraverso videochiamate e viaggi quando posso. Cerco infatti di tornare a casa almeno un paio di volte all’anno».

«Voglio ringraziare la mia famiglia, i miei amici e la mia compagna Harriet per essermi sempre stati vicini e tutte le persone che ho incontrato sul mio cammino durante questi anni, tutti mi hanno lasciato qualcosa»

«L’Italia è la mia casa»

«L’Italia è la mia casa e mi sono sempre detto che un giorno ci passerò il resto della mia vita, ma una cosa è certa, non smetterò mai di viaggiare, scoprire, conoscere e imparare. Voglio ringraziare la mia famiglia, i miei amici e la mia compagna Harriet per essermi sempre stati vicini e tutte le persone che ho incontrato sul mio cammino durante questi anni, tutti mi hanno lasciato qualcosa. La vita qui è molto dinamica e le persone non giudicano per quello che indossi o per il conto in banca che hai, ogni giorno è una opportunità, una storia diversa, con la possibilità di conoscere persone veramente da ogni parte del globo. Durante la pandemia di Covid-19 poi, ho vissuto momenti difficili come molti altri soprattutto sapendo della situazione a Bergamo e parlando con famiglia e amici e guardando la tv. Nonostante ciò ho trovato modi creativi per adattarmi alla situazione, aggiornandomi e studiando, e ho lavorato duramente per mantenere alto il morale del mio team e dei nostri clienti».

«A coloro che sentono davvero dentro di loro che casa non è casa ma c’è qualcosa di più, che va oltre le proprie radici e le proprie origini. Un luogo dove stare bene»

Il matrimonio in Italia

E il futuro? «Per il futuro sono aperto a nuove opportunità sia all’estero che in Italia. Ho comprato casa recentemente con la mia ragazza, inglese del Nord Inghilterra, con cui stiamo pianificando il nostro matrimonio proprio a Bergamo. Vino, cibo e soprattutto i cocktail sono la mia grande passione, vorrei un giorno aprire un piccolo cocktail bar sulla spiaggia in Thailandia, un hotel a Ibiza o un airbnb a Marrakech, posti che amo, dandogli però un tocco italiano, che ci differenzia nel mondo per l’ospitalità e la qualità». E poi: «Consiglierei di partire? Certamente. A coloro che sentono davvero dentro di loro che casa non è casa ma c’è qualcosa di più, che va oltre le proprie radici e le proprie origini. Un luogo dove stare bene».

Bergamo senza Confini

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