La mattina il treno è sospeso
«Vado in bici da Treviglio a Bergamo»

Aleyda Fonseca raggiunge il capoluogo, dove gestisce un bar in centro, in sella alla sua due ruote.

«Almeno mi tengo allenata». Aleyda Fonseca, barista di 39 anni di origini colombiana, residenza a Treviglio, cerca di guardare in modo positivo il fatto che ogni mattina sia costretta, a causa del taglio alle corse dei treni causato dall’epidemia di coronavirus, a farsi un’ora e venti di bici per raggiungere il suo bar che non si trova propriamente nelle vicinanze: l’Aleydacafè è infatti a Bergamo, in via Taramelli, pieno centro.

«Questa è la terza settimana che ho riaperto il mio locale dopo il “lockdown” – spiega la trentanovenne, madre di due figli – le prime due settimane ho fatto solo takeaway per il pranzo. Da lunedì, visto che si apriva la Fase 2, ho deciso di far ripartire anche il servizio caffetteria. I primi caffè però devono essere serviti fra le 7,30 e le 8 dopo aver fatto scaldare la macchina per prepararli e sfornato le brioches. Peccato che al momento il primo treno da Treviglio per Bergamo sia alle 7.08 e, prendendolo, mai potrei arrivare in tempo al lavoro».

Prima dello scoppio dell’epidemia di coronavirus non era così. Aleyda, infatti, saliva sempre sul Treviglio-Bergamo delle 6.08. Successivamente, però, a causa del drastico crollo dei passeggeri, Trenord si è vista costretta a tagliare le corse: «E su ciò non discuto –sostiene l’esercente – però speravo che con la Fase 2, vista la ripresa di tutte le attività lavorative, almeno rimettessero qualche corsa in più per coloro che devono raggiungere il posto di lavoro il mattino presto». Aleyda, comunque, non si è persa d’animo. Di prendere l’auto non se ne parla: «A Bergamo – spiega – hanno ricominciato a fare pagare i parcheggi e, quindi, dovrei spendere 30 euro al giorno oltre alla benzina. Non è proprio il caso dopo non aver lavorato per due mesi». Ecco allora l’unica soluzione possibile: spostarsi in bicicletta. La trentanovenne ci mette ogni mattina circa un’ora e venti minuti per raggiungere sulla sua due ruote Bergamo da Treviglio percorrendo la ex statale 42.

Correndo qualche rischio:«Dopo l’azienda Bianchi, infatti – ci tiene a mettere in evidenza – non c’è più nessuna pista ciclabile». E spendendo molte energie. Ammette infatti di arrivare al suo bar «distrutta». Almeno il ritorno, però, lo può fare in treno. Sempre che non ci sia qualche cliente che le faccia perdere l’ultimo treno al momento disponibile, ossia quello delle 20.20. «Anche se accadesse comunque non mi rammaricherei –conclude – dopotutto quanto accaduto io i clienti mica li mando via dal mio bar, anzi».

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