«A Barcellona da tanti anni
Ma con Mar
mi sento catalano»

Ha imparato a fare il pizzaiolo quando ha capito che nella vita avrebbe voluto viaggiare. «È un mestiere che ti apre molte porte» dice ricordando che ha sempre trovato un lavoro in Spagna grazie all’abilità nel fare le pizze. «Il mio scopo era viaggiare: sono partito, ho incontrato anche molte difficoltà, ma oggi Barcellona è casa grazie a Mar, la mia fidanzata. Ho scoperto quanto mi corrisponde la cultura catalana». Con Mar però prosegue il suo sogno
di esplorare il mondo.

«Quello che ho imparato in tutti questi anni fuori dall’Italia è che ognuno ha il proprio viaggio, sei solo tu e la tua avventura, e che le occasioni si creano strada facendo, ma che le tue occasioni saranno sempre e solo tue». A raccontarlo è Fabrizio Alborghetti, trentaduenne originario di Alzano Lombardo, che da 12 anni vive e lavora all’estero. «Sono partito nel settembre del 2008. La mia idea iniziale era quella di partire zaino in spalla, senza una meta precisa, e lasciarmi guidare dall’avventura. Poi, invece, poco prima che partissi, mi si è presentata l’opportunità di poter avere una base, una stanza, a Barcellona, da un amico dei miei genitori. Così ho colto l’occasione e mi sono trasferito lì, dove sono rimasto per due anni. Poi ho avuto un periodo in cui mi sono spostato molto. Sono stato a Maiorca, Valencia, Granada, Londra, Berlino e Tenerife. E poi sono tornato di nuovo a Barcellona, dove sono rimasto negli ultimi sei anni».

Avventure, quelle affrontate da Fabrizio, che sono nate dalle occasioni che ha saputo crearsi, molte delle quali le deve al lavoro che ha scelto di imparare in Italia: il pizzaiolo. «Da giovane ho svolto tanti lavori, elettricista, idraulico, serramentista, ma poi ho voluto imparare a fare le pizze perché la mia voglia di partire e fare esperienza all’estero era tanta e sapevo che essere un pizzaiolo avrebbe potuto aiutarmi a viaggiare. Quindi ho preso questa scelta lavorativa per assecondare anche la mia curiosità di conoscere il mondo, di partire all’avventura. Ed è stata una scelta che si è rivelata azzeccata, visto che per i primi 8 anni all’estero ho sempre fatto il pizzaiolo. Nella mia seconda esperienza a Barcellona, poi, ho lavorato anche come commerciale per un negozio italiano che vende macchinari per la ristorazione. Ora, invece, mi sono licenziato per partire all’avventura con Mar, la mia fidanzata».

Fabrizio ha conosciuto Mar 3 anni fa durante un torneo di beach volley, sport che lo ha aiutato molto a integrarsi nella società catalana. «Quando sono partito, da solo, a 20 anni, non è stato facile, anzi. All’inizio è stata dura perché non conoscevo lo spagnolo e non potevo relazionarmi con le persone. Lavorando in pizzerie italiane poi non imparavo granché della lingua. Appena arrivato a Barcellona abitavo in montagna, a 20 chilometri dalla città. La sera andavo in moto in centro, ma non riuscivo a parlare con nessuno, così dopo poco tornavo a casa. Poi ho iniziato a vedere documentari, a capire la lingua e conoscere altra gente che stava facendo il mio stesso viaggio. E sicuramente anche avere trovato una ragazza mi ha aiutato molto a integrarmi. Ti presenta persone, vai alle feste popolari. Vivi quasi come un catalano diciamo. Anche iniziare a giocare a beach volley è stata una scelta decisiva per la mia esperienza qui. Mi ha permesso di crearmi il primo gruppo di persone fisse, che vedo spesso, come se fossero i miei vecchi amici di Alzano Lombardo. Persone su cui puoi contare, quasi di famiglia».

Un feeling forte, quello con i catalani, che Fabrizio ha instaurato anche con Barcellona. «È la città in cui ho vissuto che mi è piaciuta di più. È il mio campo base, dove ho fatto più esperienza. I catalani assomigliano molto agli italiani. All’inizio sono un po’ freddi e chiusi, ma quando si aprono sono persone meravigliose e di cui ti puoi fidare. Ho saputo riconoscermi in loro, così come mi riconosco negli italiani. Quelli con cui ho stretto rapporti veri, mi hanno sempre trattato molto bene, come uno di famiglia. Anche la famiglia della mia ragazza mi tratta quasi come se fossi un figlio». «Quando sono tornato per la seconda volta a Barcellona – continua – ho vissuto in affitto nella stanza di una signora di 75 anni. Si chiamava Maria. Tra noi è nato un rapporto bellissimo, quasi come quello tra nonna e nipote. Io la aiutavo con la spesa, con l’acqua pesante e lei ogni tanto mi cucinava. Mi sono trovato benissimo con lei. Purtroppo, sfortunatamente, Maria è venuta a mancare 7 mesi dopo che mi ero trasferito. Ma sarà sempre una di quelle persone che nei miei viaggi resterà sempre nel mio cuore». Un rapporto speciale, quello che Fabrizio ha vissuto con la signora Maria.

Come speciale è il rapporto che lo lega alla sorella Lisa, calciatrice, centrocampista dell’Inter e della nazionale italiana. «Per me è un orgoglio sapere che mia sorella è una delle pioniere di questa nuova rivoluzione calcistica al femminile. Ammiro tanto Lisa, perché è una persona costante, che ha saputo coltivare la sua passione fino ad arrivare ad alti livelli nonostante le tante difficoltà. Sono davvero soddisfatto per lei e per quello che ha raggiunto e mi piace sempre vedere come lei non lo faccia per la fama, non è esibizionista, anzi è molto umile. Abbiamo un rapporto molto bello e chiacchieriamo tanto anche se viviamo lontano».

Ora Fabrizio, come detto, è in viaggio con Mar per una nuova avventura. «Siamo partiti per le Canarie a ottobre 2019 per visitarle. Qui ho fatto anche un corso con patente da sub fino a 18 metri e ho visto fondali spettacolari. Con l’arrivo del coronavirus ci siamo dovuti fermare più del previsto. Ma quando potremo ripartire, ripartiremo verso qualche altro luogo da scoprire. Ora non pensiamo troppo al futuro, anche se devo ammettere che stiamo vivendo un’esperienza forte insieme e che Mar si è rivelata essere la compagna di viaggi migliore di sempre». E per il futuro più lontano? «L’Italia mi manca, certo. Lì ci sono la mia famiglia e i miei amici e anche loro mi mancano. Ma non penso che tornerò a viverci. Il mio pensiero è più quello di trovarmi una casa fissa vicino a Barcellona, non in città, ma in un paesello vicino. Questa è l’idea che ho anche con Mar. In questo modo avrei un posto dove i miei genitori, che voglio ringraziare perché mi han sempre dato appoggio totale nel fare tutto quello che sto facendo, e mia sorella potrebbero venire a trovarmi. Ma vedremo in futuro. Ora pensiamo a viverci questa esperienza insieme. Come sempre senza porci limiti».

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