Ferie sui pedali: una cavalcata lungo le strade sterrate del Ghana
Turismo. Filippo Mariani di Fontanella si è avventurato in un percorso di quasi 800 chilometri lungo la costa oceanica da Accra fino al confine con la Costa d’Avorio.
Quasi 800 chilometri in sella alla sua mountain bike. Così Filippo Mariani, di Fontanella, ha deciso di trascorrere parte delle sue vacanze, pedalando però non sulle comode piste ciclabili in asfalto di casa nostra ma lungo le strade (per il 90% sterrate) e i sentieri di un Paese affascinante come il Ghana, costeggiando il mare o addentrandosi, con le dovute cautele, nelle zone più interne. Lo ha fatto in compagnia di un amico, Paolo Broggi, avvocato di Orzinuovi (Brescia) e console onorario del Ghana stesso.
Visita in mountain bike
«In Ghana – racconta Filippo, 40 anni, insegnante di Arte alla scuola media di Calcio e titolare di un laboratorio di decorazione d’interni - vive da 22 anni e lavora come dirigente di una multinazionale inglese mio fratello Tommaso, che quando posso vado a trovare. Credo di esserci andato almeno una ventina di volte. Quest’anno però ho pensato di visitare una porzione di questo straordinario Paese in bicicletta, assieme al mio amico Paolo Broggi, io in sella alla mia mountain bike, lui in sella alla sua bici da gravel». Filippo e Paolo sono partiti da Accra, la capitale, il 7 agosto e in nove giorni hanno percorso in bici 784 chilometri, arrivando fino al confine con la Costa d’Avorio.
Pedalando lungo la costa oceanica
«Abbiamo pedalato lungo la costa oceanica addentrandoci anche all’interno per un centinaio di chilometri. Partivamo alle 6 del mattino per terminare la nostra tappa attorno alle 14 evitando il troppo caldo (la temperatura in questo periodo va dai 28 ai 35 gradi) e soprattutto il buio, che arriva attorno alle 16,30 ed è un buio pesto, non certo come siamo abituati a pensarlo noi. Pericoli non ne abbiamo corsi, però in una delle tappe, mentre stavamo attraversando un bosco, la strada ad un certo punto era diventata una palude per via delle forti piogge. Tornare indietro non era possibile, perché era già tardi, andare avanti era un rischio. Per fortuna siamo riusciti a chiedere aiuto ad una persona del posto, che era di passaggio e che ci ha accompagnati al villaggio vicino. Nei villaggi, abbiamo sempre trovato accoglienze calorose, specialmente da parte dei bambini, incuriositi da due personaggi che arrivavano in bicicletta così attrezzati come lo eravamo noi». Filippo e Paolo hanno intenzione di rifare quest’esperienza, alla quale si sono preparati con grande cura dei particolari.
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