In bici in Ucraina, duemila chilometri per portare un messaggio di pace

IL VIAGGIO. Laura Morelli, 62 anni, artista di Verdello, è partita sola da Milano il 7 maggio. «Mi affido alla solidarietà di chi incontro». Obiettivo Leopoli per consegnare un libro ai bambini della città che da oltre un anno convive con la guerra.

Ventuno tappe, dalla Lombardia al Friuli Venezia Giulia, e poi Austria, Repubblica Ceca, Polonia, fino in Ucraina, per 21 momenti di incontri e di occasioni per parlare di pace. In totale 2.100 chilometri tutti in bicicletta, da sola, da Milano passando per Bergamo e raggiungere Leopoli. Un viaggio di pace, «per fare la pace, per creare pace, per ricordare che noi siamo pace», spiega Laura Morelli, 62 anni, artista, rider, insegnante e tanto altro, nativa di Verdello, molti anni trascorsi a Ghisalba, ora di stanza a Milano («in realtà sono una nomade»): il suo viaggio, la sua esperienza, il suo gesto di arte pubblica si chiama «Lamore Ukr», dove Lamore sta per le sue iniziali di nome e cognome ma soprattutto per quel sentimento che «accomuna tutti i popoli e che ci fa umani.

E che dobbiamo costruire attraverso gesti di vicinanza, di rispetto, anche verso la natura. E in questo la bicicletta aiuta, perché non consuma energia: ognuno di noi ha una responsabilità e non è rimandabile agli altri». Laura Morelli è partita da piazza Duomo a Milano il 7 maggio, nella Giornata mondiale della risata «perché è il modo migliore per fare la pace», dopo il terzo giorno si è trovata a lungo sotto la pioggia battente, ora è quasi alla fine del suo itinerario: è arrivata a Cracovia, attraverserà la Polonia e poi via Korczowa approderà a Leopoli, il 27 maggio.

«Come Forrest Gump»

«Il mio è un viaggio di tutti, e che ho voluto costruire portando il meno possibile, facendomi fragile, affidandomi all’aiuto delle gente che incontro, alla solidarietà degli altri, come Forrest Gump. Se l’aiuto che ho sempre trovato finora non si interromperà, arriverò alla mia meta, in Ucraina, e sarà realizzata una missione di pace». Ha pochissimo con sé Laura, uno zainetto con il minimo indispensabile, «un carico di soli sei chili tra spazzolino, biancheria, un Gps satellitare, una GoPro (offerta da Alberto Valtellina, con cui farò una coproduzione di un video), una power bank, schede di memoria per il cellulare e un set minimo per cambiare la camera d’aria». Nello zaino, c’è anche un dono per i bimbi ucraini: «un libro scritto nella loro lingua: nei mesi scorsi una rete di realtà milanesi ha lanciato l’iniziativa “Un libro per Leopoli” raccogliendo decine di volumi poi trasportati in Ucraina. Ma uno è stato dimenticato: lo farò arrivare io a destinazione. Sarà parte del mio messaggio di pace».

I contatti sui social

Laura ha un contatto costante con il resto del mondo attraverso Facebook e Instagram: ogni giorno pubblica il suo itinerario, lancia richieste di ospitalità per la notte, e pedala. E ha sempre ottenuto risposte, sostegni (c’è chi le ha pagato a distanza il pernottamento in hotel), cibo, un tetto per dormire, e anche occasioni ed eventi organizzati per fermarsi a parlare di pace. «Il caschetto giallo mel’ha regalato un’industria bergamasca, la bici è stata sistemata da un ciclista di Romano, mentre a Treviglio mi ha ospitato all’inizio della pedalata Simone Volpi, che ha un’agenzia immobiliare. E Franco Tognoli, dell’Active Leonessa Brescia (gruppo sportivo di paraplegici che mi ha regalato anche delle scarpe), mi ha preparato con un allenamento in montagna – snocciola Laura – . Alberto Fiorin, viaggiatore in bicicletta, di Ediciclo editore, ha realizzato l’itinerario con le 21 tappe. In Friuli ci sono stati gruppi di ciclisti che si sono uniti a me per alcuni tratti, a Udine Simone Mazzotti, scrittore parkinsoniano, mi è venuto incontro e mi ha accompagnato per molti chilometri. Uscita dall’Italia, passando per l’Austria gli incontri si sono fatti sempre più “impregnati” di ricordi di guerra, quella guerra che abbiamo così vicina, testimoniata dagli sfollati ucraini, tante donne, molti bambini, che mi hanno ospitato, salutato, accolto. Sto ricevendo tantissimi sorrisi, cure e affetto: porterò tutto in Ucraina a chi, a Leopoli, da oltre un anno con la guerra ci convive. È un’esperienza potente, questo viaggio: sono grata a migliaia di persone, ed è un grazie che diventa grazia. E amore, e pace».

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