L’indagine «Acciaio sporco» a Terni
Tornano liberi due bergamaschi
Tornano in libertà due delle tre persone legate alla Metal Group di Pontirolo, ai domiciliari dal 23 giugno scorso nell’ambito dell’indagine «Acciaio sporco» su una presunta truffa ai danni dell’Ast: il tribunale del Riesame ha infatti annullato l’ordinanza con la quale era stata disposta dal gip di Terni la misura cautelare nei confronti del numero uno dell’azienda lombarda, Giancarlo Ongis, e di un consigliere di amministrazione.
Rimane invece ai domiciliari un dipendente della Metal Group, che non ha presentato l’istanza. «Attendiamo di conoscere le motivazioni della decisione - spiega all’agenzia Ansa il legale dei tre, l’avvocato Pietro Sarrocco - poi capiremo quale sarà l’indirizzo da seguire per tutti gli attori in merito allo sviluppo del procedimento». L’operazione, condotta dalla Forestale, aveva portato complessivamente all’arresto (tutti ai domiciliari) di otto persone, tra cui quattro dipendenti dell’Ast e sul fronte bergamasco appunto il patron della Metal di Pontirolo, Giancarlo Ongis, 53 anni, bergamasco residente in Svizzera, con due suoi collaboratori: Marco Cattaneo, 57, nato e residente a Calusco (tornato libero insieme a Ongis) e Stefano Arnoldi, 39, residente a Boltiere. Secondo la procura di Terni, la Metal Group (principale fornitore di acciaio inox dell’acciaieria) avrebbe venduto all’Ast, con la complicità dei dipendenti, rottami di scarsa qualità, causandole un danno milionario.
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