«A Rotterdam con figlio appena nato ho trovato lavoro in un mese»

La storia. Da Villa d’Almè la 36enne Roberta Scanzi si è trasferita nei Paesi Bassi con la famiglia e un bimbo di pochi mesi. «Ai colloqui ho ricevuto solo proposte di lavoro e complimenti».

Una proposta inaspettata, e la decisione di partire con il marito, il piccolo Enea (all’epoca due mesi di vita) e Chacho, cucciolo di pastore australiano. È iniziata così l’avventura in Olanda di Roberta Scanzi, 36enne di Villa d’Almè, che da aprile 2021 vive con la famiglia a Rotterdam.

La proposta inaspettata

«Al mio compagno, Matteo, anche lui bergamasco – racconta –, era stata proposta una nuova posizione lavorativa a Rotterdam presso un’azienda dello stesso gruppo di quella in cui lavorava, prima a Milano e poi a Bologna. Dovevamo prendere questa importante decisione entro una sola settimana, a poco meno di un mese dal parto. Non è stato facile: eravamo in

pieno periodo Covid, quindi anche le cose più semplici apparivano essere molto complicate, ed ero anche molto presa dal mio lavoro, visto che di lì a poco sarebbe arrivato Enea. Oltretutto, ci eravamo trasferiti da soli tre mesi in una nuova casa, nella quale avevamo investito molte energie e risorse. E non era finita qui: da poco, in famiglia, era arrivato anche Chacho, un pastore australiano. I dubbi erano certamente tanti, ma sono sempre stata una persona con una vita frenetica, dinamica e sapevo bene che una maternità tranquilla e serena non avrebbe fatto al caso mio, così abbiamo deciso di accettare, e con un bambino di due mesi e un cane, abbiamo gestito un trasloco all’estero. Per un periodo io ho fatto la spola con l’Italia, ma poi mi sono trasferita stabilmente a Rotterdam».

Una gravidanza movimentata

Dubbi, incertezze, paure, che ben presto, una volta ambientati nella nuova realtà, hanno lasciato spazio a tanta soddisfazione.

«Io ho trovato lavoro in meno di un mese – prosegue la 36enne, con una laurea specialistica in Mercati finanziari presso l’Università degli Studi di Bergamo - ad Amsterdam e nel mio settore. Posso lavorare in smartworking indicativamente quando voglio e ho chiesto, dopo due mesi, (come la maggior parte degli olandesi) di lavorare solo quattro giorni a settimana, così da dedicare il venerdì alla famiglia. In Italia tutto questo sarebbe stato abbastanza utopico. All’inizio non è stato facile rimettersi in gioco dopo un anno di maternità, in un Paese nuovo e con un bambino piccolo, ma oggi posso dire che sono molto contenta e ho trovato il giusto equilibrio tra vita professionale e privata. Anche il mio compagno ha avuto un notevole riscontro, ed era quello che cercava: sta facendo carriera, nonostante la giovane età (qui è normale)».

Qualità della vita al top

Una volta partiti, l’Italia ora (seppur manchi) rimane un miraggio. «Per entrambi sarebbe difficile trovare la stessa offerta lavorativa in Italia, ma chi lo sa – confessa –: sicuramente se ci sposteremo in futuro sarà in un altro Paese prima. L’Italia la vediamo più come la meta per le vacanze e la pensione al momento. Sentiamo molto la mancanza della montagna: trascorrevamo tutti i weekend e le vacanze ad arrampicare, praticare sci d’alpinismo e trekking. È stata una forte rinuncia. Inoltre, mi dispiace molto non poter far passare del tempo al mio bambino con i suoi nonni e zii, ma spero che in futuro, quando i nonni saranno in pensione, possa trascorrere delle belle estati in Italia. Di qui apprezzo molto il poter far carriera velocemente e le opportunità lavorative, il parlare inglese ovunque anche se non è la lingua ufficiale, il fatto che l’età al lavoro non conta, i servizi per i bambini. Ma anche il potersi muovere in bicicletta liberamente, al sicuro su strade dedicate. L’attenzione per la famiglia e l’assenza di discriminazione per le madri sono fondamentali: ai colloqui dicevo subito che ero in maternità, e avevo un bambino di un anno, ma ricevevo solo complimenti e proposte di lavoro; in Italia non mi avrebbero mai considerata con un figlio piccolo e sarebbe stato sicuramente penalizzante».

Covid, meno restrizioni

E come ha vissuto il Covid in Olanda? «Rispetto all’Italia ci sono sempre state meno restrizioni, in alcuni periodi, anche critici, erano del tutto assenti e da mesi non c’è nessuna restrizione. In questo, secondo il mio punto di vista, c’è stata troppa libertà» spiega Roberta Scanzi.

Rotterdam da scoprire

Alcuni olandesi dicono: a Rotterdam si lavora, a Den Haag (L’Aia) si prendono le decisioni, ad Amsterdam ci si diverte. Questa tripartizione delle principali città dei Paesi Bassi in base alla funzione magari non è altrettanto nota all’estero, ma sicuramente i posti diversi da Amsterdam non sono i primi a venire in mente come attrazioni turistiche. Eppure Rotterdam, seconda città dell’Olanda, famosa soprattutto per il suo porto, il più grande d’Europa, può riservare interessanti sorprese al visitatore senza pregiudizi. Dal punto di vista architettonico, ma non solo.

«La città è bellissima – prosegue Roberta Scanzi –. Uno quando pensa a Rotterdam, si immagina uno dei porti più grandi del mondo, primo in Europa e quindi si fa un’idea di una città poco vivibile, ma invece è tutt’altro. È assolutamente a misura d’uomo, e rispetto alle altre città d’Olanda, è la più moderna in quanto era stata completamente rasa al suolo durante la guerra. Non ci si aspetta di trovare molta natura in una città così moderna, eppure vicinissimo al centro c’è un grande parco con un lago balneabile enorme, spiaggia e fattoria. Non manca la sicurezza e offre molte attrattive anche per i più piccoli. Le case hanno metrature molto grandi, anche in centro città, con ampi giardini. In venti minuti si può raggiungere il mare e le spiagge, dove molti olandesi praticano surf e d’estate si fa il bagno. Con l’alta velocità, in treno dista solo una quarantina di minuti da Amsterdam».

Case molto care

«Non è comunque tutto “rose e fiori” – confessa –: il mercato immobiliare olandese sta affrontando un periodo di follia, nel quale c’è tantissima richiesta e poca offerta, con il conseguente aumento dei prezzi. È veramente difficile trovare, sia in affitto che in vendita, una casa, ed è necessario partecipare a delle aste al rialzo. Ho sentito di studenti che sono dovuti tornare al loro Paese di origine, per non aver trovato alloggio, e le persone sono disposte anche a comprare case dove non si conosce lo stato delle fondamenta (in Olanda molte case sono “storte” a causa della conformazione sabbiosa del terreno e della presenza di acqua)».

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