I carabinieri accertano 52 violazioni
C’è chi fa il picnic su una panchina

L’estensione e l’ampliamento delle limitazioni imposte in tutto il Paese dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri con i recenti decreti, hanno stretto ulteriormente le maglie dei controlli fattisi sempre più capillari.

Le pattuglie dell’Arma impegnate sul territorio della provincia di Bergamo - specificatamente intensificate con mirati servizi volti a fronteggiare l’emergenza sanitaria in corso- stanno controllando sia il traffico veicolare che le persone in movimento a piedi per impedire che si formino assembramenti, in particolare nei centri cittadini, nei luoghi di aggregazione e nei parchi. Analoga l’attenzione posta al rispetto di quanto previsto nei confronti degli esercizi commerciali, tutt’ora autorizzati all’apertura, sia in termini di orari di chiusura che dell’osservanza delle prescritte distanze di sicurezza degli avventori.

I servizi garantiti in orario diuturno e senza soluzione di continuità, hanno consentito così di controllare oltre 300 veicoli, 641 persone e 71 esercizi commerciali e nel contempo di svolgere anche una importante attività informativa nei confronti della cittadinanza. Al fine di dissipare dubbi persistenti sulle restrizioni vigenti, gli uomini dell’Arma non hanno lesinato risposte alle domande rivoltegli circa le motivazioni valide che consentono il movimento o la permanenza delle persone all’esterno delle proprie abitazioni. All’uopo, tra quelle più frequenti, sicuramente quella circa la possibilità di uscire di casa per compiere una passeggiata e svolgere attività motoria o sportiva.

In tal senso, durate i servizi svolti sono state riscontrate 52 violazioni riguardanti l’art. 650 del Codice Penale, ovvero l’inosservanza di un provvedimento emesso dall’Autorità nei confronti di chi ha violato le prescrizioni relative alla mobilità fuori dell’abitazione o fornito autocertificazioni il cui contenuto è risultato falso o mendace, in violazione così dell’art. 495 del Codice Penale. Per quest’ultima violazione, nello specifico, sono stati due i deferiti all’A.G. Nei guai sono così finiti due fratelli marocchini di Nembro che, a seguito del controllo, hanno motivato il loro spostamento dichiarando di essere titolari di una macelleria islamica di Albino. Gli accertamenti esperiti, però, hanno consentito di appurare che non solo non avevano titolarità di alcun esercizio commerciale, ma che l’unica attività lavorativa svolta dai due era limitata ai primi mesi del 2019, quando avevano lavorato rispettivamente come muratore e falegname.

Continuano a non mancare le motivazioni fantasiose addotte ai militari da coloro che hanno violato le disposizioni impartite dai Decreti Covid-19. A Verdello, sono stati denunciati due coniugi di origine pakistana che fermati mentre rientravano presso la propria abitazione, hanno riferito ai militari di esser di rientro dopo aver trascorso la serata a casa del cognato dove aveva avuto luogo una festa di famiglia.

A Dalmine, un giovane è stato denunciato per essersi recato ad acquistare della pittura per ritinteggiare la propria abitazione. E se ad Urgnano la motivazione addotta da un cittadino marocchino residente a Pontida è stata quella di aver raggiunto il comune di Sola per pagare il passaggio di proprietà di una vettura, ancor meno plausibile è stata la necessità addotta da un cittadino indiano di Cologno al Serio che ha riferito di aver chiesto alcune informazioni all’ufficio postale del paese.

Sempre gettonata, poi, la voglia ed imprescindibile necessità di andare a trovare la fidanzata: l’ennesimo caso a Spirano, durante il controllo di un’auto condotta da un giovane ecuadoregno residente a Treviglio. A Zogno, due giovani sono stati controllati mentre imbandivano un picnic su una panchina e un altro, sebbene minorenne, denunciato una seconda volta per la reiterazione della permanenza fuori dall’abitazione.

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