Bergamo senza confini / Valle Seriana
Domenica 13 Ottobre 2019
A Londra hairstylist
per le grandi star
«Sono partito con questa frase in testa: il bagaglio più pesante è una borsa vuota, una citazione di Jean Paul Sartre». Esordisce così Stefano Chadid Mazzoleni, 31enne originario di Clusone, ma da diversi anni residente a Londra, dove svolge la professione di hairstylist. Una passione, quella per i capelli e tutto ciò che ci ruota attorno, scoperta per caso durante il corso dell’adolescenza. «Mi è sempre piaciuto viaggiare – prosegue il 31enne –. Penso mia madre mi abbia aiutato molto in questo: da bambino infatti tutte le estati mi portava a Casablanca, la sua città di origine. Da mio padre a mio zio, c’è sempre stato qualcuno che viaggiava in famiglia. Inizialmente preferivo restare con i miei amici a Clusone ma, una volta arrivato in Marocco, lo spirito di avventura, il conoscere nuove persone, culture e abitudini prendeva il sopravvento».
Oggi Stefano Chadid è un parrucchiere di successo, che ha lavorato con personaggi di fama mondiale (basta consultare il suo sito www.stefanomazzoleni.com). Ma c’è voluto un attimo prima che capisse che quella era la sua strada. Ad aiutarlo tenacia e spirito d’iniziativa. «L’arte, la musica, la storia e la filosofia – racconta il clusonese – erano i miei interessi principali ma ai tempi penso fossi troppo giovane per capire cosa fare; non avevo ancora coscienza del fatto che ogni persona deve inventarsi la sua strada. Anche se a Bergamo ci consideravano “montagnini”, nell’inizio del nuovo millennio la gioventù della valle era ricca di diverse subculture. C’erano i punk, i metallari, quelli che ascoltavano hip hop e quelli che andavano al “Number One” o al “Dylan” a ballare l’elettronica. Io ho vissuto l’adolescenza proprio in questi anni. Ho studiato informatica ma presto ho capito che non faceva per me. Allo stesso tempo, in estate, per aver qualche soldo in più per uscire, mia sorella Elena, da sempre fonte di ispirazione per me, mi consigliò di trovarmi un lavoro; lei studiava già all’Accademia di parrucchieri a Bergamo e gli piaceva provare cose sui miei capelli».
«Così, senza aspettative – prosegue – trovai un lavoro da Boarato, un salone di parrucchieri a Clusone. Presto i due titolari, Luca e Daniele, mi introdussero nel loro mondo. Incominciai a sentirmi parte di un percorso. Iniziai dal basso, spazzando i capelli da terra e facendo shampoo. L’ambiente mi piaceva molto. In me c’era voglia di far bene, quindi già quando mi diedero l’opportunità di fare lo shampoo, volevo dimostrare di farlo meglio dei miei colleghi. Dallo shampoo al colore, dal colore alla piega, dalla piega al taglio, volevo sapere bene quello che facevo. Lasciai l’informatica e incominciai ad andare a Bergamo in Accademia. Con la voglia di far di più, Luca Boarato, mi diede inoltre la possibilità di viaggiare con lui e insegnare in vari seminari in giro per l’Italia. Mi divertivo molto. Non era comunque abbastanza e in salone lessi un articolo di un italiano che stava facendo molto bene a Londra. Così, a 19 anni, decisi di andare per qualche giorno proprio a Londra, per vedere come era la città e provare magari a introdurmi nel salone di Trevor Sorbie, noto parrucchiere britannico. La città mi prese subito e Trevor invece mi disse di tornare una volta imparato l’inglese».
Stefano Chadid fece così rientro nella cittadina baradella, con un obiettivo ben chiaro: tornare a Londra. «Tornai a Clusone – riprende l’hairstylist – e proprio una della mie clienti era una maestra di inglese originaria di Brighton. Subito le chiesi se mi poteva aiutare. Per tre volte alla settimana, per sei mesi, presi lezioni di inglese da lei e funzionò. Così presi un biglietto di sola andata destinazione Londra. Una città piena di opportunità, e nel mio lavoro la migliore in termini di creatività. Inizialmente fu difficile, ma con l’aiuto di persone della Valle Seriana già a Londra, riuscii a inserirmi. Riprovai da Trevor Sorbie e Vidal Sassoon ma, senza risposta, incominciai in un altro posto. Conobbi un altro noto parrucchiere, Johnnie Sapong, alla sfilata di Naomi Campbell Fashion for Relief. Subito ci fu intesa e lasciai il salone diventando un libero professionista con Johnnie nel suo studio a Fitzrovia, vicino a Soho. Questa collaborazione mi introdusse alla parte di Londra che ancora non conoscevo bene, la moda e la vita notturna in Soho. Mi diede inoltre l’opportunità di viaggiare nelle principali città della moda e conoscere molte persone, da Eva Herzigova a Mr.Nice, dai Rolling Stones al figlio di Bob Marley, Damian».
«Nel 2018 io e la mia ragazza, Alexandra, abbiamo preso casa nella zona est di Londra – racconta il parrucchiere – dopo aver vissuto per 10 anni in una warehouse (un grande magazzino adibito ad abitazione ndr) in Fulham. Vivere in questa città e in quella warehouse mi ha dato l’opportunità di creare amicizie con gente di tutto il mondo, e una cosa che proprio ammiro di Londra è la diversità di culture. Dicono che Londra è un insieme di molti villaggi, una cosa che noti subito quando ci vivi». Ovviamente non manca un pizzico di nostalgia di casa. «Penso che fare dei sacrifici sia normale per aver qualcosa in più, e mi mancano molte cose dell’Italia, specialmente la famiglia e gli amici, anche se comunque torno spesso per lavoro. Essendo un amante del cibo posso tranquillamente dire che mi mancano certe cose, soprattutto la cucina di mia madre, di mia sorella e di mia zia, i sapori di casa. Qui c’è tutto se sai dove andare: i migliori chef del mondo vengono proprio qui per farsi un nome. Quello che manca magari è la semplicità delle cose e sicuramente il conto pesa di più. Pochi mesi fa ho pure ritrovato i casoncelli in Soho! Non sono come quelli delle varie sagre locali ma ci si accontenta». Ora Stefano ha il suo studio a Londra e lavora per importanti ambienti della moda. «Dell’Italia non amo la chiusura: il mondo è troppo bello per non conoscerlo e non aprirsi».
Essere più vicini ai bergamaschi che vivono all’estero e raccogliere le loro esperienze in giro per il mondo: è per questo che è nato il progetto «Bergamo senza confini» promosso da «L’Eco di Bergamo» in collaborazione con la Fondazione della comunità bergamasca onlus. Per chi lo desidera è possibile ricevere gratuitamente per un anno l’edizione digitale del giornale e raccontare la propria storia. Per aderire scrivete a: [email protected].
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