L’«Hortus luranensis» torna all’antico splendore

LURANO. Il suggestivo parco del castello Secco Suardo sarà riqualificato. Piante erbacee e arbustive autoctone: si inizierà con mille metri quadrati.

Lurano

Nel castello Secco Suardo di Lurano rinascerà l’«Hortus luranensis». Con questo nome latino viene indicato l’orto botanico che il conte Gerolamo Secco Suardo ideò e realizzò nel parco del suo antico maniero alla fine del XVIII secolo. Ed è datato esattamente 1796 lo storico indice alfabetico intitolato «Hortus luranensis comitis Hieronymi Sicci Suardi», trovato nel vasto archivio del castello custodito dall’associazione culturale «Giovanni Secco Suardo», in cui sono elencate le più di duemila specie di piante ed erbe che ne facevano parte.

Di queste piante ora sono rimaste solamente due Ginkgo Biloba e un Diospyros kaki selvatico. Ma presto quello che viene ritenuto il più antico orto botanico della Bergamasca (e forse anche della Lombardia: si contende il primato con l’orto botanico di Brera) potrà tornare ad arricchirsi di parte di quelle specie di piante elencate nell’indice «Hortus luranensis». Il tutto sarà possibile grazie a un contributo di 25mila euro che l’associazione «Giovanni Secco Suardo» ha ottenuto dall’associazione «Dimore storiche italiane» (la quale, ricevuta una donazione di un milione di euro da Airbnb, ha deciso di elargire contributi a 25 dimore divise in 12 regioni): «È un sogno che si realizza – sostiene il conte Lanfranco Secco Suardo –. Lo sviluppo degli orti botanici nel XVIII secolo può essere considerato un’espressione della corrente illuministica che si sviluppò in Europa e che, fortunatamente, fece sentire i suoi effetti pure in Bergamasca, portando una voglia di studio e conoscenza anche della botanica». Il conte Secco Suardo non sarà però solo in questo suggestivo progetto.

In campo diversi professionisti

Alla sua realizzazione stanno partecipando diversi professionisti: gli architetti paesaggisti di Bergamo Simone Zenoni e Giuliana Gatti, il direttore dell’orto botanico di Bergamo Gabriele Rinaldi, il biologo Enrico Banfi, l’agronomo Mario Carminati, la storica Agnese Visconti e l’Istituto brasiliano «Biomes Connections», che opera in tutto il mondo per la tutela e ricreazione della biodiversità. E non solo: saranno coinvolti anche gli alunni dell’Istituto comprensivo di Arcene (che comprende le scuole di Arcene, Lurano, Castel Rozzone e Pognano). «Una volta rinato – afferma ancora il conte Secco Suardo – l’orto botanico avrà infatti una finalità scientifica, culturale ma anche didattica».

Una superficie iniziale di mille metri

L’«Hortus luranensis» originariamente occupava gran parte del parco del castello di Lurano (di cui una parte circostante, l’ex casa del custode, è stata pochi anni fa acquistata dal Comune). La parte dell’orto botanico che ora verrà rigenerata andrà invece a occupare, per cominciare, una superficie di mille metri quadrati. Le specie arboree che vi verranno piantate sono in fase di selezione: «Le stiamo selezionando dall’indice storico alfabetico – spiega l’architetto Zenoni –. L’orto botanico originariamente era composto dalle molte piante esotiche che arrivarono in Europa grazie alle numerose esplorazioni dei secoli precedenti. Noi invece punteremo soprattutto sulle piante erbacee e arbustive autoctone che ne facevano parte». I lavori per far rinascere l’«Hortus luranensis» sono comunque già in corso: è stato effettuato uno studio del terreno di cui nei prossimi giorni verrà realizzato il tracciamento degli spazi da piantumare. In primavera poi comincerà la piantumazione delle piante selezionate.

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