Tragedia di Grassobbio
Due rose sul banco, «Ciao Gerard»
Il ricordo di insegnanti e compagni di scuola del tredicenne morto in seguito a un malore. Fiori, foto e un pupazzo nell’aula della 2ª D della media di Grassobbio. «Si faceva voler bene da tutti».
Due rose bianche, un pupazzo, un disegno a matita e una foto in bianco e nero di Gerard sul banco vuoto nella 2ª D della scuola media di Grassobbio. Gerard Dade non siederà più in classe con i suoi compagni. Il malore che lo ha colto mentre correva in strada martedì pomeriggio non gli ha dato scampo, nonostante il ricovero nella Terapia intensiva pediatrica dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. «Mi sembra ancora di vederlo in questi corridoi, su per le scale. Non stava mai fermo», racconta la sua insegnante di Lettere, Eleonora Grassenis.
I suoi compagni dicono a una voce di stare malissimo per la sua morte. Sul suo banco avrebbero voluto accendere anche una candela, ma per motivi di sicurezza non hanno potuto farlo. Non passava inosservato, Gerard, e tutti erano suoi amici. «Si faceva voler bene, i compagni lo cercavano. Era sempre in movimento, sempre a correre, a piedi o in bicicletta, maglietta e pantaloncini corti».
Di Gerard, terzogenito di una famiglia originaria del Togo, tutti amavano il sorriso e «quegli occhi pieni di gioia», come ricorda la professoressa Grassenis. «Era vivace, esuberante, sempre allegro – racconta Loredana Andreoli, l’insegnante di spagnolo che lo ha avuto in classe per tre anni – ma nello stesso tempo era gentile, educato, mai sopra le righe. Parlava della sua famiglia, delle sue sorelle. Una di loro fa la modella e lui ne era orgoglioso, portava le sue foto anche qui a scuola. Non riesco a credere che Gerard non ci sia più».
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