Sorrisi, competenza e buona volontà
In tavola con «i ragazzi del martedì»
A Treviglio ci sono i 12 camerieri con disabilità che una volta alla settimana lavorano al «Mate». Progetto in collaborazione con tre coop del territorio. Che adesso sbarca anche ad Astino in città.
Con grande coinvolgimento e piglio professionale apparecchiano i tavoli, prendono le ordinazioni, servono e in alcuni casi fanno anche da aiuto pizzaiolo, a dimostrazione di come il progetto di inclusione lavorativa nel quale vengono coinvolti da quattro anni dia pienamente i suoi frutti.
Sono i 12 camerieri, uomini e donne con disabilità, alcuni con la sindrome di Down, che dal 2015 a Treviglio sono impegnati il martedì sera al ristorante «Mate» della centralissima piazza Garibaldi, nell’ex Upim.
Hanno tra i 23 e 50 anni, vengono dai Comuni limitrofi e fanno parte di tre cooperative sociali del territorio: «Insieme» di Treviglio, «Il susino» di Caravaggio e «Fili intrecciati» di Brignano. L’idea di coinvolgerli nacque nell’ottobre di quattro anni fa all’apertura del bar-ristorante, come spiega Alberto Trovato direttore dell’azienda trevigliese di ristorazione a chilometro zero «Treverde», che gestisce il punto di ristoro: «Volevamo dare la possibilità anche a persone con disabilità di inserirsi nel mondo del lavoro e così ci siamo rivolti a cooperative sociali della zona, che già le impegnano in alcune mansioni. I dodici camerieri, tutti regolarmente impiegati con contratto, si presentano il martedì sera, in quattro e a rotazione. Hanno imparato bene il loro lavoro, apprezzato anche dai clienti, e siano estremamente soddisfatti della loro utile presenza».
Il prossimo passo
Il progetto verrà introdotto a marzo con l’inaugurazione del ristorante «Le orbe di Astino», nell’omonimo ex monastero, che gestirà sempre l’azienda «Treverde»: «Ci rivolgeremo a cooperative sociali del territorio – anticipa Trovato - per reperire personale e dare seguito a quanto già attuato con successo a Treviglio».
Stasera riprende il progetto che durerà fino all’ultimo martedì di maggio. Rossella Brambilla, socia dei «Treverde», si occupa della parte amministrativa e gestionale dell’azienda: «Ci piaceva portare nella nostra realtà questa proposta, con lo specifico inserimento di persone che vivono sostanzialmente all’interno di cooperative protette – ha spiegato –. Le abbiamo preparate per un mese con uno stage alla scuola di ristorazione Abf e nel tempo il gruppo si è sentito più sicuro: dal semplice apparecchiare e sparecchiare si è passati alle comande e al servire, per quella che è stata una coinvolgente evoluzione lavorativa».
I frutti del progetto
L’iniziativa ha dato risultati positivi a livello comportamentale dei soggetti coinvolti: «Il rapporto con il mondo esterno ha incentivato la loro voglia di fare – ha evidenziato Rossella Brambilla – e abbiamo anche notato che queste persone sono più loquaci, sicure, intraprendenti e soprattutto molto felici. Una condizione ravvisata anche dai responsabili delle tre cooperative sociali. Di positivo – conclude - c’è anche la disponibilità e la collaborazione da parte della clientela, che apprezza il lavoro svolto dal gruppo e l’utilità del progetto».
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