Un tuffo nel passato per Fara d’Adda: restaurati i lavatoi del dopoguerra

OPERE. L’intervento del Comune da 115mila euro ha permesso di riqualificare sei siti realizzati lungo il fiume. Il sindaco: si potrà istituire un percorso in paese.

Fara d’Adda ha recuperato i suoi lavatoi storici disseminati lungo le diverse rogge che attraversano il territorio del paese rivierasco. Sono manufatti, realizzati a partire dal 1947, considerati la testimonianza di un particolare costume della storia del paese. «Ed ora che sono stati recuperati – commenta il sindaco Raffaele Assanelli – potranno diventare un’attrazione turistica in più a quelle che Fara può già vantare: si potrà, infatti, istituire una sorta di “percorso dei lavatoi” che i turisti potranno seguire e scoprire».

Il contributo del Bim

L’intervento, iniziato lo scorso settembre e conclusosi da poco, ha avuto un costo complessivo di 115mila euro finanziati per 40mila grazie a un contributo ottenuto dal Bim (Bacino imbrifero montano). Sono in tutto sei i lavatoi recuperati: il primo, con struttura metallica a quattro campate e copertura in lamiera, è situato lungo la roggia Molino, in vicolo Casazza, ed è molto particolare poiché, come riportato sulla relazione tecnica dei lavori che sono stati effettuati, «non presenta la tipica struttura a gradini e, quindi, per lavare le donne si inginocchiavano verso il fossato utilizzando il “barilot”, una sorta di inginocchiatoio di legno utile a proteggersi dal freddo e dall’acqua». Il secondo lavatoio, in questo caso invece a gradini e con una struttura metallica a tre campate e copertura in lamiera, si trova ancora lungo la roggia Molino ma in via Ponti, di fronte all’ex complesso industriale dell’ex Linificio canapificio nazionale.

Gradini in pietra

Il terzo è in una zona più periferica, all’altezza dell’incrocio fra via Ponti e via Isola lungo la roggia Vailata. Questo lavatoio, si legge ancora sulla relazione tecnica relativa all’intervento di recupero eseguito, «presenta gradini in cemento e murature laterali, è privo di copertura ed è raggiungibile percorrendo uno stretto sentiero pedonale». Il quarto è collocato lungo la roggia Franca, in via Circonvallazione: anche in questo caso si tratta di un lavatoio a gradini in pietra con una struttura metallica a tre campate senza però copertura in lamiera. Il quinto, con i soliti gradini di pietra ma senza copertura, si trova ancora sulla roggia Franca, in via Longobardica. Il sesto e ultimo lavatoio riportato al suo stato originario è posizionato su una proprietà privata, sulla roggia Vailata in via Locatelli: si tratta ancora di un lavatoio a gradini in pietra e struttura metallica a tre campate e copertura in lamiera. «Ci tenevamo molto a questo intervento – commenta l’assessore Paolo Borellini – la storia di Fara è strettamente legata al l’Adda e a tutte le rogge che attraversano il suo territorio: con quanto fatto siamo andati a valorizzare questo legame».

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