Maltempo, la conta dei danni
Campi di mais devastati nella Bassa
Colpita soprattutto la zona compresa tra Arcene, Arzago d’Adda, Treviglio e Caravaggio. L’azienda di Eliseo Facchinetti: «È un disastro: il 50% del mais che avevamo in campo è stato spianato da vento e grandine, la bomba d’acqua ha poi dato il colpo di grazia. L’ altro 50% che avevamo seminato due settimane fa, dopo i danni di un altro temporale, è annegato per l’eccesso di acqua».
Un’altra giornata passata a contare i danni. Il maltempo non dà tregua all’agricoltura bergamasca, che quest’anno sta pagando un prezzo molto alto a causa di grandinate, vento forte e bombe d’acqua. Secondo un primo resoconto dei tecnici di Coldiretti Bergamo, il forte temporale di sabato 22 giugno, in mattinata, ha devastato il mais soprattutto nella zona compresa tra Arcene, Arzago d’Adda, Treviglio e Caravaggio. Particolarmente colpita l’azienda di Eliseo Facchinetti a Treviglio.
«È un disastro – spiega il figlio Davide Facchinetti –, il 50% del mais che avevamo in campo è stato spianato da vento e grandine, la bomba d’acqua ha poi dato il colpo di grazia. L’ altro 50% che avevamo seminato due settimane fa, dopo i danni di un altro temporale, è annegato per l’eccesso di acqua». A essere andato perso è il mais coltivato su 80 ettari di terreno che sarebbe servito per alimentare i bovini da carne dell’azienda. «Oltre al danno la beffa – prosegue affranto Davide –, stavamo irrigando da mercoledì perché faceva molto caldo e il mais aveva sete, quindi essendo ancora bagnato il terreno, il mais era più delicato e il vento lo ha raso al suolo in un attimo. Quattro giorni a irrigare giorno e notte, con costi e fatica, per poi vedere andare tutto perso».
Siamo solo a giugno e già si sono verificati numerosi eventi meteo che un po’ a macchia di leopardo hanno colpito tutta la provincia, evidenzia Coldiretti Bergamo. Gli imprenditori agricoli sono sempre più preoccupati e impotenti per i danni causati cambiamenti climatici che si manifestano con una più elevata frequenza di eventi estremi, grandine di maggiore dimensione, sfasamenti stagionali e bombe d’acqua alternate a periodi di siccità.
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