«A Buenos Aires vanno in banca con la valigia ma tanta ospitalità»

LA STORIA. A 24 anni Lorenzo Savoldi è andato nella capitale argentina per preparare la tesi in Commercio internazionale, tra inflazione alle stelle e amore per gli italiani.

A 24 anni, laurea triennale in tasca, Lorenzo Savoldi è sempre alla ricerca di nuove sfide che possano metterlo alla prova e farlo uscire dalla sua zona di comfort. L’ultima lo ha portato in Argentina, nella capitale Buenos Aires, dove sta scrivendo una tesi magistrale sull’accordo commerciale Unione Europea-Mercosur.

Dopo una prima infanzia trascorsa nel quartiere cittadino di Valverde, con la sua famiglia si sposta alla Roncola di Treviolo. Frequenta il liceo «Betty Ambiveri» e poi si iscrive alla Statale di Milano. «Mi sono laureato nel dicembre del 2022 in Scienze internazionali e Istituzioni europee nel curriculum Commercio internazionale – racconta Lorenzo –. Attualmente sto svolgendo la magistrale in Relazioni internazionali, sempre nel curriculum Commercio internazionale». Già durante il percorso di studi in Triennale, portato avanti in parallelo alla sua passione per il calcio (è arbitro categoria regionale), Lorenzo fa qualche esperienza di tirocinio all’estero.

Da Malta a Madrid

«Nel 2021, al secondo anno, ho svolto un tirocinio extra-curricolare presso la Camera di commercio italo-maltese, per un periodo di circa tre mesi: ci occupavamo di avvicinamento di imprese italiane che volevano investire a Malta o della creazione di siti web per attrarre investimenti italiani sull’isola – spiega Lorenzo –. Poi, al terzo anno, ho svolto un tirocinio extra curricolare, sempre di tre mesi, presso l’Istituto di commercio estero a Madrid, all’interno del Consolato italiano. Qui mi occupavo soprattutto del comparto agroalimentare».

L’esperienza in Confindustria

Dopo un terzo tirocinio extracurricolare, questa volta in Italia, presso Servizi Confindustria Bergamo, Lorenzo vede una nuova opportunità di arricchimento personale e, soprattutto, un’ulteriore avventura. «La mia università – continua Lorenzo – aveva aperto un “Bando di tesi all’estero”. Per partecipare era necessario avere una media superiore al 27, avere sostenuto gran parte degli esami e scrivere un progetto di tesi che potesse interessare alla commissione esaminatrice al fine di ricevere la borsa di studio». Tutti parametri rispettati dal ragazzo, che infatti ha potuto accedere al contributo universitario e partire verso l’America Latina. Arrivato ad aprile, Lorenzo soggiornerà a Buenos Aires, nel quartiere di Recoleta, fino a fine agosto.

La tesi a Buenos Aires

«Qui, la mia attività principale è quella di analizzare dal punto di vista del diritto privato-comparato e del diritto del commercio internazionale l’accordo commerciale Unione Europea-Mercosur, presso la sede dell’Università Cattolica argentina. Si tratta di un’unione doganale imperfetta che vorrebbe creare una sorta di convivenza tra i due blocchi. È stato firmato nel 2019, ma mai entrato in vigore: da allora il mondo è cambiato. C’è stata una pandemia e due grosse guerre, di conseguenza molti Paesi stanno cercando di rivedere questo accordo».

Dalla piccola realtà della Roncola di Treviolo, Lorenzo si è trovato catapultato in una delle principali città del Sud America, che conta oltre 11 milioni di abitanti, in una situazione piuttosto complessa dal punto di vista economico, vista l’altissima inflazione. Proprio questo è uno degli aspetti che più ha impressionato il bergamasco. «Il giorno in cui sono arrivato, dall’aeroporto avevo deciso di viaggiare con Uber fino al mio alloggio. Non mi funzionava la carta prepagata, quindi ho dovuto cambiare dei soldi: per cento euro, mi hanno dato 92 banconote da 1.000 pesos». In città la situazione non è molto differente, anzi.

«Vedi la gente che si reca a questi sportelli con le valigie e gli zaini. Sono scene da film che un europeo non può capire, ma che qui è la realtà. Vengono da un’inflazione del 282%, mai vista prima per Paesi come il nostro»

In banca con la valigia

Agli sportelli di Western Union, società che permette a persone che lavorano all’estero di inviare rimesse ai propri famigliari, si vedono scene incredibili. «Se cambi 250 euro ricevi 300.000 pesos, di cui 600 banconote da 500. Vedi la gente che si reca a questi sportelli con le valigie e gli zaini. Sono scene da film che un europeo non può capire, ma che qui è la realtà. Vengono da un’inflazione del 282%, mai vista prima per Paesi come il nostro». E pensare che, prima dell’elezione di Javier Milei a presidente dell’Argentina, il cambio era 500 pesos per ogni euro. Ora, con l’inflazione alle stelle, la povertà dilaga. «La gente – dice Lorenzo – vive di sopravvivenza, tutto quello che guadagna lo spende. Il tasso di povertà qui è al 42%. Una cosa che mi è sembrata abbastanza strana è che al supermercato comprare cibo è veramente molto caro anche per noi europei.

«Molte persone hanno cognomi italiani e veniamo visti quasi come divinità. In generale, vedono l’Europa come un paradiso. Direi che l’argentino medio ha preso il meglio degli italiani emigrati: gente che non arriva alla fine del mese, eppure ti aiuta»

Ospitali e generosi

Comunque, la città non è così insicura come viene dipinta», anche se, al confine dei quartieri, sorgono le «villas miseria», ovvero luoghi disastrati in cui vivono persone ai margini della società. Già dopo qualche settimana alcune caratteristiche tipiche della popolazione argentina sono apparse evidenti agli occhi di Lorenzo. «L’argentino quando parla ha preso molto dall’italiano: gesticola e sembra quasi che stia cantando. Si mangiano un po’ le parole, è molto ritmato il loro modo di parlare. Un altro particolare è legato al fatto che se dici di essere italiano tutti ti raccontano di avere un nonno o bisnonno italiano. Molte persone hanno cognomi italiani e veniamo visti quasi come divinità. In generale, vedono l’Europa come un paradiso. Direi che l’argentino medio ha preso il meglio degli italiani emigrati: gente che non arriva alla fine del mese, eppure ti aiuta. Una volta – ricorda ancora Lorenzo – stavo salendo sull’autobus, avevo pochi soldi sulla tessera e prima di entrare sul pullman devi passare la carta. Non avevo soldi sulla carta, quando ho appoggiato mi diceva “credito insufficiente”: l’autista mi chiede di scendere. Una signora dietro di me appoggia la sua tessera e paga il biglietto per me. Poi mi sono sdebitato con soldi in contanti, ma è il gesto: qui la gente, se ti può aiutare, ti aiuta. Sono molto gentili e aperti, non ti fanno sentire straniero». In attesa di terminare questa esperienza a Buenos Aires, Lorenzo pensa già anche al futuro. «A livello lavorativo vedo in Italia una grande difficoltà: il giovane non è valorizzato, dopo cinque anni di studio ti offrono tirocini retribuiti poco e male. In futuro mi piacerebbe comunque portare una ventata di internazionalizzazione a Bergamo, magari dando apporto politico in città. Vorrei proseguire anche con il percorso da arbitro di calcio: il prossimo step è entrare nella categoria nazionale».

Bergamo senza Confini

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