Alla Rolls-Royce ingegnere green per il marchio della Casa Reale

STEFANO PEZZOTTA. A 25 anni a Berlino nell’azienda di auto (e non solo) simbolo di lusso e artigianalità. «Programma di due anni per scoprire tutti i reparti».

Dal 1906 è un marchio che fa sognare per la sua eleganza senza tempo (non per niente sono le auto della Casa reale inglese) e, nel corso della sua storia, oltre a essere diventata una delle aziende produttrici di auto più conosciute al mondo ha realizzato anche motori aeronautici e diesel. Per due anni Stefano Pezzotta, 25enne di Grumello del Monte, vivrà a Berlino ed esplorerà tutta la macchina produttiva della casa automobilistica Rolls-Royce (acquisita dal marchio Bmw). Un’occasione unica, avviata nel novembre 2022, per scoprire poi in quale area poter dare il proprio apporto di Ingegnere specializzato in energie rinnovabili.

Prima tappa: Brasile

La sua passione per il mondo è nata proprio durante il percorso di studi accademici con un’importante esperienza in Brasile. «Dopo la laurea triennale in Ingegneria energetica al Politecnico di Milano – racconta Stefano Pezzotta – mi sono iscritto alla laurea magistrale in “Green power systems”, ovviamente con focus sulle energie rinnovabili. Nell’aprile 2021, nonostante fossimo ancora in piena pandemia, sono riuscito a partire alla volta di Joinville, in Brasile: lì sono rimasto per cinque mesi. È stata una delle esperienze più “fuori” dalla mia comfort zone che io abbia mai fatto, ma allo stesso tempo meravigliosa perché ho conosciuto molte persone, tuttora ancora tra le mie amicizie, e avuto l’opportunità di conoscere una cultura diversa, visitare posti nuovi e di imparare una nuova lingua. Il sistema di insegnamento è molto diverso e questo mi ha affascinato. Le lezioni erano in lingua portoghese quindi ho dovuto adattarmi abbastanza velocemente se volevo passare gli esami e all’inizio non è stato semplice. Consiglio caldamente uno scambio internazionale perché ti permette di toccare con mano la cultura di un altro Paese, che oltre a essere affascinante, ti permette di capire che anche dall’altra parte del mondo, nonostante si tenti di creare barriere tramite falsi stereotipi, siamo tutti persone con le stesse emozioni, desideri e fragilità».

L’Energy boat challenge

«Durante il corso dell’ultimo anno di università – prosegue Pezzotta – ho fatto parte anche di un interessante progetto universitario, che prevedeva la partecipazione alla “Energy boat challenge”, ossia una sfida che va in scena a Monaco (Principato di Monaco), in estate. Appassionati, aziende e università competono tra loro facendo gareggiare un catamarano il cui sistema di propulsione è interamente realizzato dai partecipanti. Il progetto sviluppato dal mio gruppo si è classificato al terzo posto».

«Dopo la laurea ho deciso di valutare opportunità lavorative sia in Italia e sia all’estero – ricorda –: una parte nel mio cervello desiderava essere di nuovo esposto a qualcosa di sfidante, come lo era stata la mia prima esperienza internazionale, quindi quella sicuramente è stata una delle ragioni per cui l’estero rientrava nelle opzioni. Ci tengo a sottolineare la natura paradossale di questa spinta, perché ricordo il giorno della partenza per lo scambio, l’agitazione e la paura erano quasi incontrollabili. Non solo negli ultimi anni ho sviluppato una tendenza a viaggiare meno frequentemente ma in posti più lontani e diversi dal mio, perché scoprire la cultura di un paese è qualcosa che mi piace e incuriosisce moltissimo, per citare alcuni esempi: New York, California, Giappone, Malesia, Indonesia, Brasile. Nella valutazione di dove andare rientravano ovviamente anche lo stipendio e le possibilità di carriera offerte dalla posizione, e alla fine dei conti l’estero, specialmente in questo senso, è indubbiamente migliore di quello che può offrire l’Italia (purtroppo)».

«Prima di accettare la mia attuale posizione, avevo ricevuto un’offerta dalla Svezia per uno stage in Volvo, ma lo stipendio era simile a una posizione full-time qui in Italia…. Cercavo stimoli, possibilità di carriera, una retribuzione che mi permettesse di essere indipendente e il “dove” non era in cima alla lista delle priorità: semplicemente poi è capitata la Germania».

«Conoscere i vari settori»

L’idea del giovane ingegnere è di rimanere a Berlino almeno fino al termine del contratto (due anni a partire da novembre 2022). «Attualmente sto svolgendo il Graduate programme nel track Engineering & Technology – sottolinea –, e prevede un contratto di due anni, durante il quale c’è la possibilità di spaziare all’interno dell’azienda, e cambiare dipartimento ogni quattro-cinque mesi. Questo programma ha un duplice scopo: farti capire in quale area dell’azienda vuoi specializzarti, e darti la possibilità di avere una visione più d’insieme su come opera Rolls-Royce. È molto stimolante perché è come iniziare un nuovo lavoro ogni quattro-cinque mesi, quindi non si smette mai di imparare, e si ha il lusso di poter scegliere alla fine si vuole “andare”. Quando ho ricevuto la notizia della posizione lavorativa in Germania ero molto felice, e le aspettative erano alte, ma sono state ripagate».

«Attenti ai lavoratori»

«Oltre al fatto che faccio qualcosa di molto stimolante ed interessante, mi piacerebbe spendere due parole sulla bellezza dell’ambiente di lavoro, perché questo ha un impatto enorme sul come si affronta la vita lavorativa - spiega Pezzotta –. Gli orari di lavoro sono estremamente flessibili, quindi si può entrare e uscire praticamente a piacimento, gli straordinari sono pagati e sono calcolati una volta l’anno».

«Ciò significa che durante l’anno puoi anche lavorare un giorno quattro ore, ed un giorno nove ore: alla fine dell’anno si fa il calcolo, e se sono stati fatti straordinari vengono retribuiti. Le vacanze, in media, sono di più rispetto all’Italia e c’è la possibilità di prendersi un “periodo sabbatico”, durante il quale il contratto è congelato da qualche mese fino a un anno». «Vivo qui da poco, ma qualche differenza rispetto all’Italia l’ho notata: la cultura lavorativa è molto più improntata sul benessere del lavoratore, la domenica la maggior parte dei negozi sono chiusi, il clima non è molto più freddo rispetto a Bergamo e gli orari per i pasti qui sono anticipati, in media si pranza non oltre le 11.30».

«Grazie alla mia famiglia»

«Ci tengo a sottolineare che tutto ciò che sono riuscito ad ottenere è grazie ai sacrifici dei miei genitori, che mi hanno sempre supportato in ogni mia scelta, anche se economicamente non è stato facilissimo. È solo grazie a loro se oggi sono così felice delle mie scelte. Le “cose” che più mi mancano di casa sono ovviamente i miei affetti, in primis la mia famiglia e la mia ragazza, ma anche tutti gli amici: ogni due mesi circa faccio una scappatina a casa. Ristabilirmi in Italia? Questo non lo so, difficile dirlo ora».

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