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Domenica 11 Luglio 2021
A Londra è un legale esperto di privacy e protezione dati «Qui top al mondo»
Federico Rossi, trasferito dal 2015 nel Regno Unito. Daniel, il primo figlio, è nato in piena pandemia. Avvocato, lavora per il gruppo americano Iri Worldwide. «Fin dalla conclusione delle superiori, ho sentito dentro di me una vocazione particolare per la professione forense, senza tuttavia essermi mai affacciato prima né avendo familiari avvocati. Credo che questa vocazione sia derivata anche dal prestigio e rispetto che gode una figura come l’avvocato». Federico Rossi, 35 anni, originario di Bergamo e ora residente nel Regno Unito dal 2015, racconta così l’interesse nato per la sua professione mentre frequentava il liceo scientifico del Collegio Sant’ Alessandro, a Bergamo.
Così, dopo il diploma nel 2005, ha conseguito una laurea magistrale in Giurisprudenza presso l’Università di Bergamo (2011) e successivamente una seconda laurea in Legge a Madrid (2013), oltre che, nell’ottobre 2014, un Master in Diritto ed Impresa presso la Business School Sole24Ore a Milano. «Durante il percorso universitario ho notato un mio maggiore interesse e familiarità verso le materie di Diritto commerciale e Diritto internazionale. Purtroppo la branca del diritto che ora svolgo come lavoro, Privacy e Data Protection, non era ancora molto sviluppata al tempo.
Questa materia si sta sviluppando di recente, a partire da maggio 2018 con l’adozione a livello europeo del Gdpr (Regolamento generale della protezione dati personali) anche se in Italia ancora è agli albori. E da qui è nata la mia passione come Privacy Lawyer in realtà internazionali, che purtroppo a Bergamo non sarei mai riuscito a coltivare». Nel 2015 Federico decide così di trasferirsi a Londra per cercare di realizzarsi a livello lavorativo. «Sentivo che la mia carriera in Italia non si sarebbe mai sviluppata secondo le mie aspettative e ambizioni. Purtroppo il mercato legale italiano era abbastanza saturo e non vi erano posizioni lavorative in linea con la mia esperienza, nonostante innumerevoli colloqui svolti da Milano a Roma, passando per la Liguria o il Veneto.
Da lì ho deciso che era il momento di dare una sterzata alla mia carriera e, grazie anche alla mia famiglia che mi ha supportato, a marzo 2015 sono partito da solo per Londra, senza contatti o alcuna offerta di lavoro. Dopo qualche giorno di assestamento, ho ricevuto la prima offerta di lavoro presso lo studio legale Shearman&Sterling e successivamente presso altri studi internazionali. Attualmente lavoro come Senior Privacy Counsel e Group Data Protection Officer per il gruppo americano Iri Worldwide, dove sono responsabile per il mercato europeo (tra cui l’Italia con un ufficio a Milano), Sud Africa, Hong Kong ed Australia». A Londra Federico non ha trovato solo il lavoro che desiderava, ma anche una famiglia. «Durante questi 6 anni sono stato fortunato a trovare tantissime persone, italiane e non, che mi hanno aiutato in questo percorso formativo. Sicuramente la persona più importante è mia moglie, Tuuli. Nonostante alcune divergenze caratteriali, lei è Estone, un bello scontro Nord contro Sud, ci siamo conosciuti nel 2016, abbiamo iniziato a convivere nel 2017 e successivamente ci siamo sposati a settembre 2018 nella Villa Surre sul Lago d’Iseo. E da questa unione è nato il nostro bellissimo figlio, Daniel Raphael a settembre 2020». Un 2020, quello di Federico, diverso da qualsiasi altro anno, come lo è stato per chiunque, ma che gli ha permesso di viversi di più la famiglia.
«Io viaggio molto per lavoro in modo da coprire tutti gli uffici di Iri, e devo dire che mi sento fortunato in questo periodo di lockdown dove sono potuto stare assieme a lei e Daniel, fornendole tutto il supporto necessario. Il Regno Unito è tra i Paesi che stanno soffrendo di più la situazione della pandemia. Purtroppo la decisione del governo inglese è sempre stata quella di affidarsi al buon senso delle persone, senza mai imporre un obbligo dell’uso di mascherine o far controllare il rispetto delle prescrizioni. Questo ha generato un elevato numero di casi e il conseguente sviluppo delle varianti. Speriamo che con la diffusione dei vaccini, questa pandemia venga contenuta e debellata il prima possibile». Un anno, il 2020, che ha fatto sentire più del solito a Federico la mancanza dell’Italia. «Londra e l’Italia sono nettamente diverse e non solo per cose scontate come il meteo e il cibo. Ad esempio il sistema burocratico inglese è molto semplice e tutto digitalizzato, un sinonimo di efficienza. Lo stesso vale per le spese di cibo settimanali, dove i supermercati forniscono consegne a domicilio praticamente sempre.
A Londra puoi trovare tutto quello che desideri e, vivendo con persone da ogni parte del mondo, cresci anche con una prospettiva diversa e molto più ampia che crescere con persone di una sola cultura. Dal lato professionale vale anche sottolineare che gli stipendi sono in linea con la professione e il costo della vita, e questo è molto soddisfacente per un professionista, oltre a un pacchetto di benefit quali pensione e assistenza sanitaria privata, il quale difficilmente avviene in Italia. Sicuramente però mi manca l’Italia e la mia Bergamo, soprattutto in questo periodo di pandemia dove non ho potuto vedere i miei genitori e i miei amici. Mi manca svegliarmi la mattina e vedere le Mura dalla finestra, andare a vedere l’Atalanta allo stadio la domenica con mio papà, le passeggiate con mia mamma in Città Alta o in riva al Lago d’Iseo.
Non vedo l’ora di tornarci presto con la mia famiglia». E il futuro? «Attualmente Londra rappresenta il mercato top per un professionista legale. Nessun’altra città europea ha un così alto livello di specializzazioni e di opportunità lavorative. Tuttavia io mi sento un cittadino del mondo, quindi valuto sempre anche offerte da altri Paesi. Per il momento dubito un ritorno in Italia, in quanto il mio ramo professionale non si è ancora sviluppato del tutto, ma mai dire mai. Per il prossimo futuro, quindi, vedo ancora la mia carriera all’estero. Sia io che mia moglie lavoriamo presso società con presenza internazionale e questo ci dà la possibilità di ricollocamento, se richiesto, in altri Paesi. Sicuro c’è l’intenzione di ritirarci in Italia un giorno con mia mogli».
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