A 16 anni a Lisbona: «Imparare la lingua immergendosi in un’altra cultura»

LA STORIA. Giorgia Fenaroli dal liceo Falcone è volata in Portogallo. Tre mesi di studio presso l’istituto Azambuja della città: «Lezioni 4 giorni a settimana e più spazio alla pratica».

Partire per tre mesi all’estero a soli 16 anni è una scelta coraggiosa, ma per Giorgia Fenaroli, è stata l’occasione per crescere, scoprire il mondo e conoscere meglio sé stessa. Studentessa bergamasca del liceo linguistico Falcone, Giorgia ha infatti scelto di affrontare una sfida importante per la sua età: lasciare la sua famiglia, i suoi amici e le sue abitudini per immergersi in una nuova cultura. Grazie ad Afs Intercultura, un’associazione internazionale che da decenni organizza scambi culturali per giovani, Giorgia ha trascorso tre mesi in Portogallo, vivendo un’esperienza che ha arricchito il suo percorso personale e scolastico, regalandole ricordi indelebili e una prospettiva nuova sul mondo.

Il percorso verso la partenza

La decisione di partire non è stata improvvisa. «Mi sono iscritta al programma esattamente un anno fa», spiega Giorgia, «compilando il curriculum richiesto dall’associazione e partecipando a diverse selezioni, tra cui un colloquio approfondito». Dopo settimane di attesa, è arrivata la conferma: Giorgia era stata accettata e avrebbe potuto scegliere tra un massimo di dieci paesi. La scelta del Portogallo è stata influenzata anche dai racconti dei suoi genitori, che avevano visitato il paese anni prima e ne avevano apprezzato la cultura, la cucina e le tradizioni.

La famiglia ospitante

«Il passaggio successivo è stato conoscere la famiglia ospitante», ricorda. A giugno 2024, Giorgia ha finalmente incontrato, tramite una videochiamata, Mario Couto, Elsa Gomes e la figlia Leonor Miranda, i tre membri della famiglia che l’avrebbero accolta a Vale do Paraiso. Leonor, la figlia maggiore, studiava all’università e rientrava a casa solo nei fine settimana, ma è stata comunque una presenza significativa per Giorgia. «Ci siamo subito trovate bene e siamo rimaste in contatto anche quando non ci vedevamo. Mi hanno accolta come una di famiglia, e non lo dimenticherò mai».

A scuola un approccio pratico

Il 6 settembre 2024 è stata la data della partenza: un volo da Roma a Lisbona che ha segnato l’inizio di un’avventura indimenticabile. Inserirsi in un nuovo sistema scolastico è stato uno dei primi grandi cambiamenti. Giorgia ha frequentato l’11° anno presso l’istituto Azambuja, situato nel cuore di Lisbona. In Portogallo, il percorso scolastico dura 12 anni, un anno in meno rispetto all’Italia, e l’organizzazione delle lezioni è molto diversa. «Le aule non sono fisse: ci si sposta in base alla materia, e ci sono laboratori attrezzati per le scienze e persino sale dedicate alla musica. È un approccio molto pratico».

Le lezioni di 4 giorni nel liceo portoghese

Un’altra particolarità è l’orario scolastico: con l’avanzare degli anni, il carico di lezioni diminuisce, permettendo agli studenti dell’ultimo anno di frequentare solo quattro giorni a settimana. «In Italia si tende a fare più ore di lezione ogni giorno, ma qui ci si concentra di più sulla pratica, e questo mi ha aiutato a organizzarmi meglio».

