Guerra dello spaccio, quattro in carcere
per il duplice omicidio di Bariano

Si chiudono con quattro ordinanze di custodia cautelare in carcere le indagini per la doppia esecuzione del luglio 2017 a Bariano.

Quattro arresti per il duplice omicidio di Bariano: si chiude quindi, dopo oltre un anno di indagini serrate, il cerchio delle indagini su due italiani (un 36enne e un 30enne di Ghisalba e Mornico), e due marocchini (di 23 e 24 anni) autori della doppia esecuzione di Nabil El Karfi e Abdenassar El Moursali, marocchini di 25 e 23 anni uccisi sul greto del Serio il 21 luglio 2017. L’ordine di custodia cautelare in carcere , disposto dal Gip del Tribunale di Bergamo, è scattato nella serata di giovedì 24 gennaio, per concorso in omicidio aggravato plurimo (agli italiani contestati anche i reati di rapina aggravata e detenzione nonché porto illegale in luogo pubblico di arma comune da sparo).

Un duplice omicidio, quello nella Bassa, avvenuto nel contesto della guerra per il controllo delle «piazze» dello spaccio di droga nella Bassa da parte dei maghrebini. È la conclusione alla quale sono giunti i carabinieri della compagnia di Treviglio in questi mesi di indagini serrate su questo duplice delitto. Per gli italiani coinvolti invece lo scopo principale è stato la rapina al fine di sottrarre alle vittime la droga e il denaro contante.

Tutte le piste battute dai carabinieri in questi mesi hanno portato verso l’ambiente dello spaccio, non al dettaglio, bensì a livello sovraprovinciale, con la gestione delle varie piazze e dei «territori» da parte di bande che si spartiscono le zone e la tipologia di stupefacente da piazzare, anche a seconda delle richieste. Era infatti emerso fin da subito che Nabil El Karfi e Abdenassar El Moursali erano dediti allo spaccio, soprattutto di cocaina. All’origine del regolamento di conti un debito non pagato – di poche migliaia di euro – da parte dei due, freddati con una pistola calibro 9 per 21.

Abdenassar El Moursali viveva a Cizzago, nel Bresciano: era clandestino in Italia e nelle settimane precedenti l’omicidio era apparso molto turbato, a detta della sua fidanzata e promessa sposa. L’assassino lo aveva freddato con tre colpi di pistola al busto. Il suo connazionale Nabil El Karfi, anche lui irregolare nel nostro Paese e che viveva a Milano, era stato ucciso con un unico sparo alla testa.

I due erano stati sorpresi mentre facevano merenda (l’orario del delitto era stato indicato tra le 15,30 e le 16, quando un abitante di Bariano aveva sentito dei colpi – tre in rapida successione e poi il quarto dopo una brevissima interruzione –, maturando solo in seguito che poteva trattarsi di spari) e poi ritrovati senza vita da un tossicodipendente di Romano che, cliente abituale di droga dei due, non riuscendo a contattarli si era recato, attorno alle nove della stessa sera, sul greto del fiume e aveva fatto la macabra scoperta, avvisando le forze dell’ordine.

I killer avevano anche derubato i due, che sono stati trovati senza denaro (e forse senza la droga). Dopo le autopsie, il pm aveva concesso il nulla osta per la restituzione dei corpi ai familiari, vietando però il rimpatrio e la cremazione delle salme, nell’eventualità di ulteriori accertamenti. I due marocchini erano quindi stati sepolti in Italia.

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