Timbri e faldoni nascosti in un sacco
Scoperta maxi frode fiscale di 5 milioni
Nella Bergamasca la Guardia di Finanza ha portato alla luce una grossa truffa perpetrata al fisco nell’ambito del commercio di materie plastiche. Le indagini sono originate da un ritrovamento sospetto in un magazzino di un’azienda.
Denunciate 4 persone ritenute principali artefici dell’evasione per dichiarazione fraudolenta mediante l’uso di fatture false . I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bergamo hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente emesso dal G.I.P. del locale Tribunale di Bergamo, Dott.ssa Lucia Graziosi, su richiesta del Sostituto Procuratore, Dott. Nicola Preteroti. Il provvedimento è stato adottato nell’ambito di un’articolata indagine condotta dalla Compagnia di Treviglio che ha permesso di far luce su un complesso meccanismo fraudolento, attraverso il quale due società, con sede nella bassa bergamasca, operanti nel settore del commercio di materie plastiche, sono riuscite ad evadere il pagamento delle imposte mediante l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.
L’attività investigativa ha avuto origine nei primi mesi del 2018, con l’avvio di 2 verifiche fiscali nei confronti delle aziende. Ad attirare l’attenzione dei finanzieri è stato il ritrovamento, all’atto dell’accesso presso una delle due società, di numerosi timbri nonché di documentazione amministrativo-contabile e bancaria riferibili a diverse società nazionali ed estere. Tutto contenuto all’interno di un grosso sacco, nascosto in un magazzino ispezionato dai militari e dove sono state rinvenute anche chiavette home banking e cellulari utilizzati per il ricevimento dei codici dispositivi/autorizzativi necessari al perfezionamento delle operazioni bancarie online.
I successivi approfondimenti hanno consentito di svelare un articolato sistema di frode attuato su vasta scala, attraverso la costituzione di numerose società di comodo, prive di un’effettiva struttura aziendale, alcune delle quali con sede all’estero, in particolare in Slovacchia, Ungheria e Repubblica Ceca, intestate a soggetti prestanome, che avevano come unico scopo quello di simulare forniture fittizie di materiale plastico, attraverso l’emissione di fatture false nei confronti delle due aziende bergamasche. Per dare una parvenza di credibilità alle transazioni, le fatture venivano poi saldate attraverso bonifici on-line disposti verso conti correnti sui quali sono risultate abilitate ad operare persone compiacenti.
Un’evasione quantificata allo stato in oltre 5 milioni di euro tra IRES e IVA, motivo per il quale sono scattati i provvedimenti cautelari sui beni delle società coinvolte e nei confronti dei loro amministratori di fatto e di diritto. Le operazioni di servizio, condotte dai Finanzieri di Treviglio su ordine dell’Autorità Giudiziaria di Bergamo, ad oggi hanno permesso di sottoporre a sequestro disponibilità (liquidità, partecipazioni societarie, immobili) per circa 2 milioni di euro. I quattro indagati dovranno rispondere delle accuse di dichiarazione fraudolenta mediante l’uso di fatture false. Prosegue dunque l’attività della Guardia di Finanza di Bergamo rivolta al contrasto di quelle forme più dannose di evasione. Un’azione di servizio tesa a garantire oltre alla tutela degli interessi dell’Erario, anche il fondamentale rispetto delle regole del mercato, a salvaguardia dell’economia sana e della leale concorrenza tra imprese.
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