«Nel vostro Grana c’erano dei capelli»
Ma è una truffa, un caseificio la sventa
Nel vostro Grana Padano c’erano dei capelli, che ho mangiato. Speditemi (sottinteso: gratis, ndr) un nuovo formaggio, altrimenti parliamo male di voi su internet, sui social e pure sui giornali locali»
Si è concretizzato in questo messaggio, ricevuto nei giorni scorsi via mail dal caseificio Giovanni Invernizzi di Pontirolo Nuovo, il peggiore incubo per ogni produttore alimentare: un cliente che si lamenta per aver trovato nel prodotto dei «corpi estranei». Nella fattispecie capelli nel Grana: un abbinamento che fa ribrezzo al solo pensiero.
Peccato che fosse tutta, per fortuna, una bufala. Anzi – benché suoni peggio per un caseificio –, una truffa. Della quale il caseificio di Pontirolo – che tra l’altro vanta il recente premio «Italian Cheese Awards 2016» per il miglior taleggio dop italiano, oltre a una partecipazione a «Melaverde» con Ellen Hidding – è soltanto l’ultima vittima. Anche altre aziende lombarde che operano nel settore alimentare, non necessariamente caseifici, hanno ricevuto le stesse mail «minatorie».
I sospetti arrivano quando il fantomatico cliente spiega di trovarsi in Inghilterra e di aver ricevuto il salame di Nava – che spiega di non avere rivenditori all’estero – dalla nuora in viaggio in Italia. Tutto falso, ovviamente. Qualche giorno dopo, venerdì, la stessa persona scrive all’ignaro titolare del caseificio di Pontirolo, Franco Invernizzi. Cambiato il prodotto, dal salame al Grana, il tenore dello sgrammaticato messaggio è lo stesso: «O inghiottita dei capelli mangiando il grana lo dovuto buttare prima di metterlo sul giornale vorrei sapere se restituite». Invernizzi, stupito, replica cortese: «Mi potrebbe dare ulteriori informazioni al riguardo: giorno dell’acquisto e luogo per poter verificare. In ogni caso siamo a disposizione». Prosegue il solito copione: la nuora in Italia per un viaggio non precisato e l’impossibilità di presentarsi di persona al caseificio perché in Inghilterra. Scoperta, la presunta Alessandra Palmieri minaccia apertamente, anche con insulti (forse tradotti da chissà quale lingua in italiano con Google): «Datosi che o buttato il formaggio lo voglio far sapere a piu gente possible su giornale locale Internet e newsletter e anche su Facebook». «E pensare che all’inizio mi sono scusato io – scherza Invernizzi –, poi le ho pretese da questa persone. Per ora non sono ovviamente arrivate: l’importante, comunque, è che nessun collega caschi in un tranello del genere».
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