Si finge carabiniere, ruba in una casa
Furto a Covo, arrestato 29enne milanese

Fingendosi un appartenente delle Forze dell’ordine, ha bussato alla porta di una casa di Covo lo scorso 30 luglio.

È così che ha convinto l’anziana proprietaria di essere un appartenente all’Arma dei Carabinieri, in quel momento impegnato in un’attività di sopralluogo a seguito di un furto precedente. Così facendo, l’uomo ha ulteriormente distratto la donna e si è impossessato di 1.500 euro in contanti, nonché di alcuni monili in oro.

Subito dopo il colpo, l’uomo si era allontanato dall’abitazione, dileguandosi per le vie limitrofe, ma le indagini partite immediatamente il furto hanno permesso ai militari della Stazione di Romano di Lombardia di raccogliere indizi di colpevolezza nei confronti di un 29enne pregiudicato di Novate Milanese a carico del quale era stata redatta un’informativa per furto aggravato e sostituzione di persona. Con queste accuse lo scorso 14 agosto il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bergamo ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari.

Nella tarda serata della stessa giornata, i militari di Romano di Lombardia hanno quindi raggiunto l’abitazione del 29enne residente a Novate Milanese dove, con la collaborazione dai militari del locale comando, hanno dato esecuzione all’ordinanza.

«L’incessante verificarsi di fenomeni criminosi che coinvolgono persone anziane che segnalano di aver subito truffe o raggiri ad opera di falsi funzionari o addetti di società di servizi che pretendono di entrare in casa per presunte perdite di gas, controlli a condutture, ovvero per verifiche amministrative, è un fenomeno persistente nel tempo che consente ai malintenzionati di appropriandosi facilmente di quanto di valore presente nell’abitazione - ribadiscono i Carabinieri -. Occorre ribadire che, in presenza di tali richieste, prima di aprire la porta, bisogna sincerarsi della veridicità delle figure professionali indicate che richiedono di accedere in casa. Ciò è possibile telefonando direttamente all’ente o all’associazione a cui asseriscono di appartenere o più facilmente contattando il numero unico di pronto intervento 112, che risponderà sempre alla richiesta di verifica. Qualora si tratti di malintenzionati, infatti, il più delle volte sarà sufficiente la telefonata per favorirne il repentino allontanamento».

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