Processo Tizzani, il cutter ritrovato
è compatibile con la ferita mortale

Nel processo in corso per la morte di Gianna Del Gaudio hanno parlato i medici legali e i colleghi della donna.

Dopo i vicini di casa sentiti la settimana scorsa, martedì 11 febbraio è stato il giorno delle deposizioni dei medici legali Andrea Verzeletti e Francesco De Ferrari che hanno consegnato la loro relazione dopo aver esaminato la ferite sul corpo della donna e in particolare quella profonda e letale che aveva sul collo: «Non possiamo escludere che l’arma usata per il delitto sia il cutter ritrovato nel giardino di una villetta vicina, -hanno detto i medici-, tuttavia perchè la ferita sia compatibile con quel tipo di arma, l’assassino avrebbe dovuto usare molta forza».

I medici sono arrivati anche alla conclusione che con alta probabilità l’assassino abbia aggredito la donna alle spalle. Nessun elemento significativo, invece, è emerso sul possibile collegamento con l’omicidio di Daniela Roveri, avvenuto poco tempo dopo a Bergamo. Solo la ferita al collo sarebbe simile nei due casi, ma come lo sono molte ferite mortali di quel tipo.

In aula anche i colleghi dell’Istituto Rubini di Romano di Lombardia dove aveva lavorato la donna uccisa. Gianna Del Gaudio è stata descritta come una donna solare, molto socievole che non aveva mai manifestato preoccupazioni per la vita famigliare e che si diceva innamorata del marito.

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