«Dimentica» la condanna, licenziato
Ma il giudice lo fa riassumere a scuola
Non aveva dichiarato al Miur di aver riportato, in passato, una condanna penale e per questo era stato licenziato, perdendo il posto di lavoro come assistente amministrativo all’istituto scolastico Oberdan di Treviglio
Un caso che ricorda molto quello del professor Stefano Rho, finito alla ribalta delle cronache per essere stato licenziato dopo che si era scoperto che non aveva segnalato all’amministrazione un’ammenda ricevuta dal giudice di pace nel 2006, per aver espletato in piazza di notte i propri bisogni fisiologici. Per Biagio Triolo, 54 anni, di Ciserano, padre di famiglia monoreddito, è cominciata così un’odissea, conclusasi però favorevolmente lo scorso 22 settembre in Tribunale.
Il giudice Raffaele Lapenta ha infatti accolto il suo ricorso contro il licenziamento e condannato il Miur a reintegrarlo nel posto di lavoro, oltre che rifonderlo degli stipendi non percepiti, comprensivi di interessi e rivalutazione .Tempo prima l’uomo faceva l’amministratore di un condominio e, poiché i fondi sul conto corrente condominiale scarseggiavano, aveva provveduto sì a pagare lo stipendio alla donna delle pulizie, ma non i contributi, poi saldata». Biagio Triolo considerava la vicenda un capitolo chiuso, anche perché la pena era da considerarsi estinta per effetto dell’indulto. In sede di compilazione della domanda, però non aveva tenuto conto che l’indulto estingue la pena ma non il reato: ecco quindi riemergere, dai controlli effettuati dalla dirigenza scolastica, quel vecchio precedente a suo carico. Era così scattato prima un richiamo scritto e poi il licenziamento.
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