Non versa le tasse per pagare gli operai
Imprenditrice di Pognano vince il ricorso

Condannata in Appello a Brescia per l’omesso versamento di oltre 870 mila euro. Ma la Cassazione riconosce la «necessità di assicurare ai dipendenti il lavoro per il sostentamento».

È stato accolto dalla Cassazione il ricorso - contro la condanna a un anno di reclusione per omesso pagamento delle tasse come sostituto di imposta - di Vanessa Zaniboni, legale rappresentante della Lupini Targhe, azienda del settore automotive con stabilimento a Pognano, travolta dal fallimento dopo un investimento industriale in Messico che ha generato un crac milionario sul quale la Procura di Bergamo ha aperto un’inchiesta per bancarotta fraudolenta.

Ad avviso dei supremi giudici, la Corte di Appello di Brescia che ha condannato l’imprenditrice pur avendole ridotto l’iniziale condanna a un anno e sei mesi, deve riesaminare la vicenda per appurare se effettivamente la Zaniboni abbia deciso di non pagare le tasse per utilizzare la liquidità per pagare gli stipendi a oltre 200 tra operai e collaboratori ritenendo in questo modo di non compiere un illecito.

Zaniboni era accusata di aver omesso di versare le ritenute risultanti dalle certificazioni rilasciate ai sostituti entro il termine per presentare la dichiarazione annuale di sostituto di imposta per il periodo di imposta 2009, per un totale di 873 mila euro. Nel ricorso la difesa aveva sollevato vizi motivazioni e violazione di legge.

Ad avviso della Cassazione, sentenza 6737 anticipata nei giorni scorsi dal sito Cassazione.net, occorre tenere presente che l’esigenza di considerare in una luce diversa l’imprenditore che non paga il debito d’imposta è già all’attenzione della «dottrina» ed è «insorto da una globale situazione economica», insomma dalla crisi, che apre «spazi di manovra» per non considerare più come dovuta esclusivamente alla «mala gestio» del singolo imprenditore la «sopravvenuta crisi di liquidità dell’impresa».

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