Le materie studiate da Giorgia includevano portoghese, inglese, filosofia, storia, matematica applicata e scienze sociali. La lingua è stata inizialmente un ostacolo, dato che Giorgia non aveva mai studiato il portoghese. «Sono arrivata senza sapere una parola, ma vivendo qui l’ho imparata rapidamente. Ora riesco a conversare senza problemi». Questo risultato è stato possibile anche grazie alla disponibilità dei professori e dei compagni di classe, che l’hanno accolta con entusiasmo. «La mia rappresentante di classe, Patricia Madaleno, è stata fondamentale: mi ha aiutato in ogni momento e mi ha coinvolto in tantissime attività scolastiche. Era stata una delle prime del paesino in cui sono stata ospitata a fare uno scambio culturale e conosce bene cosa si prova, quindi mi ha dato una grande mano».

Alla scoperta del Portogallo

Fuori dalla scuola, Giorgia ha esplorato il Portogallo in lungo e in largo. Tra le città che l’hanno colpita di più c’è Sintra, famosa per i suoi palazzi e la ricca storia, ma anche Lisbona, con i suoi quartieri caratteristici e le antiche tradizioni ancora vive. «Nei piccoli paesi ci sono festività che non avevo mai visto prima: danze tipiche, abiti tradizionali e una comunità molto unita».

Un momento speciale è stato partecipare a una fiera locale, dove Giorgia ha lavorato come cameriera e ha avuto l’opportunità di cucinare piatti portoghesi. «All’inizio la lingua era una barriera, ma mi sono buttata lo stesso. È stato bellissimo sentirmi parte della comunità durante questa festa, molto sentita da loro».

Anche il cibo ha giocato un ruolo importante in questa esperienza. «I pasti sono completamente diversi: in Italia siamo abituati al primo, secondo e dolce, ma qui si servono spesso riso e carne nello stesso piatto o pasta con il pollo. All’inizio era strano, ma poi mi sono abituata. Il pesce è onnipresente, e i dolci sono semplicemente straordinari: li ho provati quasi tutti e mi sono piaciuti tutti moltissimo».

Un’esperienza che lascia il segno

Oltre alle scoperte culturali, Giorgia ha vissuto momenti di riflessione personale. «Questa è stata la mia prima esperienza lontano da casa, e all’inizio non è stato facile. Ma ho imparato a cavarmela da sola, a gestire le difficoltà e a vedere il mondo con occhi diversi. Quindi è stata davvero una esperienza stupenda per me».

«Consiglio a tutti di provare un’esperienza del genere. Ti apre la mente, ti fa crescere e ti regala amicizie e ricordi che porterai con te per tutta la vita»

Vivere con una famiglia ospitante ha arricchito ulteriormente questa esperienza. «Mi sentivo un’ospite, quindi cercavo sempre di aiutare in casa. Alla fine, però, mi sono sentita parte della famiglia. Mi mancheranno moltissimo, ma so che tornerò a trovarli, magari già quest’estate».

Uno sguardo al futuro

Il 5 dicembre Giorgia tornerà a Bergamo, portando con sé ricordi indimenticabili e una nuova consapevolezza di sé. Prima del rientro definitivo, parteciperà a un campus a Bruxelles insieme ad altri studenti europei che hanno vissuto esperienze simili. «Visiteremo il Parlamento Europeo e discuteremo temi legati ai giovani e alla sostenibilità. Non so cosa aspettarmi, ma sono sicura che sarà un’occasione straordinaria per confrontarmi con persone di altri paesi».

Guardando al futuro, Giorgia sogna di continuare a viaggiare e approfondire le lingue che tanto ama: inglese, tedesco, francese e giapponese, a cui ora si aggiunge il portoghese. «Vorrei fare l’interprete e lavorare viaggiando. Questa esperienza mi ha fatto capire che è davvero possibile realizzare i propri sogni».

Il messaggio che lascia è chiaro: «Consiglio a tutti di provare un’esperienza del genere. Ti apre la mente, ti fa crescere e ti regala amicizie e ricordi che porterai con te per tutta la vita. È una sfida, ma vale ogni momento». Con il cuore pieno di gratitudine e una valigia carica di esperienze, Giorgia torna a casa pronta ad affrontare nuove avventure.

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